Il Parlamento europeo chiede il rinnovo dell'autorizzazione del glifosate per 7 anni

La risoluzione parlamentare – che non ha valore legislativo ma solo di indirizzo politico – chiede alla Commissione europea di rinnovarne l'autorizzazione della sostanza chimica sul mercato europeo per 7 anni invece che per 15 come prevede la proposta originaria alla luce dei dubbi sugli effetti sulla salute umana. Chiesto lo stop all'utilizzo della sostanza nel giardinaggio, nei parchi e per la tecnica del disseccamento. Il testo è stato approvato con  374 voti in favore, 225 voti contrari e 102 astensioni.

Pubblicare tutte le prove scientifiche
Gli eurodeputati chiedono la pubblicazione di tutte le prove scientifiche che l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) di Parma ha utilizzato per valutare il glifosate "probabilmente non cancerogeno" contrariamente a quanto ritenuto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) che lo ha giudicato "probabilmente cancerogeno". Nel frattempo la Commissione europea dovrebbe attendere la presentazione di un fascicolo sulla classificazione armonizzata del glifosate da parte dell'Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa).

Stop al glifosate per il "disseccamento"
La risoluzione invita la Commissione a vietare esplicitamente l'utilizzo di questa sostanza nella pratica del cosiddetto "disseccamento", ovvero  l'uccisione della coltura stessa prima del raccolto, in modo da accelerarne la maturazione e facilitarne la raccolta. 

Stop al glifosate nel giardinaggio
Al fine di limitare l'esposizione umana a questa sostanza, gli eurodeputati chiedono la messa al bando del glifosate nei parchi, giardini e parchi giochi pubblici o nelle loro vicinanze.

Un nuovo progetto di decisione
La risoluzione invita anche  la Commissione europea a presentare  un nuovo progetto di decisione che tenga maggiormente conto dell'utilizzo sostenibile degli erbicidi contenenti glifosate e a lanciare una revisione indipendente della tossicità e della classificazione del glifosate, sulla base non solo dei dati relativi alla sua cancerogenicità, ma anche sulle possibili proprietà di interferenza endocrina. Lo stesso commissario per la Salute e la Sicurezza alimentare, Vytenis Andriulaitis, aveva promesso nelle scorse settimane maggiore chiarezza sugli studi effettuati finora. 

La commissione ambiente voleva il divieto
La commissione parlamentare Ambiente, salute pubblica e sicurezza alimentare (Envi) aveva chiesto che il glifosato fosse vietato lo scorso marzo. Gli Europarlamentari invitano l'esecutivo Ue a non rinnovare l'autorizzazione e a commissionare nuovi studi indipendenti sull'eventuale pericolosità della sostanza.

La Via, un'autorizzazione con l'asterisco
Il presidente della commissione Envi, l'italiano Giovanni La Via, sottolinea come l'autorizzazione del glifosato “può essere interrotta prima qualora ci siano risultati scientifici diversi rispetto a quelli sulla base dei quali è stata concessa l’autorizzazione”. Sempre La Via spiega che l’Efsa “avrà il tempo necessario per dare una garanzia totale e assoluta sull’uso della molecola e dei coformulanti” e che il compromesso ha comunque limitato l’uso del glifosate “per un uso esclusivamente professionale e non di hobby”.

Che cos'è il glifosate
Presente in oltre 750 diserbanti, il glifosate è una sostanza attiva brevettata nei primi anni '70 dalla Monsanto ed utilizzata come erbicida ad ampio spettro ed è presto diventato una delle sostanze più vendute. Allo scadere del brevetto, nel 2000, il glifosate è stato commercializzato da molteplici aziende e diverse centinaia di prodotti fitosanitari contenenti glifosate sono attualmente registrati in Europa per l'utilizzo nel settore agricolo. Il prodotto è diffuso soprattutto nei paesi che permettono la coltivazione degli organismi geneticamente modificati, poiché le piante Ogm sono resistenti alla sostanza e ne permettono l'utilizzo senza danni evidenti anche dopo la semina.

Prossime tappe
Dal momento che la risoluzione del parlamento europeo non ha valore legislativo, la Commissione europea dovrà adesso decidere in che misura tenere in conto queste indicazioni politiche. Il Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi (sezione fitosanitari) (Paff) – composto da esperti nazionali in materia – voteranno per approvare o respingere la proposta della Commissione a maggioranza qualificata il prossimo maggio. Se tale maggioranza non sarà raggiunta, il compito di decidere spetterà alla Commissione europea. Nell'ultima riunione del comitato si erano opposti alla nuova autorizzazione Italia, Francia, Svezia e Paesi Bassi.