Ogni incontro ha preso avvio con una breve presentazione da parte di Renzo Angelini, direttore Marketing di Bayer CropScience, che ha illustrato gli orientamenti dell’ azienda sottolineando il forte impegno di proporre agrofarmaci sempre più innovativi e di sostenere la valorizzazione del prodotto agricolo italiano. Esempio di questo è il primo volume intitolato “Il grano” della collana editoriale “Coltura & Cultura”, presentato ufficialmente nel corso degli incontri.
Di seguito una sintesi degli interventi presentati nel corso degli eventi dai vari rappresentanti della filiera cerealicola.
Gaetano Boggini, Cra di Sant’Angelo Lodigiano, dopo aver ribadito che la produzione nazionale di frumento tenero copre solo il 35% del fabbisogno, ha sottolineato l’importanza per l’industria di disporre di partite di elevata qualità tecnologica ed igienico-sanitaria. A tal fine consiglia agli agricoltori di puntare maggiormente sulle nuove varietà più produttive, di adottare tecniche colturali idonee e di realizzare stoccaggi differenziati qualitativamente omogenei. Infine, egli auspica un’ammodernamento del listino delle borse merci con quotazioni in funzione delle destinazioni d’uso. Conclusioni analoghe sono state tratte da Marco Mazzoncini, Università di Pisa, che ha sostenuto come la qualità intrinseca ed estrinseca della granella di frumento può rappresentare, insieme all’attivazione di filiere locali basate su produzioni certificate, uno strumento di riqualificazione e differenziazione delle produzioni cerealicole in grado di creare valore aggiunto. Anch’egli ha confermato l’importanza della scelta varietale, della corretta tecnica di fertilizzazione e della protezione delle colture dalle infestanti e dalle malattie fungine.
“Un grano duro italiano per una pasta italiana” è stato il titolo della presentazione di Bruna Saviotti, Associazione italiana sementieri, che ha attribuito alla riduzione della qualità del frumento duro italiano (in termini di contenuto proteico, di caratteristiche fisiche della granella e di conseguenza della salubrità dei prodotti alimentari derivati) la discrepanza che si riscontra tra i consumi di pasta e la riduzione delle superfici italiane coltivate a grano nel biennio 2004-2006. Bruna Saviotti ha auspicato il ritorno ad una produzione di qualità individuando tra l’altro i fattori che sono in grado di influenzarla ovvero la scelta varietale, la tecnica di coltivazione, l’ambiente, l’andamento climatico e la presenza di patogeni.
Giannicola Caione, Organizzazione produttori cerealicoli, ha evidenziato come l’agrotecnica in campo ed, in particolare, un diserbo efficiente e mirato possano contribuire non poco ad ottenere frumenti con alte produzioni e ottima qualità. Ha, inoltre, espresso la necessità, per garantire il futuro della cerealicoltura nel Meridione, di creare organizzazioni di produttori e condividere un contratto di filiera, in modo da assicurare al cerealicoltore il collocamento del prodotto e il riconoscimento della qualità. A questo proposito ha portato l’esempio del contratto Sigrad, una società interprofessionale che riunisce diversi attori della filiera cerealicola come sementieri, produttori e trasformatori.
Il progetto Sigrad è emerso anche nell’intervento di Marco Silvestri, Unità filera grano duro e ricerca materie prime strategiche di Barilla, che ha presentato “La Filiera del Grano Duro, l’Esperienza Barilla”. Silvestri ha rimarcato l’importanza strategica che ha per Barilla il grano duro, in quanto materia prima base per la produzione della pasta, e gli sforzi compiuti dall’azienda per contribuire all’integrazione di filiera. Solo con la collaborazione fattiva dei diversi operatori e il controllo approfondito della produzione agricola, dello stoccaggio, della molitura e della produzione della pasta è possibile progettare, costruire e mantenere la qualità del prodotto finito, e una pasta di alta qualità si può ottenere solo partendo da grano duro di alta qualità. Ed è a questo proposito che Barilla da anni stipula contratti di coltivazione e stimola lo sviluppo di progetti di filiera, come per esempio proprio il progetto Sigrad, che consentono di ottenere produzioni di qualità superiore per il consumatore e trasferiscono valore a tutta la filiera a partire dall’agricoltore.
