Fotovoltaico semplificato
Cambiano le regole per l'installazione di impianti fotovoltaici, puntando a una semplificazione.
Ne scrive Germana Cassar su Il Sole 24 Ore del 26 aprile, anticipando i contenuti della legge di conversione al "Decreto Bollette".
L'obiettivo è quello di favorire la massima diffusione di questi impianti su edifici o moduli flottanti su invasi e per l'agrovoltaico.
La semplificazione punta sull'ampliamento del numero delle aree classificate idonee, fra queste anche quelle agricole a prescindere da vincoli paesaggistici.
In un sol giorno, in seguito a una dichiarazione di inizio lavori asseverata, sarà possibile autorizzare nuovi impianti e le relative opere, ma di potenza inferiore a 1 Mw.
Non sarà necessaria nemmeno l'autorizzazione paesaggistica anche se il sito è vincolato.
La procedura semplificata sarà applicabile a varie tipologie di impianti e fra questi gli agrovoltaici. Fra gli obiettivi, l'incentivazione delle forme di autoconsumo dell'energia prodotta senza connessione alla rete pubblica.
Banca delle terre
Il prossimo 5 giugno scadranno i termini per accedere all'asta dei terreni agricoli messi a disposizione dalla Banca nazionale delle terre agricole.
Lo riferisce Lorenza Cerbini sul Corriere della Sera del 27 aprile, ricordando che sono ancora disponibili migliaia di ettari sparsi in tutta Italia.
Fabio Del Bravo, responsabile dei Servizi di Sviluppo di Ismea (Istituto di Servizi per l'Agroalimentare), precisa che sono rimessi in circolo 349 terreni per un totale di tredicimila ettari.
Saranno assegnati a giovani entro i 40 anni di età che potranno accedere a forme di pagamento agevolate.
Il recupero alla produzione di questi terreni, altrimenti incolti, assume particolare importanza anche dal punto di vista ambientale, tenuto conto che lasciati senza cura portano a una crescita incontrollata del bosco, aumentando il rischio idrogeologico e la possibilità di incendi.
Tenuto conto del continuo consumo di terreni agricoli, ci si augura che a questo quinto bando di assegnazione ne possano fare seguito altri, finalizzati al primo insediamento dei giovani.
Un modo per favorire il ricambio generazionale e rivitalizzare le economie rurali locali.
Senza dimenticare l'importanza dell'approvvigionamento di prodotti agricoli.
Più mais, forse
in crescita i terreni seminati a orzo (+ 8,6%), leggero aumento (+0,5%) per il frumento tenero, mentre è in calo quello duro (-1,4%), ma preoccupa la flessione del 4,8% degli investimenti a mais.
Sono questi i numeri che escono dal report di Istat sulle previsioni di semina.
Il calo previsto per il mais, si legge sul Giornale di Vicenza del 28 aprile, preoccupa per le conseguenze sulla filiera zootecnica, venendo a mancare una componente importante della razione alimentare degli animali.
Prevedibile poi un aumento dei prezzi che andrebbe ad aggiungersi agli aumenti già sostenuti, che erodono i già stretti margini degli allevatori.
Il report Istat si basa tuttavia su valutazioni precedenti alla decisione della Commissione Europea di estendere alla coltivazione anche i terreni in precedenza destinati al set aside.
Le nuove regole rendono disponibili alla coltivazione circa 200mila ettari di terreni, dai quali si ipotizza di poter ottenere circa 15 milioni di quintali di mais.
I contratti di filiera
L'aiuto può variare dal 10% al 100% in funzione delle dimensioni dell'azienda e dell'intervento che si intende realizzare.
E' quanto previsto dalle norme sui contratti di filiera, che prevede contributi in conto capitale oppure finanziamenti agevolati per le piccole e medie imprese e per i giovani imprenditori del settore agricolo e agroalimentare.
I dettagli sono riportati da Il Sole 24 Ore del 29 aprile, dove si ricorda che sono ammessi alle agevolazioni gli investimenti compresi fra 4 e 50 milioni di euro.
Gli interventi devono essere realizzati entro 4 anni dalla data di sottoscrizione del contratto di filiera.
Sono finanziabili gli interventi che prevedono l'acquisto di beni per la trasformazione di prodotti agricoli e per la loro commercializzazione.
L'importo del progetto per singolo beneficiario è per un minimo di 400mila euro di spesa, che scende a 100mila qualora riguardi investimenti nella produzione agricola primaria.
L'articolo precisa inoltre che il contratto di filiera deve interessare un ambito territoriale multiregionale.
Nel caso interessi una sola regione, l'importo dei costi ammissibili scende all'85%.
Pratiche sleali, prime incertezze
Pagamenti in ritardo, annullamento con breve preavviso, prezzi imposti inferiori ai costi di produzione, e anche restituzione senza pagamento di prodotti invenduti.
Sono alcune delle tipologie commerciali che rientrano nel novero delle pratiche commerciali sleali.
Queste sono state vietate dal decreto dell'8 novembre del 2021, ma la loro applicazione, scrive Giorgio Dell'Orefice su Il Sole 24 Ore del 30 aprile, si sta rivelando tutt'altro che semplice.
Il prossimo 15 giugno, si legge nell'articolo, scadono i termini per adeguare i contratti a queste nuove regole e il passaggio sta creando qualche difficoltà alle industrie.
Da parte di Assolatte, l'associazione delle industrie lattiero casearie, i dubbi riguardano in particolare il divieto di applicare prezzi inferiori ai costi.
In una situazione di forte variabilità dei costi di produzione, come accade da tempo, si potrebbe verificare con facilità la stipulazione di contratti che fissano prezzi che in poche settimane possono rivelarsi in contrasto rispetto alle norme.
Per i produttori di carni trasformate rappresentati da Assica, il problema riguarda la conservabilità, che nel caso dei salumi viene considerata lunga e porta il pagamento da 30 a 60 giorni.
Aspettando Cibus
Il Cibus è alle porte (aprirà a Parma il 3 maggio per chiudersi il giorno 6) e il suo ritorno, dopo le interruzioni dovute all'emergenza sanitaria, coincide con la fibrillazione del mercati agroalimentari.
Carlo Ottaviano su Il Messaggero del primo maggio riporta il commento del ministro per le Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, che evidenzia le forti difficoltà del settore agroalimentare a causa dell'aumento dei costi.
La resistenza della grande distribuzione ad aumentare i prezzi al consumo impedisce di recuperare questi aumenti e per sostenere gli agricoltori si punta a contenere il caro energia.
Altro strumento messo in campo, è il rifinanziamento del Fondo Filiere nel tentativo di sostenere i settori più colpiti, e fra questi il lattiero caseario.
Il presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio, ricorda che a dispetto delle difficoltà il comparto continua a produrre, cercando per di più di innovare.
Lo si potrà toccare con mano al prossimo Cibus dove saranno oltre mille i nuovi prodotti pronti per essere lanciati sul mercato.
Intanto sul fronte dell'export, Ismea certifica i buoni risultati sul fronte dell'export, dove per il secondo anno consecutivo il saldo commerciale è positivo per 3,5 miliardi di euro.
Va però tenuto conto che mentre l'industria alimentare è riuscita a crescere, il settore agricolo ha peggiorato le sue performance, con un disavanzo di circa un miliardo di euro.
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