Il caso San Marzano Dop è approdato ieri al question time della commissione Agricoltura della Camera dei Deputati con un’interrogazione del deputato di Nola Paolo Russo (Forza Italia), past president della Comagri.
 
E nella risposta del ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina, spunta uno spiraglio sul come risolvere il problema posto all’ipotesi di estensione della Dop al San Marzano fresco dalla già avvenuta registrazione di ben quattro varietà contenenti il nome San Marzano, e che pertanto sono coltivabili in tutta Europa e con tanto di spendita del nome.
 
Intanto – ha precisato il ministro - non possono rivendicare in alcun modo origine italiana, già a legislazione vigente. Ma per una protezione completa del prodotto fresco dell’area Dop del San Marzano occorrerebbe mettere mano a modifiche del Regolamento 1169/2011, che disciplina l’etichettatura dei prodotti alimentari.
 
Dopo la presa di posizione innanzi al Parlamento di Strasburgo del commissario all’Agricoltura Phil Hogan sulla coltivabilità del San Marzano ovunque in Europa e al contestuale utilizzo del nome per il prodotto fresco, a causa della registrazione di cultivar contenenti la denominazione, si era scatenata la reazione del territorio di origine, culminata con la presa di posizione di Coldiretti, Consorzio di tutela del San Marzano Dop e di buona parte dei 41 comuni dell’areale della Dop per l’avvio della registrazione di un’analoga denominazione di origine sul prodotto fresco, resa difficile proprio dall’esistenza di cultivar iscritte a registro varietale.
 
"Dire che l'Italia difende le proprie tradizioni agricole non basta. Per il pomodoro San Marzano Dop si è fatto poco o nulla e peraltro il giorno dopo. Il Governo e la Regione Campania,  da un anno ancora senza assessore all'Agricoltura, si attivino concretamente per fare in modo che la denominazione di origine protetta sia estesa anche al prodotto fresco e non solo a quello lavorato" ha affermato ieri il deputato Russo al termine del question time in commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati.
 
"Le istituzioni deputate alla difesa dell'agroalimentare italiane dimostrino – ha aggiungto Russo - che non sono soggiacenti alle lobbies economiche e corrano ai ripari rispetto al pericolo più che concreto che il pomodoro San Marzano Dop, tra i più attrattivi al mondo, possa essere coltivato ovunque mortificando identità territoriali e filiere produttive. Sarà indispensabile assumere una iniziativa forte in Europa e non sottostare  agli euroregolamenti che aiutano il modello agricolo del nord Europa e penalizzano le specificità tipicamente mediterranee. Basterebbe una vera tracciabilità ed una indicazione di origine in etichetta. Ma questi in Europa sono i tabù delle industrie contro gli agricoltori. Si svegli l'Italia".
 
“Il ministero è impegnato costantemente nella difesa del nostro patrimonio di prodotti di qualità a partire da quelli a denominazione. Lo dicono i fatti e i numeri del nostro lavoro di applicazione della tutela ex officio: siamo leader in Europa nella protezione dei prodotti Dop e Igp" ha risposto Martina, riferendosi anche all’attività svolta dall’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi che si era attivato su segnalazione del Consorzio tutela San Marzano per il caso del pomodoro fresco commercializzato con quella denominazione in Belgio.
 
“L’Icqrf, svolge, infatti, costantemente azioni dirette a tutelare la qualità e l’identità dei nostri prodotti agroalimentari per contrastare la contraffazione, l’usurpazione e l’imitazione dei prodotti agroalimentari, oltre all’evocazione di una denominazione protetta o di un segno distintivo o marchio per la designazione o presentazione del prodotto – ha sottolineato Martina, che ha aggiunto – la stessa tutela vale per un prodotto straordinario come il Pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese Nocerino, non consentiremo a nessuno di evocare l’Italia o l’area di produzione per sfruttare commercialmente questo valore”.
 
A questo punto Martina ha ricordato la cancellazione dal registro varietale della cultivar originaria San Marzano, avvenuta con decreto ministeriale del 22 giugno 1991, a seguito dell’estinzione provocata dalla virosi. E ha affermato “Ad oggi, nel predetto registro, figurano iscritte quatto varietà di pomodoro che contengono nel nome il riferimento al San Marzano. Queste specie pertanto sono coltivabili nel territorio europeo, ciò che è vietato è l’evocazione dell’origine italiana del prodotto.”
 
Fin qui Martina conferma l’esistenza dell'ostacolo ad una eventuale proposizione della Dop sul San Marzano fresco nell’areale della Dop per il pomodoro pelato, dove le cultivar oggi utilizzate sono invece Kiros e Smeg 20.
Il ministro però aggiunge: "Reputo di fondamentale importanza continuare il dibattito iniziato in sede europea già in occasione della predisposizione del Regolamento 1169 del 2011, al fine di giungere ad indicazioni in etichetta che informino correttamente il consumatore sull’origine e provenienza del prodotto, dalla materia prima all’ultima trasformazione”.
Lungo questa linea di indicazioni obbligatorie sulle etichette potrebbero così coesistere pomodori freschi di cultivar registrate come “tipo San Marzano” - non Dop e magari non Italiani - con il Pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese Nocerino fresco Dop, ottenuto con le cultivar Kiros e Smeg 20.