Più tecnologie, meno fame

L'allarme alimentare nel mondo è a un livello di guardia.

Il presidente dell'Assemblea generale dell'Onu, Abdullah Shahid, ha denunciato che nelle ultime settimane il numero delle persone che soffriranno di "fame severa" (un eufemismo per dire che moriranno di fame) è aumentato di un milione (su un totale di circa 50 milioni).

Un'ulteriore conseguenza del conflitto fra Russia e Ucraina.

Lo scrive Mario Platero il primo agosto su Affari & Finanza, le pagine che Repubblica dedica ai temi dell'economia.

Uno scenario catastrofico che impone scelte coraggiose.

 

Pandemia, tensioni geopolitiche, siccità, crisi energetica sono gli ingredienti di una "tempesta perfetta" che richiede un cambio di strategia, a iniziare dalle scelte colturali.

Le piante modificate geneticamente per rispondere ai cambiamenti climatici saranno essenziali, ma l'Europa frena la ricerca, che negli Usa è al contrario in fase avanzata.

Dovrà cambiare anche l'approccio delle grandi "corporation" alimentari, che dovranno favorire la crescita delle realtà economiche e sociali di Paesi in via di sviluppo dei Paesi africani.

A questo proposito l'articolo cita le esperienze del Gruppo Ferrero, che ha promosso la coltivazione delle nocciole laddove non c'erano, accrescendo la ricchezza locale.

Un altro esempio di catena distributiva da accorciare riguarda la soia, prodotta in Cina, lavorata in Europa ed esportata in Africa.

Infine le tecnologie, chiamate a migliorare produzione e qualità e a sviluppare prodotti innovativi.


Quote latte, ancora loro

Sembrano non esaurirsi mai gli strascichi delle vicende legate alle quote latte e al loro corredo di multe.

Il tema torna di attualità con l'invio in queste settimane delle cartelle esattoriali per la riscossione delle multe ancora in sospeso.

Ad essere interessate sono circa 5mila aziende, la maggior parte delle quali in Lombardia, come scrive Micaela Cappellini su Il Sole 24 Ore del 4 agosto.

Su questa complessa materia interviene Roberto Cavaliere, presidente di Copagri Lombardia, annunciando che gli allevatori sono pronti a dare "battaglia" per contestare multe che ritengono ingiuste e non dovute.

 

La protesta era pronta a scoppiare, ma è rientrata grazie alla disponibilità della direzione generale dell'Agenzia delle Entrate di Milano, che si è detta disponibile a valutare una sospensione.

Anche i vertici della Regione Lombardia si sono schierati con gli allevatori e il presidente Attilio Fontana a sua volta ha chiesto una sospensione delle multe.

Ma per risolvere il problema in modo definitivo, secondo Cavaliere, è necessario un intervento del Governo che recepisca le sentenze della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, cosa che comporta un ricalcolo delle multe.

Un compito che dovrà essere affrontato dal Governo che uscirà dalle urne.


Vendemmia, le previsioni

Si fanno previsioni sulla vendemmia, anticipata a causa del caldo.

Le premesse sono quelle di un calo compreso fra il 20 e il 30%, che equivale a circa 15 milioni di ettolitri in meno, con un danno intorno ai 3 miliardi di euro.

Ma come spiega Carlo Cambi sulle pagine di Verità & Affari del 7 agosto, questo calo della produzione potrebbe avere risvolti positivi.

Le esportazioni stanno rallentando e il consumo interno è fermo, dunque un calo produttivo potrebbe tonificare il mercato.

La produzione, prosegue l'articolo, sarà scarsa a livello mondiale.

Anche in Spagna la vendemmia è stata anticipata e si nutrono preoccupazioni per i vini spumanti.

Situazione analoga in Francia dove si prospetta una produzione inferiore del 20% e l'annata 2022 non potrà essere ricordata fra le migliori.

