Puglia
Capitanata, grano e foraggi falcidiati dalla siccità. Copagri chiede lo stato di calamità

"Nonostante le recenti piogge, quest'anno la siccità in Capitanata significherà il 30 per cento in meno nella produzione di grano, il 40 per cento in quella di foraggi per animali". L'allarme arriva dalla Copagri di Foggia, la quale denuncia come "la mancata risoluzione delle problematiche idriche del territorio continui a causare gravi danni economici".

I drastici cali produttivi rischiano di mettere in ginocchio le imprese, comportando - come spiega il presidente di Copagri Luigi Inneo - "un ulteriore aggravio sulle spese di produzione per gli allevatori, costringendoli a comprare foraggio da altri territori".

Vista la situazione, Copagri ritiene quindi opportuno il riconoscimento dello stato di calamità per garantire un sostegno agli operatori, "già fortemente provati da anni di crisi del settore".

"La nostra maggiore preoccupazione - sottolinea Inneo - è dovuta al rischio concreto che siano in molti, e soprattutto i più giovani e qualificati, ad abbandonare l'agricoltura, con gravi danni a quello che, nonostante tutto, ancora oggi è il principale comparto produttivo di Capitanata".

"Non possiamo più affidarci esclusivamente alle piogge, ma dobbiamo - sottolinea Inneo - attivarci, con le istituzioni provinciali, regionali e nazionali, affinché si possa trovare una soluzione definitiva e strutturale al problema della siccità che storicamente ci affligge". Per questo, la Copagri di Foggia è sempre più impegnata in una campagna di sensibilizzazione, nei confronti delle Istituzioni e della società civile, sulle problematiche idriche della Capitanata, "la cui risoluzione significherebbe un vero salto di qualità - conclude Inneo - per le nostre produzioni agricole e per l'intera economia provinciale".

Fonte: Copagri Foggia

 

Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Veneto
Agroalimentare, nel Nordest il 29% del fatturato cooperativo

Ammonta a 10 miliardi di euro il fatturato prodotto dalle 800 cooperative agricole che operano in Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Veneto.

Con una indiscussa posizione di leadership in settori quali la zootecnia, il vino, i formaggi e l’ortofrutta, le imprese cooperative del Nordest (il 14% del totale) generano di fatto il 29% di tutta la ricchezza della cooperazione agroalimentare nazionale, pari a 34,3 miliardi di euro (dati 2008). Se si considera anche l’Emilia-Romagna, che realizza da sola il 35% del fatturato nazionale della cooperazione agroalimentare, il peso delle 4 regioni raggiunge addirittura il 64% della ricchezza generata dalla cooperazione nel Paese.

Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia sono, dopo Emilia-Romagna e Lombardia, le principali regioni della cooperazione lattiero-casearia, con una quota pari al 22% del fatturato cooperativo nazionale del settore.

Fortissimo anche il peso delle cooperative vitivinicole: il Veneto e il Trentino Alto Adige sono rispettivamente la prima e la terza regione nella graduatoria delle principali regioni della cooperazione vitivinicola e generano da sole il 41% del fatturato complessivo nazionale (24% il Veneto e 17% del Trentino Alto Adige).

Nell’ortofrutta, significativo il peso del Trentino Alto Adige, in cui è concentrato il 19% del fatturato generato dalle cooperative del settore.

Le cifre sono state rese note dall’Osservatorio della Cooperazione Agricola, istituito presso il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e costituito dalle cinque organizzazioni cooperative (Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare, Agci-Agrital, Unci e Unicoop), nell’ambito di un incontro svoltosi a Verona il primo febbraio 2012.

Fonte: Fedagri-Confcooperative

 

Sicilia
Illeciti fiscali e frode alimentare al mercato di Vittoria (Rg)

La Guardia di Finanza di Ragusa ha concluso un'articolata indagine sul mercato ortofrutticolo di Vittoria, più volte oggetto di contestazioni per la scarsa trasparenza della filiera dei prezzi. "Il mercato di Vittoria - spiega un comunicato della Guardia di Finanza - è un centro di particolare importanza in quanto le moltissime aziende di produzione e commercio che operano nel suo contesto danno lavoro a decine di migliaia di addetti, per un giro d'affari complessivo di centinaia di milioni di euro".

Le verifiche fiscali ed i controlli incrociati, insieme a perquisizioni ed ispezioni documentali disposte dalla Procura della Repubblica, ha consentito, nel complesso, di constatare redditi non dichiarati per 18 milioni di euro e segnalare all'Autorità Giudiziaria 74 responsabili per reati di frode in commercio, truffa, turbativa d'asta, abuso d'ufficio, peculato, favoreggiamento reale, falso e bancarotta fraudolenta.

L'indagine ha permesso anche di scoprire tre operatori che hanno commercializzato oltre 27 tonnellate di pomodorini importati dalla Tunisia e ceduti nei mercati del Nord Italia come di provenienza nazionale dopo diversi passaggi tra aziende gestite dagli stessi indagati e finalizzati proprio a mascherare la reale provenienza della merce.

Fonte: Guardia di Finanza

 

Puglia
Stefano: 'La Regione non può partecipare all'aumento di capitale dello zuccherificio del Molise'

"La Puglia continuerà ad assicurare il proprio impegno politico istituzionale a favore dello zuccherificio del Molise", ma pur essendo consapevole del "delicato e difficile momento che sta investendo lo stabilimento", non potrà versare una quota di ricapitalizzazione dello 0,0098%, pari a circa 1.470 euro, in quanto i soggetti istituzionali sono tenuti per legge a perseguire "esclusivamente obiettivi di natura istituzionale".

Lo afferma l'assessore pugliese all'Agricoltura, Dario Stefano. "Pur potendo, - prosegue l'assessore - val la pena ricordare la situazione disastrata in cui versano le casse degli enti regionali, e la Puglia purtroppo non fa eccezione, a causa dei tagli imposti dalle manovre di Tremonti già nel 2010. Ma in ogni caso, sarebbe una operazione nel solco della non liceità, che non possiamo immaginare assolutamente di intraprendere". 

"Nello specifico - precisa Stefano - a dettare la linea è la normativa nazionale, che per tutelare la concorrenza ed il mercato, stabilisce che le Regioni non possono costituire società aventi per oggetto attività di produzione di beni e di servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali".

Fonte: Agrapress

 

Sardegna
Prezzo del latte ovicaprino, si tiene oggi l'assemblea dei pastori

Oggi a Tramatza, in provincia di Oristano, si tiene un'assemblea dei pastori per discutere della situazione del comparto ovicaprino e in particolare per affrontare il tema della vertenza sul prezzo del latte in relazione alla costituzione del Consorzio per la commercializzazione del pecorino romano ed agli strumenti per la valorizzazione dell'Igp agnello di Sardegna.

"L'iniziativa - afferma Martino Scanu, presidente della Cia regionale, che ha promosso l'assemblea - cade in un momento di drammatica crisi generale che rischia di aggravare irrimediabilmente le condizioni di una agricoltura da tempo ormai allo stremo."

Fonte: Agrapress