Il numero di consumatori che sceglie i
prodotti alimentari, confezionati e non, basandosi sul
profilo salutistico è in crescita. E così tra gli scaffali dei supermercati si stanno facendo strada i cosiddetti
superfood, cibi definiti 'super' per le
caratteristiche nutritive che posseggono. Mandorle, mirtilli e curcuma sono solo alcuni degli ingredienti che sempre più spesso fanno capolino nei prodotti confezionati e non.
L'
Osservatorio Immagino, curato da GS1, ha condotto una analisi su quasi 55mila prodotti alimentari per identificare quali sono i superfood che più piacciono agli italiani. Le
mandorle sono l'ingrediente più diffuso, mentre lo
zenzero sfiora il raddoppio. Tra le new entry spicca la
curcuma (+63,5%) la cui vendita nel 2017 ha superato i 10 milioni di euro di valore.
Ma quali sono i prodotti sulla rampa di lancio, pronti ad esplodere nei prossimi anni? Secondo l'
Osservatorio Immagino i superfood del domani sono la cannella, il sesamo, i semi di chia, l'olio di riso e la canapa.
Insomma, il settore dei superfood è in crescita e questo si può tradurre in una
opportunità per gli agricoltori italiani. Vediamo allora le colture adatte al nostro territorio.
Mandorla
La mandorla è un frutto a guscio che in Italia si coltiva dall'epoca romana. Nel 2017 è stata segnalata sull'1,3% dei prodotti alimentari del paniere dell'Osservatorio Immagino e il giro d'affari è aumentato del 14,6% rispetto ai dodici mesi precedenti. Il nostro paese, dove la
produzione non si è modernizzata, soffre la concorrenza del prodotto turco e californiano. Le recenti tensioni commerciali con gli Usa tuttavia, anche se complessivamente sfavorevoli per il made in Italy, possono rappresentare una
opportunità per i mandorlicoltori nel caso in cui Bruxelles decidesse di elevare dazi su questi frutti. Gli areali di produzione vocati sono quelli del Sud Italia.
(Fonte foto: Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy, ed. 3, 2018)
Mirtillo
Con lo 0,9% di presenza nei prodotti è il mirtillo il secondo superfood della classifica stilata dall'Osservatorio Immagino. In Italia le
produzioni sono scarse e a parte modeste coltivazioni in Trentino il prodotto viene importato solitamente dalla Spagna (primavera-estate) oppure dal
Sud America (mesi invernali). I maggiori produttori sono Stati Uniti e Canada, in Europa Polonia e Germania. In Italia le aree vocate sono quelle
pedemontane lungo l'arco alpino. In
questo opuscolo ci sono tutte le informazioni per coltivarlo.
Stevia
Tralasciando i cereali, lo zucchero di canna e il cocco, la stevia si trova al settimo posto nel
ranking dei superfood. Con un alto
potere edulcorante e un bassissimo contenuto calorico, la stevia è l'ingrediente a cui le grandi compagnie del food stanno guardando. In Italia potrebbe essere coltivata al Sud, anche se l'ingente
fabbisogno idrico limita le aree utilizzabili.
Della coltivazione della stevia ne abbiamo parlato qui.
Zenzero
Dopo quinoa, kamut e farina di riso, lo zenzero è l'altro superfood che sta avendo una crescita vertiginosa. Lo 0,3% dei prodotti alimentari venduti in super e ipermercati e monitorati dall'Osservatorio Immagino evidenzia in etichetta di avere lo
zenzero come ingrediente. Nel 2017 il giro d'affari di questi prodotti ha messo a segno un vero record: il 91,6% di crescita annua, raggiungendo i
36 milioni di euro. Il principale produttore di zenzero è la
Cina, che lo esporta come prodotto essiccato. Per gli agricoltori italiani, che non possono competere con il gigante asiatico, rimane dunque il
mercato del fresco. Lo zenzero si adatta bene al nostro paese, ma deve essere coltivato in
ambiente protetto.
Semi di lino
Molto dinamiche nel 2017 sono risultate anche le vendite dei
prodotti contenenti semi di lino, arrivate a superare i 21 milioni di euro (+51,5% rispetto al 2016). Grazie alle sue proprietà nutritive, come ad esempio la presenza di acidi grassi
Omega-3, i semi di lino piacciono ai consumatori italiani. La pianta di lino si può
coltivare in Italia e cresce bene nelle zone collinari e montane,
come spiegato in questo manuale. Attenzione però, perché la coltivazione diventa economicamente sostenibile se oltre al seme si vende anche la biomassa per produrre filati.