Da giovedì sera, 2 novembre 2023, la Toscana è stata colpita da una fortissima ondata di maltempo che ora, stando alle previsioni meteo, sembra iniziare a calmarsi.

 

Ad essere investita è stata soprattutto la parte Nord Ovest della Regione, dove ci sono stati i maggiori allagamenti e dove purtroppo sono morte anche 7 persone.

 

Il vento di libeccio ha alzato violente mareggiate con onde di oltre 4 metri, mentre la pioggia intensa ha ingrossato i corsi d'acqua causando esondazioni e allagamenti.

 

Le piene dei fiumi principali - il Magra in provincia di Massa Carrara, il Serchio a Lucca e l'Arno tra Firenze e Pisa - sono passate senza eccessivi problemi, nonostante il mare agitato ricevesse lentamente l'acqua alla foce.

 

A dare i problemi più gravi invece sono stati i corsi d'acqua minori che hanno tracimato, come il Marina, il Bisenzio e il Fosso Reale che hanno allagato il comune di Campi Bisenzio in provincia di Firenze, il torrente Agna, il Bardena, lo Iolo e il Furba in provincia di Prato e lo Stella nel pistoiese.

 

Allagamenti per le forti piogge anche nel Valdarno inferiore tra Firenze e Pisa e in provincia di Pistoia.

 

Il bilancio più grave è ovviamente quello dei morti.

Per i danni la situazione è ancora in evoluzione.

 

Il governatore della Regione Eugenio Giani, nominato anche commissario per l'emergenza, ha parlato di mezzo miliardo di euro.

 

Pesantemente colpita anche l'agricoltura. Oltre ai danni a serre e capannoni dovuti al vento, gravi ripercussioni si contano già sulla raccolta delle olive e sul ritardo delle semine autunnali, là dove sarà possibile farle.

 

Nella zona della Docg Carmignano, sulle colline di Prato, l'esondazione del Furba ha danneggiato cantine e portato via filari di vigneti.

 

Impressionanti le immagini che arrivano dai vivai del pistoiese, la capitale del vivaismo mondiale, dove in alcune zone l'acqua ha sommerso campi e serre fino anche ad un metro e mezzo di altezza.

 

Immediata è scattata anche la solidarietà del mondo agricolo, con i boscaioli dell'Appennino che si sono resi disponibili per la rimozione degli alberi caduti o trascinati via dalle piene, mentre si moltiplicano le offerte di aiuto da parte delle aziende che non hanno subito danni rilevanti, a quelle più colpite.

 

L'appello di tutte le associazioni di categoria è quello di documentare e segnalare i danni, in modo da poter avere più dati possibili per il riconoscimento dello stato di calamità e lo stanziamento dei fondi per gli indennizzi, e quello di potenziare i consorzi di bonifica.

 

La gestione del territorio è fondamentale, come ha ricordato in una nota anche la Federazione Regionale dei Dottori Agronomi e Forestali della Toscana, per poter far fronte a quella che è stata definita una nuova epoca climatica dove eventi meteorologici di questa portata saranno sempre più frequenti.

 

Ma oltre alla corretta gestione e progettazione del territorio, ricordata dagli agronomi toscani, c'è un altro aspetto da sottolineare: il consumo del suolo.

 

Nelle 3 province più pesantemente colpite, Firenze Prato e Pistoia, nel solo 2021 sono stati edificati oltre 35.600 ettari di terreno, come riporta l'ultimo report dell'Ispra.

 

E per quanto la città metropolitana di Firenze stia cercando di risparmiare suolo e il comune di Montale sia riuscito a non edificare nemmeno 1 ettaro dall'ultima rilevazione, è necessario fare di più e ripensare la pianificazione territoriale modificando anche quello che esiste già, come è stato riconosciuto anche - per non dire perfino - da un rappresentante dell'Ordine degli Ingegneri di Firenze.