Ricapitoliamo brevemente la situazione. Grazie a fondi nazionali e comunitari, l'Italia sta procedendo rapidamente a realizzare connessioni internet ad alta velocità anche nelle aree più remote del paese, le cosiddette "aree bianche", quelle in cui solitamente gli operatori di telefonia non sono interessati ad investire.
Le cifre di questo progetto, inserito nella "Strategia italiana per la Banda ultra larga", approvata il 3 marzo 2015 in attuazione dell'Agenda europea 2020, e che va sotto il nome di Banda ultra larga, sono di per sé impressionanti. I comuni coinvolti nel complesso sono ben 7190, cioè oltre il 90% dei comuni italiani; l'investimento complessivo è superiore ai 4 miliardi di euro.
Quelle su cui l'azione pubblica va ad incidere sono sostanzialmente le aree rurali, a bassa densità abitativa, in cui il numero potenziale di abbonamenti che un operatore telefonico riuscirebbe a strappare è molto limitato, tale da non rendere giustificabile i lavori di scavo per posa di cavi in fibra ottica per chilometri e chilometri, magari con la prospettiva di attivare solo una o due utenze.
Tutte le regioni sono coinvolte in questo piano nazionale, con esclusione della provincia autonoma di Bolzano che ha stabilito di procedere in modo separato.
Gli aspetti qualificanti della Strategia per la Banda ultra larga sono:
- La scelta di fare arrivare la connessione in fibra fino alle abitazioni (Ftth, o Fiber to the home), contrapposta alla soluzione Fttc (Fiber to the cabinet, e cioè l'armadietto della compagnia telefonica), come avvenuto in passato;
- La decisione di puntare a connessioni a 100 Mbps (ampiamente sufficiente per streaming video di qualità) o, nel peggiore dei casi, a 30 Mbps, utilizzando la tecnologia wireless (Fwa);
- La scalabilità della connessione in fibra ottica che garantisce, semplicemente cambiando i ripetitori, di passare a velocità dell'ordine dei Gigabyte.
Le scelte strategiche su cui si è puntato negli anni scorsi consentiranno di realizzare in Italia una rete nazionale ad alta velocità su aree potenzialmente soggette a digital divide, con l'obiettivo di eliminarlo del tutto.
I tre bandi di gara
L'architettura di governance scelta per la realizzazione della Bul italiana è oggettivamente complessa e ha richiesto un lungo periodo di gestazione e di affinamento, a cominciare dall'aiuto di Stato SA.41647 (2016/N).Responsabile dell'iniziativa a livello centrale è il ministero per lo Sviluppo economico che opera su tre diversi fondi: Fesr, Feasr e Fsc (oltre ad alcuni fondi di minore importanza, limitatamente ad alcune regioni).
La realizzazione delle iniziative è demandata a Infratel Italia, società in-house del Mise, che funge da concedente nei confronti di un concessionario, scelto con bando di gara, che ha il compito di realizzare materiale per le opere di posa della fibra ottica e degli apparati connessi, ottenendo in cambio un canone ventennale.
Infratel Italia ha proceduto all'emanazione dei bandi di gara, con la suddivisione del territorio nazionale in tre macro aree, sulla base della tempistica con cui le seguenti regioni hanno sottoscritto gli specifici accordi:
1) Abruzzo, Emilia Romagna, Lombardia, Molise, Toscana, Veneto;
2) Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia, provincia autonoma di Trento, Marche, Umbria, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia;
3) Sardegna, Puglia, Calabria.
Le tre gare sono state aggiudicate a Open fiber, società costituita da Enel e da Cassa depositi e prestiti, comproprietarie al 50%.
La situazione ad oggi
A fine 2018, il numero di cantieri aperti superava ampiamente il migliaio, con oltre 500 milioni di euro di opere già in esecuzione (Tabella 1).
Contemporaneamente è stata realizzata la complessa attività finalizzata a evitare il disimpegno automatico e a raggiungere i cosiddetti obiettivi di performance. Si tratta di una fase estremamente cruciale poiché la mancata spesa di fondi attiva il cosiddetto disimpegno automatico: le somme non spese vengono automaticamente tolte dalla disponibilità delle regioni, e tornano a Bruxelles. Così non è stato e, seppure in zona Cesarini, tutte le regioni hanno raggiunto gli obiettivi previsti, evitando il taglio automatico di fondi.
In realtà non è stato tutto così semplice come si potrebbe pensare leggendo i documenti iniziali di programmazione o i resoconti ad oggi. Una parte dei problemi è dovuta al fatto che le unità immobiliari su cui realizzare l'intervento sono diverse (e in molti casi superiori) a quelle inizialmente previste. Questo è dovuto a sfasature negli aggiornamenti dei dati Istat e del catasto su cui erano basate le stime iniziali. Nulla di sorprendente, si sa che il catasto riserva spesso sorprese, ma questa sfasatura, applicata a migliaia di comuni, ha causato notevoli differenziazioni.
Il secondo problema deriva invece dal mancato aggiornamento degli archivi relativi alla disponibilità di fibra ottica nelle aree bianche. In sostanza, al momento della realizzazione delle opere, ci si è resi conto del fatto che la fibra ottica era già stata portata in molti comuni, in cui invece risultava ufficialmente assente. Al concessionario, incaricato di fare i lavori, erano rimaste solo le briciole, e cioè poche unità immobiliari, estremamente remote e difficili da raggiungere.
Questo ultimo problema ha due implicazioni, una positiva ed una negativa. Di positivo c'è il fatto che le connessioni in fibra sono molto più diffuse di quanto i documenti ufficiali lascino trasparire e la stessa posizione dell'Italia nelle classifiche internazionali. Insomma, le cose non vanno poi così male come saremmo portati a pensare.
L'aspetto negativo è dato invece dal fatto che tutti i soggetti coinvolti nella Bul (Mise, regioni, Infratel Italia e Open fiber) dovranno riesaminare la situazione dei comuni in bilico per cercare di capire come tarare al meglio i lavori nei prossimi due anni.
Come posso sapere se la mia abitazione sarà raggiunta dalla fibra ottica?
Al di là degli aspetti generali, come posso sapere se la zona in cui abitiamo o lavoriamo è inclusa nelle aree bianche, e quando sarà presumibilmente cablata?E' sufficiente controllare il sito dedicato alla Banda ultra larga e inserire l'indirizzo. Potremo così sapere se la zona che ci interessa è coperta dall'intervento pubblico e quando ne è previsto il cablaggio.