Mercoledì 20 settembre 2023 a Roma, si è tenuto il convegno "La nuova architettura della gestione del rischio nel Piano Strategico della Pac 2023-2027" promosso dal Ministero dell'Agricoltura della Sovranità alimentare e delle foreste in collaborazione con Ismea.

 

Durante i lavori è stata annunciata la firma, avvenuta poco prima di un protocollo d'intesa tra Masaf e Protezione Civile per la condivisione dei dati in funzione di attività comuni in caso di eventi catastrofali, in relazione dell'attivazione del Fondo di Solidarietà Europeo, da attivare anche in favore delle aziende agricole danneggiate, strumento non gestito sul bilancio agricolo, ma che in alcuni casi può sostituire gli strumenti di gestione del rischio della Pac.

 

Nel corso dei lavori è stato affrontato il tema dell'integrazione tra gli strumenti di risk management in agricoltura attivati dall'Italia nell'ambito della nuova programmazione della Politica Agricola Comune, con particolare riferimento alle sinergie tra le polizze agevolate e il Fondo Mutualistico Nazionale contro gli eventi catastrofali AgriCat, al suo primo anno di esercizio.


L'Italia, nell'esigenza di rafforzare degli strumenti di gestione del rischio in agricoltura, è stato il primo, tra gli Stati membri dell'Ue, ad attivare un fondo solidaristico tra tutti gli agricoltori - AgriCat - per prevenire le perdite di raccolto da siccità, gelo e brina e alluvione, calamità che stanno assumendo una maggiore incisività nel contesto di intensificazione dei fenomeni legati ai cambiamenti climatici.


Il grave evento alluvionale in Emilia Romagna e le continue emergenze idriche, dopo la peggiore siccità degli ultimi sessant'anni sperimentata nel 2022, hanno confermato la necessità di migliorare la complementarità tra gli strumenti di gestione del rischio per ampliarne la portata risarcitoria, evidenziando inoltre l'importanza di rafforzare le sinergie con il Dipartimento della Protezione Civile, con i fondi danni e reddito privati e con i complementi di programmazione regionale del Piano Strategico della Pac 2023-2027.

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Giuseppe Blasi: "Sistema da migliorare senza smontarlo"

Giuseppe Blasi, Autorità di Gestione del Psp 2023-2027, ha relazionato sul tema "Nuovo approccio del risk management nella Pac 2023-2027". Ed ha esordito esprimendo preoccupazione, perché se è vero che ci sono 700 milioni di euro all'anno a disposizione del settore agricolo per la gestione del rischio sui quattro strumenti disponibili, tale cifra "purtroppo sta diventando insufficiente". L'affermazione è soprattutto riferita all'insufficienza degli aiuti per cofinanziare il costo delle polizze, a causa dell'aumento esponenziale dei premi intervenuto nell'ultimo anno.

 

Blasi ha ricordato come anche a livello di Commissione Ue ci si chiede se la Politica Agricola Comune è sufficientemente attrezzata per affrontare la variabilità del clima che mette sempre più a rischio il reddito degli agricoltori. Questo perché la riserva di crisi della Pac, che pure dispone di 450 milioni all'anno, denaro a disposizione degli agricoltori sul Feaga, se attivata per i danni sottrae risorse ai pagamenti diretti agli agricoltori.

 

Blasi ha affermato che fino al 2021 l'utilizzo della riserva di crisi era limitato ad emergenze generate da crisi di mercato. Ma nel 2023 la Commissione Ue ne ha autorizzato l'utilizzo solo in parte sulle crisi di mercato, se è vero che ben 350 milioni sono stati messi a disposizioni per le emergenze climatiche con un Regolamento di esecuzione dello scorso giugno. Soldi che vanno a Spagna, Portogallo per la siccità e all'Italia.

 

Per l'Italia, in particolare, l'Ue ha stanziato 60 milioni di euro di fondi comunitari che con il cofinanziamento nazionale autorizzato nella misura del 200% arrivano a 180 milioni. Attraverso questi fondi si andranno a compensare i danni della siccità 2022-2023 e dell'alluvione del 2023 per le aree delimitate in Emilia Romagna, Toscana e Marche. "Sarà la prima volta che accade" ha sottolineato Blasi.

 

Ma i soldi del Feaga, che ha una gestione per cassa, vanno spesi entro il 31 gennaio 2024 ed entro il 30 settembre 2023 l'Italia dovrà comunicare a Bruxelles come saranno spesi. "Nel frattempo, non avendo il tempo di attivare nuove procedure - ha spiegato Blasi - andremo ad intercettare le domande già presentate da agricoltori sul Fondo AgriCat per l'alluvione e andremo ad integrare quanto già concesso e non pagato dalle regioni sulla siccità". Con queste risorse, in via eccezionale, come previsto dal Decreto Alluvioni, saranno indennizzati anche i danni da frana, pur non previsti in via ordinaria dal fondo AgriCat.

