L'Italia punta a recitare un ruolo da primo attore nella riscrittura della Politica Agricola Comune, a cominciare dalle azioni da intraprendere subito per consentire al mondo agricolo di arrivare al prossimo autunno, quando il nuovo Parlamento Ue e la nuova Commissione potrebbero aprire il cantiere per una revisione di medio termine della Pac o per puntare a delineare l'architettura della programmazione post 2027.

 

È questo l'elemento confermato durante la conferenza stampa di ieri, 27 febbraio 2024, tenuta a Roma dal ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida nella sala Cavour del Masaf. Durante il suo intervento, il ministro ha illustrato i contenuti del non paper presentato dall'Italia al Consiglio Agrifish del 26 febbraio scorso, contenente una serie di proposte di pronto intervento per tamponare la crisi agricola in atto e venire incontro alle richieste degli agricoltori: con spunti che vanno da interventi mirati sulla condizionalità rafforzata fino a novità in fatto di moratoria sul credito e semplificazione.

 

Tali indicazioni - secondo il ministro Lollobrigida - sono state ampiamente condivise dai ministri agricoli del resto d'Europa, anche se non sono state oggetto di decisioni politiche, ma saranno presentate al Consiglio Europeo del 20 e 21 marzo prossimi, che sarà uno snodo importante, in vista del successivo Consiglio Ue di aprile, nel quale la Commissione Ue porterà gli input per definire l'agenda strategica 2024-2029 dell'Unione.

 

Un primo segnale forte in tal senso era giunto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che il 26 febbraio scorso, nel suo messaggio all'assemblea straordinaria di Confagricoltura aveva detto: "L'agricoltura è un settore strategico, e noi riteniamo che debba essere al centro non solo delle politiche nazionali, ma anche europee. Per questo, abbiamo chiesto e ottenuto che l'agricoltura fosse uno dei punti all'ordine del giorno del prossimo Consiglio Europeo di marzo. E in quella sede continueremo a sostenere la centralità di un comparto fondamentale, non solamente per la nostra economia ma anche per la nostra identità e il nostro futuro".

 

Un passaggio importante nella dialettica istituzionale dell'Unione, all'interno del quale l'Italia punta a rilanciare il ruolo strategico del settore agricolo: "L'Italia è tornata centrale in Europa. Abbiamo avuto l'occasione, attraverso un documento strategico, di presentare le criticità e gli errori che l'Europa fino ad ora ha compiuto indicando una strada per correggerlo. Questo è stato apprezzato da tutti i ministri che sono intervenuti, che in modo esplicito hanno detto che l'Italia ha ragione".

 

Il ministro è anche intervenuto sul cantiere già aperto con le organizzazioni agricole in vista della possibile revisione di medio termine dalle Pac, ovvero della nuova Pac post 2027, annunciando che nella proposta dell'Italia potrebbe trovare posto un ritorno dei premi accoppiati "perché se è sbagliato pagare gli agricoltori per non coltivare la terra, occorre restituire loro degli incentivi per spingere determinate produzioni, ovviamente evitando le storture che pure ci sono state nel passato" ha sottolineato Lollobrigida.

 

Le richieste Italiane sulla Pac tra breve e medio termine

Nel non paper presentato il 26 febbraio a Bruxelles, già condiviso con le organizzazioni agricole, apprezzato dai ministri agricoli Ue e rinviato alla discussione del Consiglio Europeo del prossimo marzo, dopo un'analisi della genesi della Pac a 2027, concepita prima delle crisi covid-19 e guerre in Ucraina e Medio Oriente, vengono presentate le azioni immediate con una premessa essenziale: "Sarebbe quanto mai necessario rivedere la Pac 2023-2027 per rispondere alle criticità, ma il processo decisionale per mettere in campo una vera e propria revisione di medio termine avrebbe tempi probabilmente incompatibili con l'agenda dei prossimi mesi, che vede alle porte le elezioni europee e la scadenza della attuale Commissione. Questo non impedisce, tuttavia, di individuare alcuni punti su cui può essere possibile intervenire anche in tempi brevi, nonché di fissare alcuni paletti per quella che sarà la Pac successiva al 2027".

