Diamo la consueta occhiata alla palla di cristallo per il mercato cerealicolo. La stagione entrante si preannuncia ancora come condizionata dai drammatici eventi geopolitici: la guerra in Ucraina e le difficoltà di trasporto sugli stretti continuano a influenzare il commercio europeo e mondiale.
I principali analisti internazionali del settore prevedono per l'Unione Europea un leggero aumento della produzione complessiva di cereali ma un riduzione per quanto riguarda il grano (da 134 a 129 milioni di tonnellate secondo le previsioni Usda).
Per il grano le semine sono state in diminuzione in Francia, Germania, Ungheria, Romania e Polonia. In alcuni di questi paesi (nel Nord Ovest del continente) le piogge hanno fino ad ora impedito le operazioni primaverili e vi potrebbe essere un ulteriore calo delle raccolte attese. Aumenti produttivi sono invece previsti in Spagna, Danimarca e Italia.
L'importazione di cereali da parte di Spagna e Italia è vista in ribasso.
Per quanto riguarda la concorrenza internazionale un ruolo fondamentale sarà ancora una volta giocato dall'Ucraina: se la guerra continuerà continueranno presumibilmente le agevolazioni daziarie. L'Ucraina, negli ultimi due anni, ha spostato in misura massiccia (da più o meno il 5 a quasi il 60%) le proprie esportazioni globali verso l'Unione Europea, avendo enormi difficoltà di trasporto e commerciali per tutte le altre destinazioni marittime nonostante gli accordi patrocinati dalle Nazioni Unite.
Dati interessanti provengono anche dal Canada, come noto fonte di approvvigionamento per il nostro paese per i grani di forza. In Canada è attesa una stagione con notevoli raccolte cerealicole (+5% circa) in cui si distinguerà proprio il grano duro, per il quale si prevede una raccolta pari a 5,5 milioni di tonnellate circa con un incremento del 36% rispetto al 2023.
Lo ripetiamo e ripeteremo ad libitum: guardando avanti per la produzione agricola italiana saranno fondamentali gli accordi di filiera accompagnati un forte promozione del prodotto nazionale.