Il comparto risicolo è molto rappresentativo dell'agroalimentare italiano: il Belpaese è il primo produttore europeo di riso, con circa il 50% della coltivazione presente nell'Unione Europea. E la filiera risicola italiana ha messo all'incasso giusto ieri un importante risultato nel Parlamento Europeo di Strasburgo.

 

Il Parlamento Europeo, ieri, 14 dicembre 2023, in seduta plenaria, si è schierato contro l'adozione della proposta del Consiglio Europeo sull'aumento dei limiti di triciclazolo per il riso importato nell'Unione Europea. La proposta era di portare il limite massimo del residuo del fungicida da 0,01 a 0,09 mg/kg per il solo riso di importazione extracomunitario. Questo perché attualmente in Europa questo fungicida non è autorizzato.

 

È stata così approvata - nella forma di una obiezione a un atto di esecuzione - la risoluzione del Parlamento Europeo del 14 dicembre 2023 contraria alla "proposta di regolamento del Consiglio che modifica gli allegati II e V del regolamento (CE) n. 396/2005 del Parlamento Europeo e del Consiglio per quanto riguarda i livelli massimi di residui di triciclazolo in o su determinati prodotti (COM (2023)0499 - 2023/2998(RPS))".

 

Le motivazioni di carattere sanitario

La motivazione più forte degli europarlamentari risiede nel fatto che il triciclazolo - con la Decisione 2008/770/CE della Commissione, del 30 settembre 2008 - non è stato incluso nell'allegato I della Direttiva 91/414/CEE del Consiglio nel 2008, dopo che il Comitato permanente per la catena alimentare e la salute degli animali ha concluso che "esistono indizi chiari per ritenere che possa avere effetti nocivi sulla salute umana e in particolare che la mancanza di dati essenziali non consenta di fissare la dose giornaliera ammissibile (Dga), la dose acuta di riferimento (Dar) e il livello ammissibile di esposizione dell'operatore (Aoel), valori necessari per effettuare una valutazione dei rischi". Tanto che dal 30 marzo 2009 il triciclazolo non è autorizzato all'uso nell'Unione Europea.

 

Sulle questioni di natura sanitaria pesano anche i pesanti giudizi dell'Efsa, l'Ente Europeo per la Sicurezza Alimentare, che nel 2015 ha respinto una richiesta di autorizzazione per l'uso del fungicida nella Ue ricalcando le posizioni già assunte dal Comitato permanente per la catena alimentare e la salute degli animali nel 2008.

 

Le motivazioni di carattere economico

Ma nella motivazione dell'atto di obiezione hanno giocato anche fattori economici legati al principio di reciprocità e di difesa della libera concorrenza, volendo evitare atti di concorrenza sleale da parte di Paesi terzi. nei confronti dei risicoltori dell'Unione Europea.

 

Infatti, tra le motivazioni dell'atto di obiezione trovano posto considerazioni quali "a causa del divieto di tale fungicida, gli agricoltori europei sono stati costretti a investire nella ricerca di pratiche agricole alternative" e che "il divieto di tale fungicida nell'Unione ha comportato una notevole riduzione della produzione europea di riso".

 

Inoltre l'atto di obiezione considera che "da quando il limite massimo di residui di triciclazolo nel riso è stato abbassato al limite di determinazione ed è diventato applicabile in tutta l'Unione nel 2017, i produttori di riso di Paesi terzi hanno fatto ricorso a tecniche agronomiche e hanno adattato i loro modelli commerciali per poter continuare a esportare nell'Unione".

 

Inoltre è stato tenuto nel debito conto che "la filiera risicola europea ha costantemente insistito sulla necessità di una reciprocità delle norme relative all'uso dei fitofarmaci e considerando che il divieto del triciclazolo nell'Unione crea una situazione di totale mancanza di reciprocità, a scapito dei produttori di riso che applicano le norme dell'Unione".

 

Una situazione che a lungo termine, secondo gli eurodeputati "può dare luogo a una concorrenza sleale nei confronti dei produttori di riso che rispettano le norme dell'Unione".

 

Confagricoltura: "Risultato importante"

"Si tratta di un risultato importante per le nostre produzioni - spiega il presidente della Federazione Nazionale di Prodotto Riso di Confagricoltura, Giovanni Perinotti - che formalizza la posizione già espressa il 29 novembre scorso dalla Commissione per l'Ambiente, la Sanità Pubblica e la Sicurezza Alimentare del Parlamento Ue, contraria all'adozione del provvedimento che proponeva di aumentare a 0,09 mg/kg il livello massimo residuo per il triciclazolo, limitatamente al prodotto importato".

 

"L'aumento dei valori - aggiunge Perinotti - avrebbe ulteriormente favorito l'import di riso da Paesi che non hanno gli stessi vincoli alla produzione applicati nella Ue: questo significa che non sarebbe stato possibile garantire la reciprocità nella tutela della sicurezza alimentare, né la tenuta della competitività delle nostre imprese. L'India sarebbe stato il principale beneficiario dell'eventuale adozione della misura respinta ieri dal Parlamento".