 

Blasi ha inoltre sottolineato la necessità di "lavorare in parallelo con la Protezione Civile, lavorare insieme nella raccolta di informazioni per dimostrare i danni, ottenere compensazioni ed evitare sovracompensazioni". Il riferimento - in questo caso - è ai danni che possono essere indennizzati alle aziende agricole dal Fondo di Solidarietà Europeo per le Catastrofi, che non opera sul bilancio agricolo e che va inteso come risorsa sostitutiva e non complementare degli strumenti della Pac.

 

Blasi ha infine concluso, con riferimento al lavoro fatto in questi mesi da Agea e dalla società di gestione di AgriCat, suggerendo che "da un momento di confronto come questo devono emergere gli aggiustamenti necessari agli strumenti per la gestione del rischio. Serve collaborazione per non mandare la spesa fuori controllo" e bisogna evitare di "smontare il sistema per egoismi personali e territoriali".

 

Una risposta forse alle richieste di regionalizzazione parziale degli strumenti di gestione del rischio che invece proviene dalla Commissione Politiche Agricole, dove gli assessori regionali chiedono conto allo Stato centrale di una gestione sin qui non soddisfacente.

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Roberto Bruno Mario Giarola: "Attivato protocollo con il Masaf per lo scambio di informazioni"

A seguire è intervenuto Roberto Bruno Mario Giarola, Protezione Civile - direttore Ufficio per il Coordinamento dell'Attività Giuridica, Legislativa e del Contenzioso. "Ci siamo trovati come Protezione Civile e Ministero dell'Agricoltura a fare i conti con tematiche agroforestali, ma non siamo la cavalleria che carica e risolve tutto e subito. Il protocollo che abbiamo firmato con il Ministero poco fa è basato sullo scambio di informazioni. Perché i tempi d'intervento devono essere rapidi. Ecco che ora possiamo avere a disposizione dati per poter lavorare su previsione e prevenzione del rischio anche sul settore agricolo".

 

Giarola ha poi citato il caso di Agenzia Italia Meteo, che ha l'obiettivo di mettere a sistema competenze e conoscenze di tutti gli enti che si interessano di meteorologia per mettere a disposizione di tutti i cittadini i dati dei quali hanno realmente bisogno. Un modello da imitare anche per l'agricoltura, superando una certa separatezza dei dati agricoli dal resto dei dati georiferiti.

 

Salvatore Carfì: "I dati Agea per costruire una mappa del rischio"

Salvatore Carfì, direttore di Agea Coordinamento, ha brevemente spiegato il funzionamento dei sistemi informativi ed il lavoro che prossimamente farà Agea sulla gestione del rischio, sottolineando che Agea è il soggetto che consente di validare tutti i dati agricoli, di conseguenza anche quelli inerenti i danni. Carfì ha poi affermato che Agea e gli Opr, Organismi Pagatori Regionali, detengono informazioni uniche sulla mappatura del rischio. "Dobbiamo fare una mappatura del rischio a monte partendo dai dati Agea e Opr perché sono dati già validati e certificati. Su questi possono essere innestate altre informazioni detenute da Protezione Civile e altri soggetti pubblici. La loro gestione poi arriverà con gli eventi. Una gestione che si tramuterà in sussidi".

 

Bisogna pertanto trovare altri strumenti per arricchire il dato di partenza. Agea ha ortofoto ottenute ogni tre anni interpretate con controlli del territorio frequenti. E gli Opr poi fanno i controlli in loco. "La mappatura del rischio sul territorio può aiutare le compagnie di assicurazione ad abbassare i premi delle polizze" ha affermato Carfì, sottolineando l'esigenza di un coordinamento con il mondo delle compagnie assicurative. Agea in ultima analisi "è a disposizione con i suoi dati per offrire un'opportunità concreta di mappatura del rischio".

 

Il programma Agea 2024 per la gestione del rischio

Entro il 2024, secondo Carfì, i profondi mutamenti in atto in Agea porteranno a cambiare tutto anche negli strumenti della gestione del rischio: "semplifichiamo, controlli preventivi, per andare ad un modello di pagamento automatico".

 

Si parte dal fascicolo aziendale dell'agricoltore grafico, "quindi geospaziale, come richiesto dalla Ue, già calato in ambito Sian. Con la stessa procedura dei pagamenti diretti all'interno del sistema si può operare anche per il pagamento nell'ambito degli strumenti di gestione del rischio". Secondo quanto riferito da Carfì, si potrebbe arrivare così all'erogazione degli aiuti senza che l'agricoltore presenti una domanda, ma semplicemente indicando che è assicurato nel fascicolo aziendale. Devono cooperare per il raggiungimento di questo obiettivo Caa, consorzi di difesa, compagnie assicurative e soggetti gestori dei fondi di mutualizzazione.

 

"Abbiamo validato le linee guida sull'integrazione dei quattro strumenti di gestione del rischio ha sottolineato Carfì -. L'attività sarà lanciata la settimana prossima". E da lì partirà il progetto per essere operativo dai primi mesi del 2024.

