Una frase attribuita a seconda dei casi al filosofo svizzero Jean-Jacques Rousseau, oppure a quello francese François-Marie Arouet, più noto come Voltaire, e perfino al filosofo inglese Francis Bacon. Una terna di pensatori i quali, indipendentemente dalla paternità della frase in questione, pare proprio ci abbiano azzeccato nel merito: se una calunnia viene riportata più e più volte, alla fine qualcosa pur ne resta, magari con delle conseguenze talvolta grottesche come appunto si evincerebbe gettando lo sguardo al di là delle Alpi, in Francia.
Sul tema dei tumori esistono statistiche e studi epidemiologici corposi, anche grazie, purtroppo, all'elevato numero di casi che consente valutazioni precise sui fattori di rischio, cioè quelli che aumentano la predisposizione a sviluppare particolari tipi di cancro.
Numeri, quelli oncologici, che a una lettura attenta confermano come vi sia una profonda differenza fra rischio percepito e rischio reale.
Non a caso, sui media rimbalzano periodicamente notizie allarmanti su ipotetiche cause di tumori, dai campi elettromagnetici, tipo quelli dei cellulari o degli elettrodotti, agli PFAS nelle acque, come pure ai pesticidi. Non stupisce quindi che anche la piramide del rischio percepito appaia ribaltata nell'immaginario popolare, il quale spesso teme fattori di rischio dall'irrisorio all'inesistente, ignorando al contempo quelli che invece hanno un peso drammatico nelle statistiche.
Proprio in tal senso, in Francia sono state diffuse delle infografiche recanti le percentuali relative ai principali fattori di rischio oncologico, basandosi su dati ufficiali dell'Organizzazione mondiale della sanità.
Analizzando tali dati emergerebbe infatti come ammontino a 142mila casi i tumori l'anno che dipenderebbero dagli stili di vita della popolazione. Circa il 40% dei casi di tumore transalpini sarebbero infatti favoriti da abitudini sbagliate dei francesi, a partire dal fumo che inciderebbe da solo per il 20% su tutti i casi di tumore registrati. A questo si aggiunge l'8% causato dall'alcol, tutto, anche quello contenuto nel vino, con buona pace di chi vive su tale business.
A pari merito nelle statistiche oncologiche francesi stallerebbero poi sul 5,4% l'alimentazione squilibrata e il sovrappeso, figlio diretto del punto precedente. Solo tali fattori di rischio causerebbero come detto 142mila casi l'anno, cioè il 40% del totale. Una parte consistente dei tumori è infatti legata a fattori genetici e, banalmente, al caso. Del resto, la Natura qualche modo doveva pur trovarlo per eliminare alcuni individui per fare spazio ad altri.
Tutto sommato, peraltro, tali fattori di rischio sono in parte sovrapponibili anche a quelli che incidono sulle malattie cardiovascolari alla base di ictus e infarti, anch'essi sul podio delle cause di morte.
Stili di vita, ma non solo
Vi sono poi altri fattori di rischio legati agli stili di vita che sono stati individuati con chiarezza e quindi contabilizzati in termini percentuali. Per esempio, l'esposizione al Sole causerebbe il 3% dei casi di tumore in Francia. Lo 0,9% deriverebbe dalla sedentarietà, lo 0,7% dall'esposizione a radiazioni ionizzanti (questa in effetti ben poco deliberata, essendo figlia di necessità sanitarie), lo 0,6% dall'assunzione di ormoni esogeni, come per esempio la pillola anticoncezionale, infine lo 0,5% deriverebbe da una durata dell'allattamento inferiore ai sei mesi. Un fattore di rischio in effetti alquanto imperscrutabile.Poi, vi sarebbero i fattori di rischio legati all'esposizione ambientale indesiderata e involontaria ad agenti potenzialmente cancerogeni. In testa a tale categoria col 4% si piazzano infatti gli agenti infettivi. Non a caso, i tumori al fegato sono legati a infezioni da virus dell'epatite B, come pure i tumori al collo dell'utero sono incentivati da infezioni da Papilloma virus. Agli agenti infettivi seguono con il 3,6% le esposizioni di tipo professionale di varia natura. Molti sono i fattori di rischio per la salute che albergano infatti nei luoghi di lavoro, specialmente in certe fabbriche e officine.
Chi però s'illudesse di salvarsi stando chiuso in casa propria, è bene si ricreda, perché l'1,2% dei casi sarebbe stato identificato nell'esposizione al Radon, cioè il gas emesso dai muri, anche da quelli delle abitazioni domestiche. Con lo 0,4% si piazzano penultimi gli inquinanti atmosferici e con lo 0,1% le sostanze chimiche presenti in generale nell'ambiente. Si ripete: lo 0,1%, tutte le sostanze chimiche presenti nell'ambiente. Tutte.
Tumori e prevenzione: che fare?
Come si vede, gli sforzi maggiori da compiere per il bene dei cittadini sarebbero nella direzione di incentivare stili di vita più virtuosi, avulsi da fumo, da eccessi alimentari, da sedentarietà e, perché no, anche da una maggiore morigeratezza nelle libagioni.Anche una maggiore attenzione alle condizioni igienico sanitarie aiuterebbe sensibilmente, al pari di interventi più efficaci sugli ambienti di lavoro.
Ma mentre questi dati e suggerimenti venivano diffusi Oltralpe, dalla Francia arrivava una notizia che lascia comprendere come il mondo giri talvolta alla rovescia, ovvero quella che riporta la decisione delle Autorità transalpine di proibire Roundup Pro 360. Tale formulato contiene glifosate, erbicida verso il quale il presidente francese Emmanuel Macron ha già promesso la proibizione entro il 2022, dando in qualche modo ascolto anche ai manifestanti divenuti ormai noti con il nome di Gilet gialli, i quali fra le varie richieste prioritarie avanzate al Governo hanno appunto inserto il bando di glifosate dalla Francia in quanto ritenuto cancerogeno.
Chissà, magari dopo tale gazzarra ci sta siano andati tutti a casa, fumando forse una sigaretta, cenando poi con carni lavorate e cotte insieme al loro grasso e quindi emulsionate con birra o vino, nel più totale disprezzo della bilancia e delle statistiche sanitarie.
Perché come detto all'inizio di questo articolo, nell'immaginario collettivo la percezione dei rischi poco ha a che vedere con i rischi reali.
In sostanza, si chiede il bando delle pagliuzze, mentre si sta seduti sulle travi. A dimostrazione che quando la politica preferisce parlare alle pance, anziché ai cervelli, poco vi è da aspettarsi di buono dal futuro.
Perché la tossicologia, in fondo, è più semplice da comprendere di quanto sembri.