Tornando all'Italia, dalla Sicilia al Monferrato la vendemmia delle uve bianche è in anticipo di una decina di giorni. Anticipo anche per i rossi toscani, ma solo di una settimana.

L'anticipo della vendemmia si scontra però con la carenza di manodopera, visto che all'appello mancano almeno 50mila operai agricoli.


Fondo Solidarietà

Sono 200 i milioni di euro con i quali sarà rifinanziato il Fondo di Solidarietà Nazionale, nell'intento di sostenere le aziende agricole danneggiate dalla siccità e dagli eventi atmosferici violenti.

Lo anticipa Giorgio dell'Orefice dalle pagine de Il Sole 24 Ore dell'8 agosto.

La gestione di queste risorse sarà assegnata alle regioni, ma già si teme che quanto stanziato risulti insufficiente.

Per accedere a questi aiuti le imprese agricole dovranno dimostrare di aver subito un danno di almeno il 30% e al contempo non avere coperture assicurative.

 

Va precisato che i danni rimborsabili sono solo quelli avuti dopo il 22 marzo del 2022.

Inoltre sono previste semplificazioni nelle procedure per realizzare infrastrutture idriche per la raccolta e la gestione dell'acqua.

Il pacchetto di aiuti è completato dal Fondo di Mutualizzazione che prenderà il via con il nuovo anno e che ha una dotazione di 300 milioni di euro.

Servirà a favorire la sottoscrizione di polizze assicurative da parte della aziende agricole.


Meno grano

Il mercato dei cereali è sempre più vittima delle speculazioni.

Lo scrive Anna Maria Capparelli su Il Quotidiano del Sud in edicola il 10 agosto commentando le forti oscillazioni dei prezzi del grano nelle ultime settimane.

Dopo l'apertura dei porti dell'Ucraina alle esportazioni di grano i prezzi sono scesi, una calo che Maximo Torero, capo economista della Fao giudica in modo positivo soprattutto se visto nell'ottica di una apertura all'accesso al cibo, ma permangono molte incertezze legate agli alti costi dei fertilizzanti e del loro impatto sulle produzioni agricole.

 

Per i cereali il calo dei prezzi registrato in luglio è dell'11,5%, ma resta un divario del 16,6% rispetto allo scorso anno.

Sul fronte interno le rilevazioni di Ismea mostrano una flessione della produzione di grano duro, con superfici ridotte dell'1,4%, che si associa a un calo della produttività che fermerà il totale della produzione a 3,4 milioni di tonnellate, il 16% in meno rispetto al 2021.

Riduzione che si accompagnerà ad un aumento delle importazioni, riducendo al contempo il nostro grado di auto approvvigionamento, fermo al 36% per il tenero e al 62% per il duro.

 

Morti misteriose

Ha creato molte preoccupazioni l'improvvisa moria di vacche lasciate pascolare su un campo di sorgo in Piemonte.

Le successive analisi hanno consentito di scoprire le motivazioni, legate al periodo di siccità che ha favorito la crescita di alcune sostanze altamente tossiche.

Lo si apprende da Repubblica del 13 agosto che spiega come in particolari condizioni, come appunto quelle favorite da caldo e siccità, possa svilupparsi nelle piante di sorgo la "durrina", un glicoside cianogeno dal quale si sviluppa acido cianidrico, altamente tossico.

 

Due gli istituti zooprofilattici, quello del Piemonte e quello della Lombardia ed Emilia Romagna, che con le loro indagini hanno consentito di scoprire le cause delle improvvise morie registrate nei primi dieci giorni di agosto.

Il pronto intervento dei veterinari ha in qualche caso consentito di evitare la perdita di altri animali.

È confortante sapere che fra gli stessi allevatori è scattata una gara di solidarietà per aiutare i colleghi che hanno subìto la perdita degli animali.


Mancheranno i mangimi?

C'è preoccupazione fra gli allevatori per la possibile carenza di mangimi nei prossimi mesi.

La siccità sofferta in Italia ha colpito altri Paesi europei forti produttori di materie prime, dall'Ungheria alla Francia, fra i nostri principali fornitori.