La necessità di un controllo dei processi produttivi, sia sotto l’aspetto tecnologico e merceologico che sotto l’aspetto igienico sanitario, allo scopo di raggiungere standard più elevati possibili di sicurezza alimentare per garantire l’alta qualità del frumento, è stata l’argomento fulcro dell’intervento di Paola D'Avella, Sistemi gestione qualità dei Molini Tandoi Pellegrino spa.
Daniela Sgrilletta, Istituto sperimentale per la cerealicoltura, ha evidenziato l’importanza dello stoccaggio post-raccolta nel condizionare la qualità sia essa agronomica, tecnologica o commerciale del frumento e ha presentato il sistema in rete, operativo dal 1998, per il controllo della qualità nelle strutture che ricevono la granella per lo stoccaggio.
Sempre del mondo scientifico gli interventi di Odoardo Basile, Studio tecnico associato Cerere, che ha presentato “Gli aspetti della cerealicoltura in ambiente tosco-laziale” soffermandosi sugli aspetti specifici di problematiche colturali dovute a funghi, insetti ed erbe infestanti, in particolare alla comparsa di nuove specie di malerbe e alla loro dislocazione geografica.
Claudia Miceli, Ense di Palermo, e Giulia Gallo, Stazione consortile sperimentale di granicoltura per la Sicilia, hanno discusso rispettivamente della contaminazione del frumento da flora infestante e da micotossine. Bernardo Messina, Consorzio di ricerca G.P. Ballatore, ha descritto il progetto della durata di sette anni dal 2000 al 2007 sulla qualità e tracciabilità del grano duro e gli obiettivi futuri. Sandro Puglisi, Consorzio Crisma, ha illustrato l’attività del Consorzio “Crisma”, realtà operante sul territorio siciliano che coordina le attività di diversi soggetti appartenenti alla filiera cerealicola (agricoltore, stoccatore, ditta sementiera, industria di prima e seconda trasformazione, trasportatori). Lo scopo è quello di assicurare produzioni di alta qualità, di garantirne la tracciabilità e di migliorare il sistema organizzativo della filiera granicola.
L’intervento di Massimo Palombo, Istituto sperimentale per la serealicoltura di Catania, dal titolo “La valorizzazione del grano duro siciliano per la panificazione” richiamava l’attenzione sull’identificazione delle varietà idonee al processo di panificazione in base a valutazioni del contenuto proteico, del contenuto in glutine, della stabilità dell’impasto al farinografo ed infine al P/L alveografico.
Numerosi sono stati gli interventi dei ricercatori appartenenti ad enti pubblici e privati che hanno descritto e riportato i risultati di numerose prove condotte sul nuovo prodotto Hussar maxx. Gabriele Rapparini, Università di Bologna, dopo aver evidenziato i fattori che condizionano l’assorbimento fogliare dei diserbanti di post-emergenza del frumento (quali il clima, la tecnica di applicazione dei prodotti e la morfologia e la fisiologia della pianta) ed indicato le condizioni d’impiego ottimali dei prodotti in post-emergenza, ha presentato l’attività sperimentale svolta con Hussar maxx. La sperimentazione ha evidenziato l’elevata efficacia erbicida, da pari a superiore agli standard di riferimento, la buona selettività varietale (per le dodici varietà di frumento tenero e le tredici di grano duro saggiate) indipendente dalle condizioni di applicazione, e l’assenza di effetti sulle colture in successione.
