Il 60% del fabbisogno energetico dell'umanità viene soddisfatto da tre colture: riso, mais e frumento. In alcune parti del mondo, come il Bangladesh, il riso è praticamente l'unico alimento disponibile per milioni di persone. Ma anche in Europa il grano ha un ruolo di primo piano nella nostra alimentazione. Mentre il mais è la colonna portante della zootecnia moderna. Che cosa accade a queste piante se crescono in una atmosfera ricca di CO2? Differenti studi hanno dimostrato che i raccolti sono più abbondanti, ma che il valore nutritivo cala.
Secondo questo studio pubblicato su Science Advances ad un aumento dell'anidride carbonica a 580 Ppm si ha una diminuzione del contenuto di proteine e micronutrienti. Il test è stato effettuato in pieno campo, in Cina, con delle condutture che attraversavano la risaia emettendo anidride carbonica in modo da aumentare la concentrazione atmosferica intorno alla coltura.
Secondo i dati pubblicati la perdita di ferro, zinco e proteine oscilla tra il 5 e il 20%. Mentre le vitamine B1 e B5 hanno avuto un crollo del 30%. La vitamina B9 (l'acido folico tanto importante per le donne in gravidanza) è scesa dal 10 al 45% a seconda delle varietà che sono state prese in considerazione.
Il fenomeno è identico anche per il frumento. Come abbiamo scritto in questo articolo dedicato ad uno studio del Crea anche il grano duro vede una diminuzione della concentrazione di proteine e microelementi. Dai campi sperimentali in Italia è emerso un calo della concentrazione tra l'8 e il 10%. Significa farine meno nutrienti, ma anche paste che reggono meno la cottura e dolci che lievitano male.
Se frumento e riso rispondono in maniera simile agli aumenti di CO2 nell'atmosfera, il mais si comporta in maniera leggermente differente. Ma i risultati sono simili. Secondo questo studio, pubblicato su Agricolture Ecosystems and Environment, anche il granturco avrà un aumento della produttività e un calo di proteine e microelementi. Nello specifico si è osservata una diminuzione dell'11% della componente proteica.
Ma perché questo aumento di resa e diminuzione del valore nutritivo? Il motivo è semplice: c'è un effetto diluizione. L'anidride carbonica è alla base della fotosintesi delle piante. Più è abbondante più il vegetale produce carboidrati e dunque cresce rigogliosa. Ma la quantità di proteine e di microelementi presenti nei tessuti rimane invariata e dunque la loro concentrazione diminuisce all'aumentare dei carboidrati.
Che fare dunque? I ricercatori sono concordi nell'affermare che bisogna prepararsi al futuro selezionando oggi varietà di grano, riso e mais in grado di rispondere meglio agli aumenti di CO2 in atmosfera. Ad esempio la varietà di riso Liang You 84, coltivata in Cina, ha segnato una perdita del 45% di vitamina B9 mentre la varietà Koshihikari, usata in Giappone per il sushi, si è fermata al 30%.
L'obiettivo è dunque selezionare varietà in grado di sfruttare l'aumento di anidride carbonica nell'aria per produrre più carboidrati, ma di saper mantenere elevate anche le concentrazioni di proteine e di microelementi, come ferro, zinco, acido folico e così via.