 

Proposte Italiane su Pac e settore agricolo

Nel non paper italiano ci sono poi anche le proposte sulle altre politiche che pure incidono sul settore agricolo. Vediamo ora quelle che riguardano in senso stretto la Pac e l'economia agricola.

 

Un nuovo quadro temporaneo

Come accaduto per la pandemia da covid-19 e per la crisi energetica, nel documento si sottolinea che "sarebbero necessarie tre azioni di risposta concreta alle difficoltà in cui versa l'agricoltura europea, in particolare quella italiana, legate al livello ancora alto dei tassi di interesse, all'aumento dei costi di produzione e alla difficoltà di farvi fronte con un'adeguata crescita dei prezzi dei prodotti venduti dagli agricoltori lungo la filiera che va dal campo alla tavola".

 

Secondo il documento italiano la Commissione dovrebbe: adottare un quadro temporaneo per fronteggiare la crisi del settore agricolo; garantire una moratoria europea sui debiti degli agricoltori dei diversi Stati membri; incrementare l'importo degli aiuti in de minimis nel settore agricolo a 50mila euro.

 

Pagamenti diretti

L'Italia, per "assicurare la sicurezza degli approvvigionamenti e la sostenibilità economica" punta alla rimozione dell'obbligo di messa a riposo dei terreni (Bcaa 8): "per i prossimi anni, di deroga in deroga rispetto alla normativa Pac in vigore, nella prossima Pac in via definitiva" è scritto nel documento.

 

Tutto questo perché "in presenza di un territorio ricco di aree di particolare valenza ambientale (siepi, alberature, incolti, fossi, aree cespugliate, eccetera) non ha alcun senso obbligare l'agricoltore a mettere a riposo parte della propria superficie aziendale".

 

L'Italia punta a rivedere profondamente la Bcaa 7 (avvicendamento colturale), che già oggi ha avuto la necessità di deroghe regionali in Sicilia e Puglia. "In ogni caso, occorre garantire maggiore flessibilità agli Stati membri, in modo da adattare i vari impegni alle condizioni pedoclimatiche di ciascun territorio" si sottolinea nel documento.

 

Ma sui pagamenti diretti l'Italia ha posto anche la questione del budget e qui ha spostato le richieste oltre i confini dell'immediatezza: "La Pac deve essere dotata di adeguate risorse finanziarie, con l'obiettivo di sostenere il reddito degli agricoltori, assicurare la sicurezza alimentare e mantenere un tessuto rurale vitale. L'attuale dotazione non è sufficiente a garantire il necessario equilibrio tra sostenibilità economica e ambientale".

 

Ma se le risorse sono giudicate insufficienti, l'Italia chiede anche "stabilità di regole e incentivi, cristallizzando la situazione attuale dei pagamenti diretti, il cui budget deve essere considerevolmente aumentato con la prossima Pac" questo perché "Non è possibile cambiare le regole ogni cinque anni, come avvenuto negli ultimi venti anni, un lasso di tempo che non permette il break-even nemmeno degli investimenti minimi".

 

Nell'immediato inoltre l'Italia chiede un aumento dei contributi sul Primo Pilastro "Per contribuire al ricambio generazionale e all'innesto di forze imprenditoriali fresche e propense all'innovazione" ovviamente in deroga all'attuale impianto Pac, mentre andrebbe studiato un potenziamento per la programmazione post 2027.

 

Ecoschemi

Poche righe sugli Ecoschemi, ma essenziali: "Alla luce dei risultati raggiunti dopo il primo anno di attuazione, occorre avviare un'attenta riflessione sugli Ecoschemi, soprattutto per quanto concerne la possibilità di remunerare la produzione di beni pubblici e le esternalità positive prodotte dal settore agricolo".

 

Proposte sulle politiche e gli interventi di settore

Olio extra vergine di oliva: l'Italia ha proposto la quantificazione del contributo unionale destinato al sostegno dell'intervento settoriale in favore di questo prodotto che si basa sulla percentuale del valore della produzione commercializzata e che non dovrà scendere al di sotto del 15% per tutto il periodo di programmazione in corso.