Non sarà solo una questione di prezzi che schizzano verso l'alto, scrive Micaela Cappellini su Il Sole 24 Ore del 18 agosto, ma di una mancanza delle materie prime.

Molto dipenderà dall'entità dei raccolti di settembre, ma in ogni caso è impossibile attendersi che le quotazioni possano scendere ai livelli del 2021.

 

Chi produce carne può almeno contare sull'aumento dei prezzi di mercato del vivo, registrati sia per i bovini sia per i suini, che mentre danno un po' di sollievo ai margini degli allevamenti, affossano invece la redditività di macelli e stagionatori.

L'evoluzione del mercato è fortemente condizionato dal comportamento della grande distribuzione organizzata, al momento l'unico anello della filiera che può vantare i margini più alti.

In parte si è registrato un aumento dei prezzi al dettaglio, ma in misura al momento limitata, nel timore di un calo dei consumi.


Viticoltura resiliente

Ancora su Il Sole 24 Ore, del 20 agosto in questo caso si affronta il tema della ricerca in campo vitivinicolo per la messa a punto di varietà di viti in grado di affrontare i cambiamenti climatici e in particolare la siccità.

Un percorso che vede fra i protagonisti il Wine Research Team, un gruppo di lavoro, come scrive Giorgio dell'Orefice, nato da una intuizione del presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, team al quale partecipano 35 diverse imprese vitivinicole.

Insieme a ricercatori di fama internazionale questo gruppo sta portando avanti sperimentazioni sull'evoluzione della qualità dei vini in vista dei cambiamenti climatici.

 

Come avvenne oltre un secolo fa con la fillossera, sconfitta ricorrendo ai portainnesti, soluzione valida ancora oggi, come dimostrano alcune evidenze delle ricerche condotte dall'Università di Milano, con la guida di Attilio Scienza.

La sperimentazione, portata avanti sui portainnesti "M", dimostra che le piante hanno un fabbisogno idrico inferiore del 20% rispetto ai portainnesti tradizionali.

La base di partenza è un portainnesto americano che deriva da piante sviluppate nel deserto.

Queste piante sono in grado di chiudere gli stomi durante la notte riducendo di conseguenza la traspirazione.

I risultati ottenuti potrebbero consentire in futuro, come conclude l'articolo, di avere vigneti che potranno fare a meno del tutto di essere irrigati.


L'incerto futuro del latte

È con un'intervista a Gianpiero Calzolari, presidente del Gruppo Granarolo, che Isidoro Trovato sintetizza sulle pagine del Corriere della Sera del 23 agosto il difficile periodo che gli allevamenti di bovine da latte stanno attraversando.

L'aumento dei prezzi dell'energia e dei mangimi, le difficoltà nel reperire materie prime per l'alimentazione degli animali, la siccità sono solo alcune delle difficoltà che il settore si trova ad affrontare.

Ma Calzolari si dice preoccupato per ciò che potrà accadere nel prossimo anno.

 

I maggiori costi di produzione che il settore deve affrontare dovrebbero riflettersi sul prezzo al consumo, ma la distribuzione organizzata continua a premere sul taglio dei prezzi e sulle promozioni.

Una scelta che potrebbe favorire il tracollo di allevamenti e piccole imprese.

Secondo Calzolari le possibili vie di uscita andrebbero cercate aiutando il reddito delle famiglie più in difficoltà e al contempo intervenendo sulla leva fiscale per favorire le imprese che investono in azienda.

Altre soluzioni sono possibili, purché si intervenga con celerità.


Ortofrutta, domanda in calo

Crolla la domanda di frutta e ortaggi.

Una della cause, secondo quanto scrive Carlo Cambi su Verità e Affari del 25 agosto, potrebbe risiedere negli aumenti dei prezzi registrati nelle ultime settimane.

