"La situazione è disastrosa. Abbiamo dovuto abbattere oltre il settanta per cento degli impianti. Dei quindici ettari coltivati che avevo, me ne restano appena quattro, e la malattia continua ad avanzare. Se non si fa qualcosa subito, qui rischiamo di chiudere tutti".
Renato Campoli da Latina è un produttore "storico" dell'Agro Pontino: le prime coltivazioni di Hayward le ha impiantate nel 1973, in frazione Borgo Flora. E mai avrebbe immaginato che trent'anni dopo, il fulcro dell'economia di quella che in molti chiamano la "piccola Nuova Zelanda" italiana, sarebbe stato a rischio estinzione.
Colpa del dello Pseudomonas syringae pv. actinidiae, il microrganismo che causa la Batteriosi del kiwi, segnalato per la prima volta in Italia nel 1994 proprio nella provincia di Latina, che sta mettendo in ginocchio i produttori della zona e che, su un totale di circa 900 ettari, ha già compromesso circa l'80 per cento delle coltivazioni.
"La malattia ha colpito in modo irreversibile - continua Campoli - e se il governo e la pubblica amministrazione non intervengono in tempi brevi, siamo destinati alla chiusura. La priorità adesso è sostenere il reddito e il futuro delle aziende agricole". A rischio ci sono oltre un milione e mezzo di tonnellate di prodotto, per un valore che supera i 60 milioni di euro.
E quel che più preoccupa, è che al momento il metodo di lotta alla batteriosi è in via di sperimentazione. "Non ci sono prodotti sicuri né garanzie - continua il produttore -. Sono in corso i test, ma non saremo in grado di dire nulla di certo fino alla ripresa vegetativa, ovvero marzo 2011. E per noi sarà troppo tardi".
Rispetto al giallo, il bilancio è meno pesante per il kiwi verde, varietà Hayward, colpito solo - si fa per dire - su foglie e tralci.
"Siamo in uno stato di allerta. Il danno al momento è contenuto - spiega Gianni Cosmi, presidente del Consorzio Igp Latina -, parliamo di un 6-10% di coltivazioni compromesse. A rischio non è tanto la campagna di quest'anno, quanto la prossima. Chiediamo al ministro Galan di mettere in campo una task force che affronti il problema".
A questo proposito, nei giorni scorsi il capogruppo del Pd in Commissione Agricoltura, Nicodemo Oliverio, ha presentato un'interrogazione al ministro Galan, sul sostegno ai produttori proprio nella provincia di Latina.
"La coltura sta subendo un gravissimo attacco che ha già aggredito 600 ettari di terreno coltivato a kiwi giallo (Actinidia Chinensis c.v. Hort 16) che sono stati, nel giro di due anni, completamente distrutti e capitozzati in alcuni casi sopra al punto d'innesto per riallevare la stessa varietà di kiwi giallo ed in altri casi sotto il punto d'innesto, per riallevare la varietà sottostante, generalmente Hayward", scrive Oliveiro.
"La carica batterica è tale - continua il capogruppo - che anche le coltivazioni di kiwi verde (Actinidia Deliciosa c.v. Hayward), vero perno dell'economia pontina, anche se come coltivazione è più resistente, vengono aggredite da questa batteriosi, si ritiene che almeno 400 ettari siano stati contaminati". "Purtroppo fino ad oggi non si sono evidenziati rimedi utili al contenimento di tale contagio - continua l'interrogazione -: unica cura risulta il taglio delle piante affette, con relativa bruciatura".
Di qui la richiesta di interventi immediati sia sul fronte scientifico che per sostenere i produttori.
"A tutt'oggi - questa la risposta di Galan - la normativa comunitaria di riferimento (Direttiva 2000/29/CE) non prescrive che vegetali e prodotti vegetali di Actinidia siano sottoposti ad ispezione fitosanitaria nel luogo di produzione o nel paese d'origine per poter essere, rispettivamente, spostati o introdotti nel territorio della Comunità.
Tuttavia, per avviare le procedure per l'adozione delle misure fitosanitarie a livello comunitario, è stato segnalato alla Commissione europea e all'Organizzazione europea e mediterranea per la protezione dei vegetali (Eppo), l'incremento del patogeno.
Per coadiuvare la ricerca già in atto a livello regionale, il mio ministero ha finanziato nell'anno in corso un progetto di durata biennale, per una linea di ricerca specifica per Pseudomonas syringae pv. actinidiae, che si svilupperà secondo un piano di attività studiato da esperti scientifici del Cra-Centro di ricerca per la patologia vegetale, col supporto del Servizio fitosanitario centrale e dei servizi fitosanitari regionali".
E' inoltre allo studio del Comitato fitosanitario nazionale un provvedimento che preveda misure d'emergenza da applicare all'attività vivaistica e alla movimentazione del materiale di moltiplicazione delle piante di actinidia.