In Calabria, ma soprattutto nella Piana di Gioia Tauro dov'è concentrata la coltivazione dell’actinidia, le superfici e le produzioni di kiwi crescono ancora rispetto al 2011, in cui si stimavano circa 2.500 ettari, con una produzione intorno ai 750 mila quintali, si legge in una nota di Arssa Calabria. I recenti impianti, ancora improduttivi, riguardano nuove cultivar di A. chinensis con frutti a polpa gialla e di A. deliciosa con frutti a polpa verde.

Le produzioni di kiwi calabrese si ottengono da piante sane, certificate: questo, insieme alle peculiari caratteristiche del territorio, ha reso la realtà pressoché unica, consentendo di ottenere un prodotto con eccellenti qualità organolettiche che il mercato riconosce. 

Il merito è degli agricoltori che coltivano con passione e cura i loro actinidieti e ai vivaisti che offrono al mercato piante sane prodotte sul territorio dove la batteriosi allo stato attuale è sotto controllo. Sarà indispensabile anche per quest’annata agraria effettuare il monitoraggio costante della batteriosi (Psa) per identificare eventuali aree colpite dal cancro, isolarle e proteggere le aree indenni.


Attualmente le piante sono ancora in riposo vegetativo. E’ fondamentale iniziare già da subito con misure di difesa preventive, particolarmente valide per regioni come la Calabria, dove la malattia è abbastanza contenuta. Tali misure sono:

• uso di piante sane, possibilmente prodotte in aree esenti dalla malattia o dove la batteriosi sia sotto stretto controllo. Accertarsi sempre che le piante siano accompagnate dal passaporto e dal documento di commercializzazione (ai sensi del Dm 14.4.98);

monitoraggio costante delle piante negli actinidieti e nei vivai per individuare tempestivamente i primi focolai d’infezione avvertendo il Servizio fitosanitario regionale che provvederà agli accertamenti del caso;

limitazione delle concimazioni azotate primaverili;

irrigazioni equilibrate;

disinfettare gli attrezzi che vengono utilizzati per la potatura con la candeggina; durante la potatura verde possono essere utilizzati prodotti igienizzanti per ridurre la quantità d’inoculo infettante;

• nel caso di malattia accertata provvedere all’immediata estirpazione della pianta e alla distruzione con il fuoco delle piante infette fino al completo incenerimento rispettando le norme vigenti in materia. Disinfettare la buca con prodotti rameici e calce;

• nel caso di piante sospette procedere con la capitozzatura, realizzabile solo se si riesce ad asportare in via prudenziale una porzione di fusto sano di almeno 70 cm. 

 


Difesa chimica

Si consiglia di effettuare i trattamenti con prodotti chimici con formulati a base di rame. Questi trattamenti possono solo contenere la malattia e non sono risolutivi: vanno effettuati a scopo preventivo, subito dopo la raccolta, a caduta foglie e dopo la potatura invernale. Dopo questa fase, e cioè dalla ripresa vegetativa in poi, si consiglia di intervenire solo quando sussistono le effettive condizioni di rischio di infezione (grandinate, gelate tardive, forti venti), per ridurre il livello di inoculo. Negli interventi con prodotti rameici controllare sempre l’etichetta circa il possibile utilizzo contro la batteriosi su actinidia, cercando di privilegiare i formulati che consentono un basso dosaggio di rame.