Citando i dati rilevati da Nomisma, l'articolo ricorda che negli ultimi venti anni gli acquisti si sono ridotti di 1,5 chilogrammi a testa, che corrispondono a 1.700 tonnellate in meno all'anno.

Una flessione che registra un'impennata nei primi mesi di quest'anno, cosa che mette a rischio un settore che vanta nella bilancia commerciale con l'estero un saldo attivo di 2,3 miliardi di euro.

 

Dati analoghi sono quelli proposti dal Cso Italy di Ferrara, che nei primi sei mesi dell'anno ha registrato un calo degli acquisti dell'11%.

In giugno si è avuta una delle contrazioni più alte degli ultimi cinque anni negli acquisti di prodotti ortofrutticoli.

Gli ortaggi, precisa l'articolo, hanno perso meno e l'aumento del prezzo medio ha compensato i minori volumi di vendita.

Preoccupa, si legge inoltre, che tutti i canali distributivi denuncino una situazione di analoga sofferenza.

L'articolo si conclude riportando le proposte del presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, che sostiene l'opportunità di aumentare le produzioni per arginare i rincari e ridurre gli squilibri nella distribuzione del valore lungo le filiere agricole.


La vendemmia che non ti aspetti

Quasi a sorpresa, dopo che il lungo periodo di siccità aveva fatto temere il peggio, le piogge di agosto sono stare risolutive e la vendemmia potrà rivelarsi superiore a quella dello scorso anno.

Lo conferma Lamberto Frescobaldi, presidente dell'Unione Italiana Vini, intervistato da Giorgio dell'Orefice sulle pagine de Il Sole 24 Ore del 27 agosto.

 

Buone le previsioni in Friuli per il Pinot grigio, ora in ottime condizioni.

Bene anche la Toscana dove si temevano le maggiori difficoltà, ma solo qualche grandinata a Montalcino.

Merito delle recenti piogge, ma anche delle lavorazioni che hanno permesso al terreno di immagazzinare acqua nel corso dell'anno.

Poi la potatura ritardata ha consentito di contrastare le gelate primaverili e la lotta all'inerbimento ha evitato la competizione idrica.

Dunque una vendemmia che porterà ancora una volta l'Italia a primeggiare in quanto a produzione.

Supereremo ancora una volta la Francia, ma solo per volumi prodotti, perché in termini di valore la Francia vanta risultati doppi rispetto all'Italia.

Dunque, conclude l'articolo, occorre valorizzare le nostre produzioni puntando su varie leve, fra le quali l'enoturismo.


Più qualità che quantità

Che la vendemmia 2022 sia in buona salute lo confermano le analisi del Crea - Consiglio Nazionale per la Ricerca in Agricoltura, che ha fornito i dati previsionali della nuova raccolta delle uve, partita con qualche settimana di anticipo.

Dati che Pierangelo Boatti sintetizza sulle pagine di Libero del 28 agosto confermando che il "vigneto Italia" ha mostrato buone doti di resilienza ai cambiamenti climatici.

La siccità e le scarse precipitazioni hanno peraltro facilitato il controllo delle malattie fungine.

 

Ma non sarà una vendemmia abbondante per Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, come pure per la Sicilia.

Crescono invece Trentino Alto Adige, Toscana e Puglia.

Buone le prospettive per la qualità, grazie al buon contenuto in zuccheri e sostanze coloranti superiori alla norma.

Per l'Oltrepò Pavese, dove lo stesso autore dell'articolo produce vino, si prevedono ottimi profili qualitativi.

Risultati che premiano la scelta di non spingere sulla quantità.

Tutti i vigneti, conclude l'articolo, soffrono caldo e siccità, ma quelli non spinti "oltre", e ben seguiti sotto il profilo agronomico, sanno sempre sorprendere.


"Di cosa parlano i giornali quando scrivono di agricoltura?"
Ogni lunedì uno sguardo agli argomenti affrontati da quotidiani e periodici sui temi dell'agroalimentare e dell'agricoltura, letti e commentati nell'Edicola di AgroNotizie.

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