Il tema del passaggio generazionale nelle aziende agricole è vera attualità, anche se la maggior parte delle imprese ancora tende a rimandare la questione. È la situazione emersa dal nuovo progetto AgriManager 2023 sviluppato dalla società Agri 2000 e per i quali risultati sono stati trasmessi in un meeting online lunedì 12 febbraio 2024.
Sono 1.600 i questionari raccolti fra le imprese agricole delle province di Bologna, Modena, Ferrara e Reggio Emilia, al fine di raccogliere dati sul tema del passaggio generazionale, questione ormai decisiva vista l'età media dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli italiani, che si lega a doppio filo al tema della continuità aziendale e del tema relativo alle dimensioni delle imprese.
"Siamo già dentro al futuro trattando questo tema e la situazione attuale è a tinte grigio scure - sottolinea il presidente di Agri 2000 Camillo Gardini - il tema generazionale implica un approccio di managerialità e di vision nel futuro che purtroppo ancora tanti imprenditori non hanno, nonostante un'età avanzata. Ma il problema lo si sta ponendo anche perché i rischi della non decisione portano poi difficoltà".
"Secondo lo studio presentato - commenta Gardini - per far sì che in un'impresa agricola vi sia continuità aziendale è necessario che viaggino paralleli due driver: la passione per l'agricoltura e il lavoro in campagna e la redditività aziendale. Quest'ultima, negli ultimi anni, complici fattori esterni ma anche mancanza di managerialità, è troppo spesso mancata".
C'è poi un tema molto personale legato al pensiero in tante imprese. "Dai questionari raccolti, ben oltre il 50% degli imprenditori intervistati ritiene di poter rimanere alla guida dell'impresa agricola fino a oltre 75-80 anni - continua Gardini - dall'altra parte i giovani che scalpitano per poter entrare in azienda e assumersi responsabilità decisionali vedono allontanarsi questo momento e quindi potrebbero cercare anche altre occupazioni al di fuori dell'impresa agricola famigliare".
"Su questo tema è necessario un cambio di passo - conclude il presidente di Agri 2000 - il nostro sistema agricolo ha bisogno di un mix giusto di equilibrio tra grandi aziende dove vi sono certe logiche di processo e piccole e medie imprese guidate da coltivatori diretti o da società di persone, che, poi tramite cooperative o altre forme, possano continuare a produrre il meglio e le eccellenze del nostro agroalimentare, nel segno della distintività e della qualità, le carte da giocare per poter vincere sui mercati delle speciality".