A dirlo è l'ultimo comunicato del 30 agosto 2021, pubblicato della rete StopVelutina coordinata dal Crea. Sempre più apicoltori infatti segnalano la presenza del calabrone nei loro apiari, in particolare di esemplari in caccia di api davanti alle arnie.
Le segnalazioni avvengono sia tramite l'uso delle trappole di monitoraggio, sia, soprattutto in questo periodo dell'anno, tramite l'avvistamento visivo delle operaie di Vespa velutina in apiario.
Tra La Spezia e Massa Carrara le prime segnalazioni risalgono agli ultimi mesi del 2018 e sono andate sempre ad aumentare.
Al 2020 risalgono invece i ritrovamenti dei primi nidi in zona, che hanno confermato la presenza stanziale del calabrone e che ha portato a classificare la zona come zona rossa, cioè la zona dove ormai la presenza del calabrone è endemica.
In provincia di Massa Carrara, le segnalazioni hanno iniziato ad interessare anche la Lunigiana, una delle zone più vocate del territorio per l'apicoltura, zona che ha visto il riconoscimento della prima denominazione di origine del miele in Italia, il miele della Lunigiana Dop, appunto.
Secondo il comunicato di StopVelutina, oggi le provincie di La Spezia e di Massa Carrara sono le due provincie più problematiche d'Italia dopo quella di Imperia, almeno per quanto riguarda le segnalazioni.
Al momento gli apicoltori e i tecnici non riportano particolari danni a carico degli alveari, come fenomeni di spopolamento o di blocco del volo delle api, cosa che invece è avvenuta e avviene nelle zone più colpite della provincia di Imperia.
Tuttavia, il fatto che per ora i danni non siano elevati non deve assolutamente far sottovalutare il problema, sia per quanto riguarda queste zone, sia per quanto riguarda il rischio di diffusione nei territori limitrofi e non.
L'appello resta quindi quello di mantenere alta l'attenzione e continuare con il monitoraggio, sia con l'uso delle trappole alimentari, sia con l'osservazione diretta davanti agli alveari.