Complessivamente i cinque lavori presentati sulle drupacee hanno riguardato:
- validazione di un modello previsionale sullo sviluppo epidemiologico e messa a punto di strategie di difesa per il controllo del cancro rameale del pesco (tre lavori);
- valutazione di interventi in pre e post raccolta per il contenimento della monilia del pesco (un lavoro);
- valutazione di diverse strategie nel contenimento delle batteriosi dell'albicocco (un lavoro).
Fusicocco del pesco
Nonostante che il cancro rameale del pesco, provocato da Phomopsis amygdali e comunemente chiamato fusicocco, costituisca un'avversità che continua a creare grossi problemi alla produzione agricola, non è ancora definita una strategia di controllo che sia in grado di posizionare correttamente gli interventi di difesa.Per questo motivo il Servizio fitosanitario della Regione Emilia-Romagna e il Centro di saggio (CdS) Astra Innovazione di Faenza hanno presentato un lavoro che ha riportato l'esperienza condotta in due anni di prove durante i quali sono stati validati, nei nostri ambienti, i parametri che sono alla base di un modello previsionale, pubblicato nel 2003 da Lalancette et al., funzionale alla determinazione dei periodi infettivi nel corso dei quali concentrare gli interventi fungicidi. In particolare, il modello sperimentale in esame si basa sul principio per il quale la sporulazione dei cirri, contenenti i conidi responsabili delle nuove infezioni durante periodi di bagnatura delle foglie, è favorita da temperature comprese tra 15 e 25°C, con un ottimo sui 20°C.
Il lavoro è stato condotto con una metodologia particolarmente accurata, esponendo diversi astoni in campo, in corrispondenza con tutte le precipitazioni che si sono verificate nel periodo (autunno 2016, 2017 e primavera 2018). Il protocollo adottato ha quindi consentito di individuare i momenti in cui si sono effettivamente riscontrate le infezioni di fusicocco.
Le esperienze hanno confermato che i periodi più critici sono stati l'autunno e la primavera, in concomitanza con temperature sufficientemente alte; allo stesso tempo non si sono verificate infezioni in periodi piovosi primaverili con basse temperature e nel periodo estivo, con alte temperature. Gli autori ritengono che i risultati dell'esperienza condotta si possano considerare soddisfacenti: inoltre l'80% dei casi il modello previsionale proposto, sulla base delle condizioni di bagnatura e temperatura, ha consentito di individuare i momenti in cui intervenire con interventi specifici, rendendo così i trattamenti più precisi ed efficaci.
Ancora il Servizio fitosanitario della Regione Emilia-Romagna, insieme alla Soc. Coop. Terremerse di Bagnacavallo e Isagro, ha presentato un lavoro sulla valutazione di due formulati a base di Trichoderma spp e rame. Le esperienze presentate sono state condotte in Romagna, a Cotignola e Fusignano, tra il 2015 e il 2018. Sono state poste a confronto con un testimone diverse tesi in cui sono stati impegnati tiofanate metile (4 interventi), una miscela di ossicloruro tetraramico con idrossido di rame impiegato da solo, in sei trattamenti, seguiti da una applicazione con tiofanate metile, una tesi con una miscela di Trichoderma asperellum con Trichoderma gamsii usato da solo o in abbinamento con due applicazioni di tiofanate metile. Le performance che si sono dimostrate migliori, nel controllo del fusicocco, sono state conseguite nella tesi trattata con quattro interventi con tiofanate metile e dalla tesi con sei interventi con la miscela dei due rameici seguita da un intervento con tiofanate metile.
Pari a queste performance, ma numericamente inferiori in una delle quattro prove, anche la tesi con quattro interventi con la miscela dei due Trichoderma, seguiti da due interventi con tiofanate metile. Tutte le tesi sperimentali si sono ben differenziate dal testimone. Gli autori segnalano quindi che sia la miscela dei due prodotti rameici che la miscela dei due prodotti a base di Trichoderma possano costituire validi strumenti da inserire nelle strategie di difesa da adottare per il controllo del fusicocco.
