Con una produzione di 439.350 tonnellate di soia, la Francia è il secondo produttore dell'Unione Europea per volumi, alle spalle dell'Italia (923.470 tonnellate nel 2021-2022. Fonte: Teseo.Clal.it). In termini di autoapprovvigionamento, però, il peso dei due Paesi diverge.

 

La produzione di soia in Italia "pesa" per il 28,1% del fabbisogno complessivo, mentre la Francia conta un tasso di autosufficienza più elevato, quasi il doppio: 52,9%, con un tasso medio che è cresciuto nel giro di quattro anni dal 45,2% del 2018-2019 ai valori attuali. L'Italia, al contrario, ha registrato una parabola discendente, passando nello stesso periodo dal 37,4% a poco più del 28%, appunto.

 

Nei giorni scorsi, dal palcoscenico degli EU Agri-Food Days 2023 organizzati a Bruxelles dalla Commissione Agricoltura dell'Ue, Elodie Lematte, vicedirettore del Settore Agroalimentare del Ministero dell'Agricoltura e Sovranità Alimentare francese, ha annunciato un Piano di rilancio delle proteine vegetali.

 

In previsione di una diminuzione dei consumi di carne e nell'ottica di un Piano di sovranità nazionale che incentivi la produzione di fonti proteiche vegetali, Parigi punta appunto ad aumentare la quota di soia, colza, leguminose con l'obiettivo di ridurre l'import e, contemporaneamente, alla luce di una "progressiva vegetalizzazione del pasto umano", come ha precisato Elodie Lematte.


"Puntiamo a raddoppiare da qui al 2030 le superfici coltivate con proteine vegetali" ha dichiarato il vicedirettore del Settore Agroalimentare del Ministero francese dell'Agricoltura e Sovranità Alimentare. "In questo modo miglioreremo anche il ciclo dell'azoto, riducendo allo stesso tempo un altro fenomeno, quello della deforestazione secondaria".

 

In particolare, il Ministero dell'Agricoltura francese punterà, per raggiungere l'obiettivo, su tre strumenti: "il rafforzamento degli aiuti accoppiati per le proteine vegetali, destinato a salire a 237 milioni di euro l'anno; uno stanziamento di 23 milioni di euro l'anno a partire dal 2024 finalizzato a sostenere ricerca e sviluppo. Infine, saranno previste specifiche condizioni di ecocondizionalità per sviluppare il Piano proteico".

 

Incremento dell'autosufficienza, riduzione dell'import - e dunque minore dipendenza dall'estero e contenimento delle emissioni derivate dai trasporti, stop alla deforestazione in aree fragili del pianeta (non dimentichiamo che il primo fornitore di soia e farine di soia dell'Unione Europea è il Brasile, che sta deforestando migliaia di ettari di Foresta Amazzonica) - attenzione alle diete alimentari di domani. Ancora una volta la Francia mostra di avere uno sguardo particolarmente attento al futuro, quando si parla di settore primario, bilanciando la questione ambientale con la redditività degli agricoltori, le future tendenze di consumo, i rapporti internazionali in termini di scambio di materie prime, i possibili impatti di natura ecoambientale.

 

Lo stesso Outlook della Commissione Agricoltura dell'Unione Europea proiettato al 2035 preconizza una crescita delle proteine vegetali in Europa, a fronte di una domanda più sostenuta da parte dei consumatori, e a discapito di un rallentamento delle produzioni di cereali e di carne bovina e suina.

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Dinamiche relativamente alle quali il direttore generale della Dg Agricoltura e Sviluppo Rurale della Commissione Ue, Wolfgang Burtscher, ha raccomandato particolare attenzione e visione. "Dobbiamo trovare un equilibrio giusto fra zootecnia e seminativi - ha spiegato - così come occorre un corretto bilanciamento fra proteine animali e vegetali".

 

Anche per questo la Politica Agricola Comune (Pac) è strategica, per pianificare modelli di crescita che tengano conto delle esigenze degli agricoltori, dei consumatori, delle sfide legate ai cambiamenti climatici, alla sicurezza alimentare, agli scambi globali.

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