Ieri a Roma nella sala del Parlamentino del ministero per le Politiche agricole si è tenuto l’incontro tra la neo ministra Teresa Bellanova, accompagnata dal sottosegretario Giuseppe L’Abbate, e le organizzazioni agricole, Regione Puglia, Agea, il Crea, rappresentanti del mondo vivaistico, dei frantoiani e dei professionisti sullo spinoso tema dell’emergenza Xylella fastidiosa in Puglia.

“Chi mi conosce lo sa, ho un brutto difetto: non amo perdere tempo. L'emergenza Xylella deve essere affrontata con serietà e determinazione" ha esordito la ministra all’inizio dell’incontro. E ha sottolineato: ”Le risorse ci sono, le dobbiamo spendere bene e rapidamente, con l'obiettivo di rilanciare l'area colpita e rigenerare un paesaggio così terribilmente colpito”. E ancora: ”Affronteremo questo drammatico problema insieme, e già da ora voglio dare la mia massima disponibilità a un dialogo costante con il territorio e con l'Europa.
Queste stesse parole sono state pubblicate dalla Bellanova sul suo profilo Facebook, per poi essere rilanciate dal successivo comunicato stampa ufficiale diramato dal Mipaaft.

Tra i temi dell’incontro vi è stato quello dell’accelerazione dei tempi per far sì che i soldi – 300 milioni di euro stanziati nella legge 44/2019 per le emergenze in agricoltura sul Fondo sviluppo e coesione dal passato governo - giungano nei tempi previsti, entro il 2021, ai legittimi destinatari: gli olivicoltori della zona infetta non soggetta alle restrizioni della fascia di contenimento, quelli che possono reimpiantare le cultivar resilienti alla batteriosi quali Leccino e Favolosa. Su tanto la ministra ha sottolineato che "Le risorse ci sono: dobbiamo spenderle bene ed efficacemente, e dobbiamo essere in grado di farlo dal 1° gennaio".

La ministra ha sottolineato non solo l’esigenza del “fare presto” per rilanciare l’economia del territorio salentino devastato dall’infezione, ma anche la necessità di assicurare “serietà” all’azione di contenimento della Xyella fastidiosa. Le maggiori serietà e determinazione necessarie per tale attività sono sicuramente riferite alla recente sentenza di condanna del nostro Paese da parte della Corte del Lussemburgo per non aver fatto abbastanza nelle operazioni di immediato abbattimento degli alberi infetti nella fascia di contenimento, come prescritto dalla Decisione di esecuzione della Commissione Ue 789/2015 modificata.

Inoltre la Bellanova ha sottolineato molto l’esigenza di una “continuità” nell’ interlocuzione con Bruxelles, perché il rischio Xyella non è solo italiano, ma dell’intero continente. Su tanto la ministra ha evidentemente fatto riferimento alla possibilità che l’Unione aiuti finanziariamente l’Italia: ovviamente a patto che il nostro paese riesca a dimostrare di rispettare la sentenza della Corte del Lussembrugo, che rappresenta l’ultima chiamata prima di un’eventuale procedura per inottemperanza, con conseguenti sanzioni economiche per l'Italia in conto Xylella.

Dalla riunione, oltre all’evidente necessità di proseguire nel monitoraggio del territorio per contenere al massimo l’avanzata del batterio, è emersa l'esigenza di attivare con tempestività tutte le misure volte al rilancio dell'economia agricola del territorio colpito dalla Xylella, compensare le imprese che hanno subito danni a seguito dell'emergenza e potenziare tutti gli interventi volti a contrastare l'avanzata del batterio, semplificare le procedure di autorizzazione dei reimpianti, mantenere sul territorio il valore aggiunto connesso allo smaltimento del legname. Inoltre, è stata sottolineata anche l'esigenza di disporre di efficaci strumenti di informazione, per rendere ufficiale ed oggettiva la comunicazione sulla presenza del batterio.

Questi i temi principali affrontati. Tra le reazioni a margine dell'incontro brilla per la sua assenza quella del governatore e assessore all’Agricoltura della Puglia, Michele Emiliano, non presente ieri a Roma. Ma dai commenti delle organizzazioni presenti emergono anche altri temi del tavolo, come quello dell'esigenza di rilanciare la ricerca.
 

Italia Olivicola: "Avanti col Piano di ristrutturazione"

“L’approccio alla questione Xylella del ministro Bellanova e del sottosegretario L’Abbate è decisamente positivo, è arrivato il momento di chiudere il buon lavoro di questi mesi convogliando le risorse stanziate in pochi ma decisivi interventi che possano consentire alle aziende olivicole salentine e ai frantoi di riprendere a lavorare e a produrre reddito”. Così il presidente di Italia Olivicola, la più grande organizzazione della produzione olivicola italiana, Gennaro Sicolo, al termine del vertice di ieri mattina .

“I 300 milioni già stanziati devono essere destinati a sostenere i costi di espianti e reimpianti con varietà resistenti, oltre a coprire il mancato reddito degli agricoltori e delle aziende per i primi anni – ha sottolineato Sicolo -. Allo stesso tempo è necessario investire nella ricerca, eliminare completamente qualsiasi vincolo tecnico e burocratico che impedisca alle aziende di ripartire e stanziare fondi anche per gli agricoltori della Piana degli ulivi monumentali per consentire di innestare da subito le piante millenarie che rischiano di essere colpite dal batterio”.