 

Ortofrutta: l'intensità dell'aiuto della spesa effettivamente sostenuta dagli operatori ortofrutticoli dovrebbe essere innalzata dall'attuale 50% al 60%, riducendo, al contempo, la partecipazione finanziaria a carico del produttore e/o dell'organizzazione, in modo da rendere meno gravoso il peso economico per i produttori.

 

Settore vino: l'Italia chiede che i limiti temporali previsti per le autorizzazioni e il reimpianto di vigneti devono essere eliminati o ampliati ad almeno 8 anni, in modo da consentire ai viticoltori di disporre di maggior tempo per realizzare gli investimenti, anche in considerazione delle difficoltà legate all'attuale contesto socioeconomico. Tra gli interventi da finanziare nel settore vino, occorre inserire - secondo il non paper - anche l'estirpazione dei vigneti per problemi fitosanitari, il suo reimpianto e la copertura dei costi per il mancato reddito.

 

Sempre per il settore vino l'Italia ha chiesto di prevedere un sistema in base al quale - senza attendere l'adozione di uno specifico atto da parte della Commissione Ue - gli Stati membri siano messi in condizione di attivare misure straordinarie necessarie per risolvere questioni emergenziali, come è stato fatto in passato con l'attivazione della distillazione di crisi, in modo che lo Stato membro possa adottare tali strumenti con tempestività.

 

Interventi di mercato Ue

A fronte delle numerose crisi, occorre rafforzare gli attuali strumenti di intervento sul mercato, con l'apertura di stoccaggi di prodotti agricoli a livello unionale e nazionale, sulla base di esigenze specifiche, anche locali, manifestate dagli Stati membri, da sostenere con risorse unionali e anche aiuti di stato.

 

Sviluppo rurale

L'Italia ha chiesto sul Secondo Pilastro un "piano straordinario per il ricambio generazionale e la diffusione di innovazione e servizi per le imprese agricole, per renderle più efficienti, vitali e sostenibili". Per gli agricoltori under 40 gli incentivi dovrebbero essere estesi anche oltre i primi 5 anni dall'apertura dell'azienda, per accompagnare meglio la crescita dell'impresa e la sua competitività. Per i giovani e i piccoli agricoltori devono essere previste misure di accesso alla terra.

 

Per gli strumenti della gestione del rischio in agricoltura attivi nei Complementi di Sviluppo Rurale, secondo l'Italia devono essere previste formule di compensazione anti cicliche, anche di tipo diretto, come dei contributi alla ricostituzione del capitale di anticipazione, una misura che va oltre quindi quella già esistente della ricostituzione del potenziale produttivo distrutto da calamità.

 

Nella nuova visione delle politiche per lo sviluppo rurale rientrano i contratti di filiera che dovranno essere adeguatamente incentivati "per dare stabilità al sistema e permettere pianificazioni di medio termine".
Per quanto concerne gli aspetti finanziari "occorre adottare regole transitorie urgenti per disciplinare il passaggio dal periodo 2014-2022 al periodo 2023-2027".

 

Gestione delle crisi

Per affrontare meglio le calamità l'Italia propone una riserva di crisi di importo adeguato, da finanziare con risorse extra Pac, per evitare ulteriori decurtazioni ai pagamenti diretti, come accade già con il fondo catastrofale AgriCat e gli interventi dell'attuale fondo di crisi, che attinge al Feaga.

 

Semplificazione Pac

Sul piano della semplificazione l'Italia prevede una profonda revisione dei Piani Strategici Nazionali, che vanno ridotti all'osso, con ampio margine di discrezionalità nell'uso delle azioni e delle misure rispetto al raggiungimento degli obiettivi prefissati, che va ben oltre quanto già deciso a Bruxelles il 26 febbraio a livello politico.

 

Inoltre, per la zootecnia, il periodo di osservazione e di controllo della consistenza del bestiame dovrebbe essere ridotta di almeno tre mesi (oggi è prevista per l'intero anno solare) "in modo da poter erogare gli anticipi della Pac in tempi più brevi rispetto ad oggi" ed evitare fenomeni di slittamento come accaduto già con la domanda unica 2023.

