Tra le cause della mancanza di competitività dell'olio extravergine di oliva italiano sui mercati internazionali ci sono sicuramente gli alti costi di produzione e la scarsa produttività per unità di superficie. Tra gli strumenti volti a migliorare questo ultimo aspetto ci sono il miglioramento della difesa da malattie fungine e insetti, prima fra tutti la mosca dell'olivo, nonché una nutrizione equilibrata in grado di sostenere il potenziale produttivo delle piante.
Proprio per migliorare la difesa e la nutrizione dell'olivo il Gal Terre del Primitivo (società consortile a responsabilità limitata costituitasi nel 2003 per attuare il Piano di Sviluppo Locale omonimo, nell'ambito del Programma Comunitario Leader +) ha predisposto, nell'ambito dell'intervento a regia diretta B5.2 - Psr 2014-2020, un oliveto nel comune di Avetrana (Ta) nel quale sono state messe in campo le più moderne tecniche di agricoltura di precisione.
"Lo scopo ultimo è verificare se le moderne innovazioni siano in grado di produrre un beneficio tangibile per l'olivicoltore", spiega Salvatore Attanasio, agronomo consulente del Gal Terre del Primitivo.
"I sensori sono stati installati durante il corso del 2023 e nei prossimi anni saremo in grado di raccogliere dati e di gestire l'impianto in un'ottica di precisione. Se la sperimentazione porterà a risultati positivi il campo prova diventerà una vetrina per tutti gli olivicoltori della zona, che potranno così prendere spunto per modificare il modo in cui gestiscono i propri oliveti".
Droni, le sentinelle del cielo
L'agricoltura di precisione si basa sulla possibilità di gestire i campi prendendo decisioni puntuali sulla base dei dati raccolti in campo. Una fonte di informazioni sperimentata dal Gal Terre del Primitivo è l'utilizzo di droni equipaggiati con camere multispettrali in grado di captare le diverse lunghezze d'onda della luce solare riflessa dalle chiome degli ulivi. Analizzando tali dati è così possibile sviluppare degli indici di vegetazione, come l'Ndvi, che offre un'ottima stima della vigorìa delle piante. Ma non solo.
"Grazie agli algoritmi che abbiamo sviluppato internamente siamo anche in grado di individuare stress idrici e carenze nutritive, come ad esempio di azoto o di potassio, basandoci sulle rilevazioni effettuate dalle camere multispettrali", sottolinea Raffaele Ranieri, fondatore di SkyDrone360, società specializzata nella fornitura di servizi di agricoltura di precisione basati sull'uso dei droni, a cui il Gal Terre del Primitivo ha affidato il compito di seguire l'oliveto dimostrativo.
Mappa per l'identificazione delle carenze nutritive di potassio
(Fonte foto: Salvatore Attanasio, agronomo consulente del Gal Terre del Primitivo)
Una volta individuate le carenze nutritive, l'agricoltore può successivamente intervenire con fertilizzazioni mirate, aventi come obiettivo quello di soddisfare appieno il fabbisogno nutritivo dell'olivo, senza tuttavia sprecare il prodotto. In questo modo si riesce a massimizzare il rapporto tra input agronomici e quantità di olive prodotte.
Discorso simile si può fare per la risorsa acqua. Se in passato si riteneva che l'olivo fosse una pianta non particolarmente esigente dal punto di vista idrico, oggi sappiamo che per ottenere produzioni soddisfacenti è necessario fornire alle piante il giusto quantitativo di acqua, soprattutto in momenti critici come la fioritura.
"Ad oggi abbiamo effettuato diversi rilevamenti con il drone sull'uliveto sperimentale di Avetrana e abbiamo elaborato i dati al fine di produrre dei report che siano utili all'agricoltore per gestire al meglio l'impianto", sottolinea Ranieri.
Anche la difesa dalla mosca dell'olivo si fa smart
Altro filone d'intervento è quello che ha riguardato la difesa dell'olivo da Bactrocera oleae, il principale fitofago della coltura, in grado di arrecare seri danni alla produttività degli oliveti.
In questo caso sono state installate in campo delle trappole smart, in grado di scattare in maniera autonoma delle fotografie ai pannelli collosi sui quali vengono bloccati gli adulti della mosca. Tali immagini vengono poi caricate dalla trappola in un applicativo cloud e sono disponibili per la consultazione da parte di tecnici e agricoltori.
La trappola smart presente nell'oliveto
(Fonte foto: Gal Terre del Primitivo)
Il passo successivo è quello di applicare a tali fotografie degli algoritmi di riconoscimento delle immagini in grado di distinguere gli adulti di mosca dell'olivo dalle altre specie di insetti rimasti intrappolati e di valutarne il numero. In questo modo il tecnico che si trova a dover gestire molteplici oliveti non ha l'obbligo di recarsi in campo per verificare le catture, ma consultando le informazioni fornite dal sistema può valutare il livello di pressione della mosca.
"I dati forniti attraverso questo servizio sono di sicura utilità, ma è poi sempre necessario effettuare dei sopralluoghi in campo per il campionamento delle drupe al fine di valutare l'effettiva presenza di punture di ovideposizione o di larve", specifica Attanasio.
Anche l'olivicoltura ha bisogno di innovazione
L'uso di capannine meteo smart, di droni e di sensori in campo ha il potenziale di abilitare un nuovo approccio all'olivicoltura, volto a massimizzare le produzioni e ad abbattere l'impronta ambientale del settore.
In questo contesto anche l'Unione Europea sta sostenendo tale percorso di cambiamento. L'attuale Politica Agricola Comune (Pac) prevede fondi specifici per il comparto, come anche il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). L'obiettivo deve essere quello di mantenere l'attuale livello qualitativo, riconosciuto in tutto il mondo, migliorando la produttività degli oliveti e abbattendo gli sprechi e i costi di produzione.
Iniziative come quelle portate avanti dal Gal Terre del Primitivo sono delle interessanti vetrine per mostrare alle comunità locali le potenzialità degli strumenti digitali oggi a disposizione. Strumenti che sono sempre più precisi e abbordabili, ma che ancora trovano poco spazio nel contesto olivicolo nazionale.
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