Il presidente Sicolo ha consegnato alla ministra Bellanova il Piano di ristrutturazione dell’olivicoltura salentina preparato da Italia Olivicola e la lettera ricevuta nei mesi scorsi dai Commissari Ue uscenti alla Salute e all’Agricoltura uscenti, Vytenis Andriukaitis e Phil Hogan, che ribadirono la disponibilità dell’Unione Europea ad investire ingenti risorse per il Salento a patto che l’Italia attui una seria politica di contrasto alla Xylella.

“Non abbiamo più tempo da perdere: la Xylella ha distrutto 50.000 ettari di uliveto in 3 province causando una contrazione del 10% sulla produzione nazionale di olio extravergine d’oliva ed una perdita complessiva di quasi 500 milioni di euro di fatturato per le aziende olivicole”, ha concluso Sicolo.
 

Copagri: "Fare presto con gli indennizzi, spazio alla ricerca"

“È prioritario continuare a lavorare per far sì che le risorse stanziate dal Governo per far fronte all’emergenza causata dalla Xylella fastidiosa arrivino al più presto sul territorio e vadano a compensare le ingenti perdite in termini di mancato reddito per i tantissimi produttori colpiti; tali fondi vanno inoltre indirizzati in maniera prioritaria alle attività legate all’espiante e al reimpianto, che interessano oltre 10 milioni di alberi”. Lo ha sottolineato il presidente della Copagri, Franco Verrascina.

“Parallelamente, come giustamente evidenziato dal ministro durante la riunione, è fondamentale puntare con sempre maggiore determinazione sulle possibilità offerte dalla ricerca e dell’innovazione, mettendo da parte le polemiche e facendo squadra nell’interesse del comparto olivicolo pugliese, messo letteralmente in ginocchio dalla Xylella fastidiosa, unitamente ad altre fitopatie, alle conseguenze dei cambiamenti climatici e dei prezzi di mercato che non consentono neanche di coprire i costi di produzione”, ha aggiunto il presidente della Copagri.
 

Coldiretti: "Tagliare la burocrazia"

Coldiretti Puglia ha sottolineato l’esigenza di un cambio di passo, visto che fino ad oggi i reimpianti in zona infetta procedono “col contagocce”. Al punto che in provincia di Lecce “sono stati reimpiantati solo 300 ettari con circa 120mila piante resistenti, di cui il 45% di varietà Leccino e il 55% di Favolosa”.

“Tempo e determinazione sono i due imperativi assoluti perché anni di errori, incertezze e scaricabarile hanno creato in provincia di Lecce il disastro colposo che è sotto gli occhi di tutti. Se non si interviene subito, non ci sarà scampo per agricoltori e frantoiani, destinati a cambiare lavoro”, ha detto il presidente di Coldiretti Puglia Savino Muraglia.

“Gli agricoltori devono reimpiantare ad ottobre e sono imbrigliati nelle maglie di una burocrazia matrigna – ha insistito Muraglia - che nelle aree a vincolo sta ritardando gli impianti di ulivi per una interpretazione del Decreto Emergenze di Regione Puglia e Sovrintendenza su cui va fatta immediatamente chiarezza. Non ci arrendiamo ad un disegno che non tiene conto che in provincia di Lecce da 6 anni è tutto fermo, secco, bruciato, improduttivo e le istituzioni che possono e devono intervenire continuano a promettere senza mai agire, nascondendosi dietro ogni possibile alibi dell’ultim’ora”.

“La mancata dichiarazione di stato di calamità naturale – ha continuato Muraglia - non consente agli operai agricoli di poter beneficiare delle provvidenze previste del Decreto Emergenze che farebbe recuperare le giornate perse sia ai fini previdenziali che assistenziali, forza lavoro costretta ad abbondare i campi per cercare alternative anche fuori della Puglia, un disastro su tutta la linea”.
 

Confagricoltura: "Procedure straordinarie per una spesa efficiente ed efficace"

“Occorre dare priorità alle imprese agricole per le indennità e promuovere gli investimenti”. Lo ha ribadito ieri, al tavolo ministeriale, una delegazione di Confagricoltura guidata dal presidente della Puglia Luca Lazzàro e dal presidente della Federazione nazionale olivicola Pantaleo Greco.

“Per non compromettere il futuro dell’olivicoltura pugliese – ha spiegato Lazzàro – e far partire al più presto le risorse stanziate con il decreto emergenze è necessario creare una struttura specifica ad hoc ed una procedura straordinaria che consentano di gestire in modo efficace ed efficiente i 300 milioni stanziati per il “piano di rigenerazione dell’olivicoltura pugliese”. L’istituzione di una “area di crisi complessa” potrà sicuramente contribuire ad agevolare questo processo”.

“Ma è necessario – ha messo in evidenza Greco – rimuovere quei vincoli paesaggistici, che limitano di fatto le scelte imprenditoriali. Ad esempio delle varietà tolleranti ne è ammessa solo una, non tutte le tipologie d’impianto sono ammesse ed è impossibile la riconversione verso altre produzioni”.

Confagricoltura ha sottolineato, in conclusione, la necessità di procedere quanto prima all’approvazione di tutti i decreti attuativi delle norme che interessano il comparto olivicolo pugliese contenute nel cosiddetto decreto legge Emergenze incluso quello relativo al “Piano straordinario per la rigenerazione” dell’olivicoltura delle zone infette .