Questi risultati sono stati confermati da Roberto Paolini, Dipartimento di Produzione vegetale dell’Università della Tuscia di Viterbo, in un triennio di prove condotte in agro romano e viterbese; dalle prove sperimentali sul diserbo del grano duro condotte a Foggia, Altamura (Ba) e Lacedonia (Av) da Pasquale Montemurro, Università di Bari; da Claudio Cristiani, responsabile R&S del Consorzio agrario di Bologna e Modena, che ha descritto le prove effettuate quest’anno su frumento duro infestato da avena, alopecuro e galium; dalla prova di Ravenna su frumento tenero, fortemente infestata da alopecuro e papavero, descritta da Antonio Allegri, Consorzio agrario di Ravenna; dalle prove condotte a Montemarciano (An) da Rodolfo Santilocchi, Università Politecnica delle Marche; da Rodolfo Telloli, Cisac, che ha riportato i risultati della prova condotta in provincia di Ferrara; da Denis Bartolini, Agronomica, con la prova effettuata in provincia di Ravenna ed infine dalle otto prove sperimentali svoltesi nel quinquennio 2002-2006 nell’area del Centro Italia (province di Perugia, Siena e Grosseto), illustrate da Dino Alberati, consulente tecnico scientifico. Quest’ultimo, nel suo intervento, ha anche indicato l’importanza dell’epoca di esecuzione del trattamento erbicida, indicando come i trattamenti precoci, effettuati durante l’accestimento del grano, massimizzano il potenziale produttivo della coltura.
Nelle Marche Giuliano Mazzieri, Assam, ha illustrato il ruolo di questo ente, soffermandosi in particolare sull’attività di sperimentazione sulle varietà di frumento, e Francesco Corvi, Assam, ha illustrato i risultati di una prova sperimentale del 2006 volta a valutare l’efficacia erbicida e la selettività di Hussar maxx sulla varietà di grano duro Iride.
Dal mondo dei produttori sono intervenuti Vito Roberto, contoterzista, e Sandro Giuliodori, direttore dell’azienda agricola “Sam” nelle Marche. Entrambi hanno presentato le proprie esperienze con Atlantis, erbicida introdotto da Bayer CropScience nella scorsa campagna cerealicola. Vito Roberto ha presentato i risultati ottenuti da diversi contoterzisti di Puglia, Campania e Basilicata; molto positivi ed unanimi i giudizi sul prodotto, sia dal punto di vista dell’efficacia che sugli effetti sulle colture in rotazione. Sandro Giuliodori ha confermato l’eccellente efficacia di Atlantis WG su tutte le infestanti graminacee presenti (Avena, Lolium, Phalaris, Alopecurus); l’ottima attività su crucifere, romici, stellaria, galium e papavero. Infine, l’elevata selettività per la coltura anche con applicazioni tardive.
Tutti gli incontri sono stati conclusi da Dario Gangemi, product manager di Bayer CropScience, il quale ha presentato Hussar maxx, il nuovo erbicida "one pass" di post-emergenza del frumento. Hussar maxx, grazie alle sue caratteristiche innovative, è in grado di controllare le più importanti e diffuse erbe infestanti del grano, sia graminacee che dicotiledoni, comprese alcune cosiddette "difficili" quali Lolium, Bromus e Galium. Ciò è confermato dalle oltre cento prove sperimentali condotte in tutta Italia a partire dal 2001, sia da parte di Bayer CropScience che da Università ed Enti di Ricerca. Queste dimostrano che Hussar maxx garantisce un'efficacia da uguale a superiore ai migliori standards di riferimento. Hussar maxx è selettivo sulla coltura, grazie alla presenza di un antidoto agronomico specifico; inoltre consente la normale rotazione colturale. Oltre che per l'ampio spettro di azione, Hussar Maxx si contraddistingue per la semplicità di impiego, rendendo il prodotto indicato per il controllo delle infestazioni miste in tutti i comprensori cerealicoli.
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Fonte: Agronotizie