Il Servizio fitosanitario della Regione Emilia-Romagna e il CdS Astra Innovazione di Faenza hanno inoltre presentato un lavoro, condotto nel triennio 2017-2019 su giovani astoni inoculati con Phomopsis amygdali, in cui è stata valutata l'attività di una nuova miscela di Trichoderma asperellum con Trichoderma gamsii a confronto con una tesi trattata con tiofanate metile e con un testimone. La metodologia sperimentale adottata è stata molto funzionale, il tiofanate metile ha confermato la propria efficacia, differenziandosi sempre da testimone, in diversi casi anche in modo significativo. Meno lineare il comportamento della miscela di Trichoderma asperellum con Trichoderma gamsii che solo in alcune prove si è differenziato dal testimone, anche se solo numericamente e non in modo significativo. Inoltre, da segnalare che l'aggiunta del concime liquido Manni-Plex Multi Mix non ha migliorato l'efficacia della miscela con i due Trichoderma.
Monilia su pesco
Sempre più difficile contenere la monilia negli ultimi anni. Per questo il CdS Astra Innovazione di Faenza e Syngenta hanno presentato un lavoro con due anni di prova in cui sono state messe a confronto due trattamenti applicati in campo, con importanti standard di riferimento del settore, con una strategia nella quale ai tradizionali due trattamenti di pre raccolta, realizzati con il fludioxonil, è stato aggiunto un trattamento di post raccolta con un formulato sempre a base di fludioxonil, ma specificatamente autorizzato dalle autorità competenti per un utilizzo in questa fase (Scholar).In entrambe le prove le tesi che hanno ricevuto il trattamento in post raccolta si sono differenziate significativamente evidenziando performance molto buone e rassicuranti. Tra le tesi con i soli trattamenti in preraccolta solo la tesi a base di fluopyram+tebuconazolo non si è statisticamente differenziata dalla tesi con il trattamento in post raccolta, mentre sono decisamente da rivedere le tesi con gli altri prodotti (tebuconazolo, fludioxinil+cyprodini, difenconazolo e difenoconazolo+isopyrazam).
Batteriosi dell'albicocco
Il Servizio fitosanitario della Regione Emilia-Romagna, il CdS Astra Innovazione di Faenza e la coop Agrintesa di Faenza hanno presentato un lavoro sulla valutazione di alcune sostanze per il contenimento delle batteriosi dell'albicocco. Il lavoro riporta i risultati di quattro prove, condotte nel 2018 e nel 2019, in cui sono state impostate strategie di difesa con due o tre interventi in autunno inverno, a partire dalla caduta delle foglie, seguiti da un intervento alla ripresa vegetativa, a rottura gemme, e da quattro interventi primaverili a partire dalla scamiciatura, con intervalli fra loro di sette/dieci giorni.Sono stati messi a confronto prodotti rameici, vari prodotti a basso impatto ambientale (Bacillus amyloliquefaciens ceppo D747, Bacillus subtilis ceppo QST 713, ecc.) e alcuni prodotti di sintesi (mancozeb e captano). Gli autori ritengono che abbiano dimostrato una buona efficacia il mancozeb, il captano e i due bacillus in prova. Altre buone possibilità di impiego sono state inoltre dimostrate dal chitosano, sostanza di base, e anche dal solfato dodecaidrato di potassio e alluminio. Infine, sulla base dei risultati acquisiti, segnalano che dopo la scamiciatura l'impiego del rame deve essere valutato con attenzione per evitare possibili fenomeni di fitotossicità; in questo senso devono essere considerate le specifiche caratteristiche dei formulati impiegati e l'andamento climatico.
Queste alcune analisi sintetiche e soggettive, per una lettura più completa dei lavori si invita ad acquisire gli atti prendendo contatto direttamente con la segreteria organizzativa delle Giornate fitopatologiche al seguente indirizzo email: giornatefitopatologiche@unibo.it
L'edizione 2020 ha prodotto oltre 130 lavori raccolti in circa 1200 pagine.
In un'ottica di divulgazione, AgroNotizie ha riassunto i contenuti in un ciclo di articoli dal nome "Difesa e diserbo, lo stato dell'arte" dedicati alla difesa dalle avversità animali, difesa dalle malattie, controllo delle infestanti e mezzi di difesa.
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Fonte: Agronotizie