Il conflitto Russia-Ucraina sta avendo impatto su moltissimi settori dell'agricoltura e, a cascata, sulla disponibilità di alimenti di uso quotidiano. Le scorte di olio di girasole, ad esempio, di cui sia Ucraina che Russia sono tra i maggiori produttori, potrebbero finire, secondo Assitol, l'Associazione Italiana dell'Industria Olearia, nel giro di un mese, con ricadute sull'industria alimentare, sull'horeca, sull'industria oleochimica ed energetica e non per ultimo sulle nostre tavole e dispense. La sostituzione dell'impiego di olio di girasole con olio di palma, sarà la più immediata conseguenza, incidendo non solo sul piano ambientale ma anche sull'aumento dei costi di importazione, considerata la maggiore distanza dei Paesi produttori.


Una situazione che si preannuncia abbastanza grave se si pensa che negli ultimi anni siamo diventati sempre più dipendenti dall'estero quasi raddoppiando l'import di olio di girasole, che da circa 350 milioni del 2016 è diventato 625 milioni nel 2021. Ancora Assitol sostiene che negli ultimi 10 anni la produzione italiana di girasole si sia dimezzata, passando da una superficie di circa 200mila ettari ad una di 120mila.

 

Per uscire dalla crisi e tamponare l'emergenza - data la stringente preoccupazione che in Ucraina possa saltare la semina 2022, determinando un serio problema di approvvigionamento - il nostro Paese si sta muovendo su diversi fronti, la più facile e più immediata soluzione è quella di diversificare le fonti, rivolgendosi soprattutto alle vicine Romania e Bulgaria, oltre che virare su altre tipologie come appunto l'olio di palma. Queste soluzioni, tuttavia, non sembrano né sufficienti, né prive di criticità e di rischi. La strategia più auspicabile, quindi, da incentivare e sostenere, sarebbe quella di rinforzare l'olio di girasole nostrano aumentando le superfici di coltivazione. Non basta però coltivare di più, occorre che la coltura, nel suo complesso, sia più produttiva.

 

Il girasole è una coltivazione tipicamente estiva che generalmente segue un cereale autunno-vernino in avvicendamento, pertanto trova quasi sempre terreni poveri o molto poveri di nutrienti e quantità di azoto limitate. Il migliore rendimento, quindi, è garantito da fertilizzanti organo-minerali con nutrienti a lenta cessione, ricchi di sostanza organica umificata che li protegge dai rischi di perdite per insolubilizzazione, lisciviazione e volatilizzazione. L'efficienza nutrizionale dei fertilizzanti organo-minerali Unimer non solo consente di abbassare i costi di gestione e semplificare le lavorazioni, ma anche di ridurre l'import di fertilizzanti dall'estero e di contenere notevolmente l'impatto ambientale.


Spesso il girasole viene concimato alla stregua dei cereali con apporti esclusivi di azoto e fosforo mentre la coltura ha anche notevoli necessità di potassio. Per questo motivo, Unimer consiglia l'impiego di Challenge, concime organo-minerale NPK (Mg) 5-12-12 (2) con Zn, da distribuire con le ultime lavorazioni pre semina.

 

Per le concimazioni di copertura, negli anni, gli agricoltori hanno confermato la preferenza per Maxi Fertil NP (S) 20-10 (10) e Super Azotek N32 S (7)

 

Maxi Fertil è un concime organo-minerale NP con zolfo caratterizzato dalla presenza di quattro diverse forme di azoto che può essere applicato durante la fase di sviluppo della coltura, possibilmente facendo seguire la concimazione da una leggera sarchiatura. Il suo contenuto di fosforo favorisce un'eccellente fioritura.

 

Super Azotek N32 è un concime organo-minerale azotato con zolfo da applicarsi precocemente, in copertura, nella fase di sviluppo delle prime foglie vere.


La presenza di sostanza organica umificata e di diverse forme azotate in questi formulati, permette un rilascio graduale e prolungato dell'azoto che consente di mantenere la coltura in uno stato nutrizionale ottimale per tutto il ciclo vegetativo. Il contenuto di zolfo ne completa il profilo nutrizionale e aumenta notevolmente l'efficienza complessiva della concimazione. Lo zolfo infatti ottimizza il metabolismo vegetale e consente una migliore utilizzazione dell'azoto da parte della pianta, con risvolti positivi sulla sua capacità produttiva. 

 

Oggi che il seme di girasole sta registrando un significativo aumento delle quotazioni, applicare le corrette strategie di fertilizzazione può aiutare l'agricoltore ad ottenere il massimo risultato produttivo per un'eccezionale redditività della coltura.