 

Sui tempi per l'entrata in vigore delle modifiche ai Piani strategici proposte dagli Stati membri l'Italia chiede un accorciamento, in modo da garantire ai beneficiari di aderire ai vari impegni senza dover perdere un'intera annata agraria. In particolare, le modifiche ai Piani devono entrare in vigore a decorrere dalla notifica alla Commissione Europea, senza dover attendere la relativa decisione, sia per il Primo che per il Secondo Pilastro.

 

Sempre nell'ottica della semplificazione, i controlli relativi alla riduzione dei prodotti fitosanitari "devono poter essere effettuati attraverso il registro dei trattamenti, che contiene dati dichiarati dagli agricoltori e informazioni provenienti da banche dati certificate. I controlli dell'amministrazione si limiteranno alla verifica della congruità dei relativi dati" è scritto nel documento.

 

Le richieste italiane sulle altre politiche

Le politiche agricole sono strettamente interconnesse con le politiche commerciali, ambientali e di mercato e della salute e nel documento strategico presentato dall'Italia fanno capolino richieste precise anche sulle altre politiche che incidono sull'economia agricola.

 

Relazioni commerciali

Il documento dell'Italia chiede un impegno preciso sulle relazioni commerciali con i Paesi terzi: "Nessun accordo commerciale tra Commissione Europea e Paesi terzi può essere stipulato se non si garantiscono gli stessi standard in vigore nel mercato Ue, in termini di sicurezza sanitaria, alimentare ed ambientale, sicurezza sul lavoro e diritti dei lavoratori. In linea con tale principio, la Commissione Europea è invitata a riesaminare tutte le cosiddette import tolerance su prodotti alimentari importati, per tutti i prodotti fitosanitari non autorizzati sul mercato Ue, in modo da tutelare la salute dei cittadini e non svantaggiare gli agricoltori europei".

 

Concorrenza e trasparenza dei mercati

Il non paper rileva - in tema di concorrenza e trasparenza dei mercati che "risulta opportuno irrobustire l'impianto normativo della direttiva di contrasto alle pratiche sleali nel settore agroalimentare, pensando alle possibilità di intervenire per supportare il potere contrattuale (e/o per prevedere la compensazione) delle componenti più deboli della filiera e assicurare maggiore trasparenza dell'origine del prodotto in etichetta".

 

Ripristino della natura e direttiva sul monitoraggio del suolo

Secondo il documento strategico italiano "la proposta di regolamento sul ripristino della natura" - approvata giusto ieri dall'Europarlamento - "deve essere rivista in modo da non determinare ulteriori oneri al settore agricolo. Allo stesso modo, gli impegni previsti dalla direttiva sul monitoraggio del suolo devono essere allineati agli interventi contenuti nei Piani Strategici della Pac".

 

Direttiva nitrati

L'opportunità di cercare alternative all'utilizzo dei fertilizzanti chimici è molto importante, nell'ottica del perseguimento della sostenibilità ambientale, quale obiettivo comune per garantire la vitalità e la resilienza economica e sociale dei sistemi agricoli e delle aree rurali. A tale proposito, il documento ricorda che il Centro Comune di Ricerca Jrc ha portato a termine un progetto di ricerca che mira ad aiutare a definire quali criteri armonizzati potrebbero essere applicati per consentire l'uso di fertilizzanti azotati derivati dal letame.

 

In questo contesto, la Commissione dovrebbe riconoscere gli effetti positivi dell'impiego dei fertilizzanti azotati di origine organica, quali il digestato ottenuto dalla digestione anaerobica di sottoprodotti agricoli e zootecnici, nel pieno rispetto dei principi dell'economia circolare.

 

Problematiche sanitarie e fitosanitarie

Al fine di fronteggiare in maniera adeguata le numerose emergenze di carattere sanitario e fitosanitario, l'Unione Europea si deve dotare di risorse specifiche, per sostenere iniziative comuni e indennizzare gli agricoltori danneggiati, soprattutto se la diffusione di tali patologie è favorita dalla eccessiva presenza di animali selvatici.