Mentre in Puglia resta viva l’attesa del pronunciamento definitivo della Commissione europea sulla modifica dell’articolo 5 della decisione di esecuzione 789/2015 sulla lotta alla Xyella fastidiosa, proposta dalla regione Puglia e che consentirebbe - una volta approvata - il reimpianto di cultivar di olivo resilienti all’infezione, quali Favolosa e Leccino, nella zona infetta, Bruxelles torna alla carica contro il nostro paese.
L'Italia non starebbe attuando le misure anti-Xylella. Ed è questo il motivo dell'aggravarsi della procedura d'infrazione Ue, per cui ieri è stata inviato da Bruxelles a Roma un parere motivato in quanto "le autorità stanno fallendo nel fermare il progredire del dannoso batterio”.

Le misure evase dall'Italia includono l'eradicazione delle piante infette subito dopo la prima conferma della presenza della Xylella, ma dopo la comunicazione dei nuovi focolai si aggiunge anche che "la tempistica comunicata dall'Italia è stata inefficace per assicurare l'immediata rimozione degli alberi infetti come richiesto dalla legislazione Ue".

Ora l'Italia ha due mesi di tempo per adeguarsi o rischia il deferimento alla Corte Ue. Si tratta di una materia delicata e che politicamente rema contro la speranza degli ammorbidimenti richiesti, inerenti i reimpianti di olivi in zona infetta ed anche la gestione dei vivai.

Intanto dalla regione Puglia arrivano conferme sui problemi esistenti sul terreno che rallentano l'esecuzione delle disposizioni comunitarie: degli abbattimenti di piante necessari su indicazione della Ue, solo il 63% è stato eseguito, e restano in piedi sino ad oggi 240 alberi. E ben 104 piante infette non sono state ancora battute a causa dei giudizi in corso innanzi alla giustizia amministrativa.
 

La Puglia ammette il ritardo

“Il parere motivato annunciato oggi nel Comitato Permanente dei Servizi fitosanitari europei con il quale la Commissione Ue comunica il suo intento di andare avanti con la procedura di infrazione contro l’Italia è da attribuirsi al fatto di non essere intervenuti tempestivamente, così come esplicitamente richiesto dalla legislazione Ue, per abbattere le piante infette" confermano in una nota stampa di ieri sera l’assessore all’agricoltura della regione Puglia, Leonardo Di Gioia, e il direttore generale del dipartimento, Gianluca Nardone.
 

Ritardi per motivi giuridici

Secondo la regione i motivi che hanno ritardato l’abbattimento delle piante infette sono soprattutto di natura giuridica - lungaggini non imputabili solo alla normativa italiana, ma anche a quella europea “non adeguate a fronteggiare un’emergenza quale quella che stiamo vivendo in Puglia", come dicono di Gioia e Nardone.
Ne consegue che dal momento in cui si identifica un albero infetto a quando effettivamente può essere notificata un’ordinanza al proprietario “spesso, si perdono settimane se non mesi" affermano di Gioia e Nardone.

Le norme creano un vero corto circuito quando oppongono alla necessità di un contraddittorio l’unicità dell’ispezione fitosanitaria, e fanno sì che il contenzioso sia sempre dietro l’angolo.
“Non a caso, su 886 piante trovate infette nel monitoraggio 2016-17, l’abbattimento di ben 104 piante è bloccato da ricorsi al Tar" ricordano di Gioia e Nardone.
 

Ritardi per motivi tecnici

Sul piano più strettamente tecnico, regione Puglia ammette di avere in atto una politica di eradicazione che punta ad evitare l’intervento coatto da parte delle autorità allo scadere dei 20 giorni dalla notifica delle prescrizioni inviate ai proprietari del terreno.
“Il Dipartimento Agricoltura ha ritenuto di agire convincendo i proprietari ad intervenire in maniera autonoma così da consentire agli stessi la possibilità di essere ripagati del danno subito.
L’intervento coatto avrebbe invece aggiunto una beffa al danno perché ai proprietari sarebbe stato presentato il conto dell’abbattimento insieme ad una multa e alla impossibilità di accedere a tutti i finanziamenti regionali" 
spiegano di Gioia e Nardone.
 

Il bilancio degli abbattimenti

Ad oggi, con questa strategia sono stati abbattuti in Puglia 458 alberi sugli 886 rinvenuti infetti. “E ulteriori 170 piante saranno abbattute questa settimana. Ne restano quindi solo 240 (di cui 104 oggetto di ricorso) e risulta pertanto completato il 63% di quanto richiesto dalla normativa Ue" affermano di Gioia e Nardone.

Secondo regione Puglia nei due mesi che l’Italia avrà per adeguarsi, sicuramente gli aspetti tecnici saranno risolti, perché la prossima settimana l’Agenzia regionale per le attività irrigue e forestali di Puglia ricomincerà il monitoraggio e nel contempo è stata delegata ad intervenire in maniera coatta sugli alberi non ancora abbattuti.
“In questo modo si chiuderà il ciclo delle attività avviate lo scorso anno grazie alle quali, è opportuno ricordarlo, la regione Puglia ha individuato le nuove piante malate ma ha anche identificato oltre 150mila ettari di territorio regionale ancora indenni – ricordano di Gioia e Nardone, che sottolineano - allo stesso tempo si avvierà il nuovo ciclo di monitoraggio per offrire un nuovo quadro dello stato di diffusione della batteriosi”.