Ad essersi innamorati di questo prodotto sono prima di tutto i francesi, che consumano il 35% della produzione globale, pari a 15 litri a testa per ogni abitante sopra i quindici anni. Seguiti dagli Stati Uniti, con il 15% (1 litro pro capite) e dalla Germania, con il 7% (2,4 litri pro capite). Mentre l'Italia, sebbene i consumi siano in lenta crescita, consuma circa 1 milione di ettolitri (circa il 4%).
Se alcuni Paesi hanno incrementato le produzioni (come l'Australia), altri invece hanno frenato e così dal 2002 ad oggi la produzione è rimasta relativamente stabile, da 22,4 milioni di ettolitri a 23,5 milioni. Con consumi che nel 2019 sono stati superiori alla produzione. La Francia si conferma primo produttore al mondo, seguita dalla Spagna (4,9 milioni di ettolitri), dagli Stati Uniti e dall'Italia, al quarto posto con 2,2 milioni di ettolitri.
È da notare che se Italia, Francia e Spagna hanno visto calare del 5% le produzioni negli ultimi dieci anni, gli altri Paesi europei hanno invece incrementato del 16% i volumi. Nel 2019 nel vecchio continente è stato imbottigliato il 70% delle bottiglie rosate del mondo.
Per quanto riguarda il commercio globale Francia, Germania, Uk e Usa assorbono il 62% del vino rosè commercializzato a livello globale (e il 54% in valore). È singolare come se si guarda al valore gli Usa sono il primo importatore, seguiti da Uk, Francia e Germania. Da soli gli statunitensi spendono un quarto del valore complessivo del mercato globale (circa 2 miliardi di euro). E il trend è quello di una crescita del valore delle bottiglie, il cui prezzo medio negli ultimi dieci anni è cresciuto del 5%.
Sul fronte dell'export Francia, Italia e Spagna guidano la classifica, contando per il 66% del volume globale (75% a valore). La Spagna ha un market share del 41%, seguita dall'Italia al 15% e dalla Francia al 14%. Ma a valore è Parigi a guidare la classifica, con un prezzo medio a bottiglia di 3,75 euro (più 55% in cinque anni). Se il 34% del mercato a valore lo fanno i cugini d'Oltralpe, a noi resta il 21%, mentre la Spagna scende al 18%.