La ricerca ha dimostrato che il trattamento delle cellule endoteliali cardiache con beta-glucano d’orzo aumenta i livelli di un enzima essenziale, la “Manganese superossido dismutasi” (Mnsod), già noto per aumentare le difese antiossidanti e l’abilità rivascolarizzante (riparatrice) delle cellule progenitrici endoteliali. L’incremento dell’enzima aumenta la produzione endoteliale di ossido nitrico, noto vasodilatatore e potenzia la capacità di rigenerare i vasi sanguiferi.
“L’endotelio che riveste le coronarie di un uomo adulto – spiega Vincenzo Lionetti – difficilmente genera nuovi vasi in un cuore infartuato. La scarsa capacità ‘angiogenica’ delle cellule endoteliali adulte è anche alla base della scarsa capacità auto-riparativa del cuore adulto. I meccanismi alla base di tale insufficienza sono oggetto di intensa ricerca da parte della comunità scientifica internazionale. Il risultato del nostro studio è stato raggiunto mediante un approccio non invasivo e l’utilizzo dello stato dell’arte della modellistica sperimentale, anche in collaborazione con l’Istituto di Fisiologia clinica del Cnr di Pisa e della Fondazione Toscana ‘G. Monasterio’. Fino ad oggi, tuttavia, non era noto – aggiunge Vincenzo Lionetti - se un’aumentata espressione dell’enzima ‘Manganese superossido dismutasi’ (Mnsod) nelle cellule endoteliali mature riuscisse a incrementare la capacità di generare nuovi vasi sani, senza richiedere l’intervento di cellule progenitrici endoteliali o di cellule staminali, e se questo risultato fosse possibile conseguirlo mediante il trattamento con composti naturali di tipo vegetale. La natura spesso offre i rimedi per molte malattie, come il danno cardiaco da infarto, ma occorre cercarli. I risultati – conclude Vincenzo Lionetti - incoraggiano lo sviluppo di nuovi approcci rigenerativi e anti-invecchiamento di tipo nutraceutico”.
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Fonte: Scuola superiore Sant’Anna