Venerdì 10 giugno scorso si è tenuto presso la sede dell'Assemblea Regionale Siciliana (Ars) il convegno dal titolo "Comunicazione di sostenibilità e blockchain: strumenti giuridici e prospettive tecnologiche per il settore vitivinicolo".

Molteplici i relatori del mondo accademico, giuridico ed agroalimentare che si sono confrontati, fornendo una visione transdisciplinare sul legame che intercorre tra regolamentazione, sostenibilità e digitalizzazione nella filiera vitivinicola.

 

Sono diversi anni ormai che l'Unione Europea opera per assumere il ruolo di leader nella transizione sostenibile globale del settore food, con il concetto di qualità sempre più esteso anche alle pratiche responsabili messe in atto lungo la filiera produttiva. Recente passo in questa direzione è la proposta di Regolamento 31.03.2022 COM(2022) 134 final che richiede l'integrazione di criteri volontari di sostenibilità all'interno dei disciplinari delle indicazioni geografiche europee. Tale proposta può rappresentare un driver di cambiamento ed ulteriore valorizzazione del made in Italy, filiera vitivinicola compresa, considerando anche la crescente richiesta del mercato nazionale ed internazionale di prodotti a basso impatto.

 

Tuttavia, ad oggi la totalità di iniziative pensate a livello europeo ed italiano per favorire la sostenibilità di filiera è di natura prettamente volontaria (Sistema di Certificazione della Sostenibilità della Filiera Vitivinicola compreso). Risultato è l'eterogeneità delle performance aziendali e la conseguente difficoltà nella messa a regime della sostenibilità nel settore vitivinicolo. A questo proposito ci si sta muovendo per lavorare alla stesura di un contratto giuridico tecnologico di filiera, in grado di rendere obbligatoria l'applicazione di sistemi di gestione sostenibili. I contratti di filiera renderebbero obbligatorio ciò che è volontario rendendo possibile la trasparenza, il rispetto delle regole e pertanto la sicurezza alimentare. Inoltre, il contratto di filiera è oggettivamente affine ai sistemi di tracciabilità come la blockchain.

 

Parte delle difficoltà in una transizione sostenibile sistemica dell'intero settore è legata anche alla comunicazione. La sostenibilità, infatti, esiste e può essere comunicata solo nel momento in cui viene misurata in modo scientifico, oggettivo e validato. La stessa regolazione dell'etichettatura alimentare e della comunicazione commerciale richiede la presenza di dati scientifici a sostegno di quanto dichiarato. Un approccio completo alla sostenibilità comporta un portafoglio enorme di informazioni da esternalizzare, e la necessità di una comunicazione sempre più trasparente ha messo in luce le criticità delle tradizionali strategie di marketing.

 

L'attenzione si sta spostando quindi su nuovi strumenti a supporto della comunicazione di sostenibilità che siano fruibili ed allo stesso tempo in linea con le caratteristiche della viticoltura 4.0. La tecnologia blockchain è risultata una delle più promettenti in questo senso. Essa, infatti, oltre a sposare a pieno la digitalizzazione del comparto vitivinicolo e le esigenze di trasparenza ed immutabilità, può essere funzionale al superamento dell'asimmetria informativa di filiera, promuovendo un sistema di tracciabilità e condivisione dei dati circolare, dove ogni attore può avere completa consapevolezza delle caratteristiche di un prodotto lungo l'intero ciclo di vita.

 

Fra i progetti di rintracciabilità tramite blockchain, Agri-Food Track, menzionato nel corso della mattinata del convegno, è un esempio di piattaforma che integra la mappatura di Kpi relativi alla sostenibilità delle coltivazioni.

 

Il successo di tali strumenti a garanzia di una corretta ripartizione del valore e di una transizione ecologica del settore, tuttavia, non può prescindere da un sostegno istituzionale alle piccole medie imprese, dalla presenza di esperti che aiutino a garantire il diritto di filiera, e dalla cooperazione tra attori ed aziende, in cui l'associazionismo economico gioca un ruolo centrale.

 

Quest'ultimo punto è un tema molto sentito dalle stesse aziende vitivinicole italiane (come ribadito dalla Cantina Monteleone ospite alla tavola rotonda) secondo cui le associazioni di produttori giocano un ruolo fondamentale nella sostenibilità dei vari step produttivi, primo fra tutti la logistica. Su questo la Sicilia svolge un ruolo di punta a livello nazionale grazie all'esistenza dell'Associazione SOStain attiva dal 2009 e supportata da una Fondazione, da AssoviniRegione Sicilia.

 

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Si ringraziano per il contributo il professore Ettore Capri e Elisa Frasnetti dell'Università Cattolica del Sacro Cuore