 

"L'elemento più importante del processo resta il piano colturale grafico, ma l'azienda dovrà dirci quale parcella e quale animale vuole assicurare - spiega Carfì - Il sistema creerà una piattaforma grafica della gestione del rischio, così noi sapremo quale agricoltore è assicurato e su cosa, in modo da programmare e gestire il tutto in favore dei singoli agricoltori, e dei consorzi di difesa che saranno a questo punto in grado di negoziare le polizze assicurative con le compagnie sulla base di dati certificati georiferiti".

 

Il sistema integra ovviamente anche l'eventuale adesione dell'agricoltore ai fondi di mutualizzazione e all'obbligo di adesione al Fondo Catastrofale AgriCat. "Ma un elemento negativo è che molti agricoltori oggi non sanno che esistono gli strumenti di gestione del rischio - ha sottolineato Carfì, secondo il quale "L'obiettivo finale è il superamento del Pai, il Piano Assicurativo Incentivato, perché è già tutto pronto in piattaforma. Abbiamo oggi un nuovo modello di gestione del rischio".

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Livio Proietti: "AgriCat modello di nazionalizzazione del rischio"

Livio Proietti, commissario straordinario Ismea e amministratore di AgriCat, è intervenuto ricordando la missione di AgriCat nella gestione del rischio integrata solo su eventi catastrofali: siccità, gelo e brina, alluvione. E che punta ad aumentare il grado di resilienza e incrementare il numero delle aziende agricole aderenti agli strumenti della gestione del rischio e di favorire il riequilibrio territoriale dell'intervento pubblico. "AgriCat non ha pretesa assoluta di risarcire - ha specificato Proietti - tanto è vero che nelle misure per le colture permanenti - esclusi agrumi e olivi - la franchigia è elevata al 30% con un limite al risarcimento del 40% del danno - elevabile al 45% per i nuovi iscritti al fondo, che significa che il danno risarcibile effettivo è pari al 10-15%, mentre su agrumi e oliva la franchigia si abbassa al 20% e il risarcimento sale al 15%".

 

Proietti ha quindi ricordato che per AgriCat sono in arrivo le prime trattenute sulla domanda unica della Pac. Elemento che accelera il processo di conoscenza di questo strumento, che è già operativo: "Abbiamo come AgriCat 9mila domande di risarcimento da parte degli agricoltori e degli allevatori. Questo dà il senso di una consapevolezza che ormai il mondo agricolo sta iniziando ad avere, ma che deve sempre più sviluppare. Organizzazioni agricole, consorzi di difesa, assicurazioni e media devono aiutarci a far conoscere gli strumenti di gestione del rischio".

 

"L'Unione Europea guarda ad AgriCat come strumento innovativo, per comprendere se funziona - ha sottolineato Proietti - intanto il fondo funziona: abbiamo inserito nel Sian lo schema di domanda di risarcimento che è stato già utilizzato prima con la brina della scorsa primavera e poi l'alluvione dell'Emilia Romagna, Marche e Toscana".

 

Per Proietti "AgriCat è un modello di nazionalizzazione del rischio, che vale anche per le assicurazioni, perché non è regionalizzando il sistema che gli agricoltori si assicurano di più".

 

Secondo Proietti - che si è poi addentrato nella vicenda dell'alluvione in Emilia Romagna - le mappature di aree danno per coltura saranno sempre più puntuali potendosi avvalere dell'integrazione dei dati di Agea, AgriCat e Ismea, disponibili per la gran parte delle aziende. "Penso ai seminativi in Emilia, dove sappiamo dai satelliti quanta acqua e dove è stata, il che ci porta alla conclusione che se si è superato un certo numero di giorni, la coltura è totalmente perduta, in tale caso il risarcimento può essere accordato su macrozone e con perizie solo su aziende sentinella". Mentre per i frutteti la vicenda è più complessa, dovendo distinguere se il danno è intervenuto solo sul potenziale raccolto o sull'impianto permanente.

 

I risarcimenti per l'Emilia Romagna non terranno conto delle franchigie: in quel caso il risarcimento può arrivare al 100% tra polizze private, incentivate e altri strumenti, "Avremo il problema della sovracompensazione - ha sottolineato Proietti. Validate le domande si procederà ai pagamenti con la dotazione da 50 milioni conferiti dalla legge (un acconto in pratica) e poi "le aziende concorreranno nella mutualità ordinaria. Quindi dovremo attendere la fine dell'anno per la conta definitiva dei danni in tutta Italia. E andremo così a risarcire, nei limiti della dotazione del fondo, tutte le aziende, quelle altrimenti danneggiate e quanto resta da corrispondere alle imprese alluvionate". Queste ultime avranno dalla loro il plus derivante dall'attivazione della riserva di crisi della Pac, con pagamenti che dovranno essere certificati entro il 31 gennaio 2023.