Per la quinta stagione consecutiva è stato attivato il progetto Lotta al Brusone, la cui finalità è la segnalazione del rischio di insorgenza della malattia mediante la puntuale diffusione di un bollettino del rischio da brusone, la più grave patologia fungina del riso a distribuzione mondiale, con punte di particolare gravità nelle coltivazioni sommerse delle regioni temperate.
L’infezione della pianta del riso avviene attraverso le spore del fungo Pyricularia Grisea, che si trovano disperse nell’aria di risaia.

Il progetto offrirà costante supporto ai risicoltori del Vercellese durante il periodo in cui la coltura può essere maggiormente esposta al rischio da brusone fogliare e mal del collo. "Lotta al Brusone" è coordinato dall'assessorato all'Agricoltura della Provincia di Vercelli e supportato dal Consorzio dei Comuni per lo Sviluppo del Vercellese.



 
Le spore infettive di Pyricularia oryzae, fungo responsabile del brusone del riso
(foto al microscopio ottico, 40X)

(Fonte foto Micologia - Università di Pavia)
 


“Il progetto, con gli anni, è diventato un’eccellenza a livello europeo – sostiene Massimo Camandona, assessore provinciale all’Agricoltura di Vercelli - così come riconosciuto sia nei convegni organizzati nel 2010 a Vercelli e nel 2011 a Novara, sia nell’ambito di Eu-Rice, la Rete delle aree risicole europee, dove i partner europei ne hanno apprezzato l’originalità e la serietà dell’impostazione tecnico-scientifica garantita dall’èquipe dell’Università degli Studi di Pavia, all’avanguardia in Italia per gli studi sul brusone”.
All’Università degli Studi di Pavia (Dipartimento di Scienze della Terra e Ambiente) è infatti affidata l’esecuzione e il coordinamento degli aspetti scientifici del Progetto.

L’attività prevede sia la rilevazione in campo a mezzo di strumenti detti “captaspore” e l’individuazione in laboratorio delle spore catturate, sia l’utilizzo di un sofisticato modello matematico che analizza i dati meteoclimatici applicati alle caratteristiche varietali, nonché una elaborazione finale consistente in una scala di livelli di rischio che viene trasmessa due volte alla settimana alle aziende risicole. Un team di esperti della problematica, attivamente partecipe ai lavori sin dal 2009 (anno di nascita del progetto), continua a rendere esecutiva la rete di monitoraggio della malattia in campo.


Il sintomo tipico da brusone fogliare
(Fonte foto Micologia - Università di Pavia)
 
La divulgazione dei risultati avviene anche grazie alla collaborazione di Coltivatori diretti, Unione agricoltori e Confederazione italiana agricoltori delle Province di Vercelli e Biella.

Queste le 4 postazioni di monitoraggio che vedono la presenza dei “captaspore”, selezionate per coprire la maggior parte della zona risicola vercellese: Trino Vercellese, Santhià fraz. Vettignè, San Giacomo Vercellese, Villata.

Le segnalazioni di rischio malattia, differenziate per ciascuna postazione, verranno indicate secondo la seguente scala:
rischio 0 - basso: condizioni scarsamente favorevoli all'insorgenza del brusone;
rischio 1 - medio/basso: condizioni favorevoli all´insorgenza del brusone solo in presenza di un fattore predisponente (varietà di riso sensibili, terreni leggeri, concimazioni abbondanti);
rischio 2 - medio/alto: condizioni favorevoli all´insorgenza del brusone in presenza di più fattori predisponenti (varietà di riso sensibili, terreni leggeri, concimazioni abbondanti);
rischio 3 - alto: condizioni estremamente favorevoli all´insorgenza del brusone.

Verranno emessi, in totale, 13 bollettini differenziati per le 4 aree oggetto di sorveglianza.
Informazioni e bollettini sono reperibili al sito: www.provincia.vercelli.it


Un captaspore automatico a pannello solare (Lanzoni, Bologna)
facente parte della rete di monitoraggio delle spore infettive del brusone,
istituita dalla Provincia di Vercelli
(Fonte foto 
Micologia - Università di Pavia)