Il bosco è molto di più di un semplice capitale: se ben gestito è fonte perenne e rinnovabile di beni e servizi, è presidio territoriale, salute e cultura; è parte di noi e della nostra vita. Ma per questa peculiare coltivazione agraria occorre capacità professionale, buon senso e mai improvvisazione.
Coltivare il bosco significa adottare la forma di governo più confacente e investire risorse ed attenzioni che nel tempo matureranno i loro frutti. Centrale è la forestazione, tradizionalmente incremento e miglioramento delle superfici boscate, così come la multifunzionalità, in tutte le sue componenti: biologiche, strutturali e ambientali.
Oggi più che mai è doveroso riaffermare che questa coltivazione, poliennale, è parte basilare dell'attività agricola e proprio per questo devono essere usate tutte le attenzioni che si hanno per ogni area coltivata. Tutt'altro che statico, il bosco necessita di cure così come un vigneto.
La Toscana è la prima regione in Italia per superficie boscata: in ogni azienda c'è un po' di bosco, è parte integrante e caratterizzante delle campagne toscane. Ed è proprio per questo che Upa Siena ha organizzato lo scorso 20 marzo l'incontro intitolato "Coltiviamo il bosco: salvaguardia e tutela" nell'ambito del format Detto e Fatto.
Il "bosco coltivato"
Nei saluti istituzionali e nell'introduzione ai lavori è stata sottolineata l'importanza della "coltivazione del bosco". Non è un sistema statico, ma in continuo divenire che va quindi gestito e, appunto, coltivato.
Il professor Raffaello Giannini dell'Accademia dei Georgofili ha evidenziato la complessità del sistema bosco e la necessità di linee guida che considerino gli aspetti ambientali. "Non c'è un solo bosco, ma tante realtà diverse e peculiari che devono essere ben conosciute e governate". Bisogna quindi individuare metodi di gestione definiti attraverso parametri che tengano conto della funzionalità del bosco e della dinamica delle fasi di sviluppo del rinnovamento, oltre che della biodiversità genetica.
I patogeni
Del ruolo degli agenti patogeni nel bosco ha parlato il professor Salvatore Moricca, ordinario di Patologia Forestale all'Università degli Studi di Firenze. Moricca ha richiamato l'attenzione sui moltissimi patogeni, numericamente sempre più attivi, anche in considerazione dei cambiamenti climatici.
La quasi totalità degli agenti patogeni nei boschi è composta da fughi, ha spiegato Moricca: organismi che decompongono la sostanza organica, una sorta di "spazzini" del suolo; alcuni però si sono anche specializzati nel colpire le piante vive. Esempi delle varie tipologie sono stati riportati dal professore che ha poi spiegato come riconoscere i funghi benefici da quelli patogeni e le quattro fasi da attuare per gestire le malattie.
Autorizzazioni
Le esperienze del territorio evidenziano una certa complessità delle norme autorizzative, severe, giustamente, ma anche stratificate. Paolo Bazzini, dottore forestale tecnico della Cooperativa Dream Italia, ha descritto i vari passaggi autorizzativi, lunghi ma sostenibili. Spiegando anche la definizione di taglio colturale che si ritrova nella normativa.
Boschi e normativa
Elisabetta Gravano, Regione Toscana, ha evidenziato in maniera precisa tutta la normativa vigente in tema di boschi e delle relative tutele, tra questi il Testo Unico in Materia di Foreste e Filiere Forestali del 2018, riferimento normativo per la gestione forestale.
Gli ultimi provvedimenti, come la sentenza della Corte Costituzionale 239, hanno inciso in maniera significativa ed è urgente un'armonizzazione a tutti i livelli. "Dobbiamo regolamentare e indirizzare la coltivazione del bosco, ma non dobbiamo contrastarla" ha sottolineato Gravano.
L'avvocato Vittorio Donato Gesmudo si è soffermato sulle conseguenze della citata sentenza della Corte Costituzionale. "Il tema ambientale è argomento centrale, ma deve essere anche oggetto di ragionamenti formulati da profonde conoscenze della materia. Le conseguenze poi sono difficilmente recuperabili".
I controlli
Il tenente colonnello Alessio Brogi, Gruppo di Siena del Comando Regione Carabinieri Forestale Toscana, ricordando le riserve naturali statali e provinciali e i siti Rete Natura 2000, ha evidenziato il ruolo di controllo dell'Arma dei Carabinieri Forestali. "Il sistema è nella piena ordinarietà. Non ci sono situazioni di criticità" ha detto, esortando inoltre gli interessati a prendere contatti per ogni consulenza o informazione.
Incendi: l'importanza della prevenzione
Il bosco è un bene prezioso ma come si può preservare e tutelare? Luca Tonarelli, direttore tecnico del Centro Addestramento Aib Regione Toscana, ha ribadito che gli incendi si gestiscono con tanta prevenzione e conoscenza, a maggior ragione negli ultimi anni dato che i cambiamenti climatici hanno peggiorato la situazione. "Non possiamo rincorrere un incendio. Ormai le conoscenze sono profonde della materia e non possiamo prescindere dalla prevenzione, vero elemento dirimente".
L'esperienza dell'Associazione di volontariato La Racchetta, raccontata dalla presidente Michela Borsò, ha ricordato quanto siano importanti l'unità d'intenti, la condivisone e la partecipazione. "Siamo aperti e disponibili ad accogliere nuovi soci e nuovi difensori dell'ambiente" ha detto Borsò che ha spiegato in quali modi viene attuata la prevenzione degli incendi da La Racchetta, come sono formati i volontari e la rilevanza della tempestività.
Più attenzione ai boschi
Le conclusioni del giornalista Fabrizio de Marinis hanno raccolto gli spunti di tutti gli interventi. Il bosco è cultura e tradizione, non può essere liquidato superficialmente né in subordine a provvedimenti legislativi poco attenti.
Nel corso della tavola rotonda gli interventi di Andrea Barabotti, Francesco Michelotti e del senatore Silvio Franceschelli hanno rimarcato una comune necessità nell'attenzionare i fabbisogni del settore. Questa evidenza aiuterà anche ad avere convergenze su possibili provvedimenti parlamentari.
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Fonte: Upa Siena