Anche la lingua italiana ci spinge in questa direzione, visto che questi insetti hanno un nome sempre e solo al femminile. Nelle api, il maschio ha la dignità di un nome suo, ben distinto e non confondibile con quello delle femmine: il fuco. Nelle vespe invece non esiste nemmeno un termine.
Insomma i "vespi" non esistono. Ma ci sono. E ultimamente sono saltati anche alla ribalta delle cronache, dopo il ritrovamento di un esemplare maschio di Vespa velutina in Toscana.
Un fatto che avrà fatto domandare a molti: ma come sono fatti i maschi dei calabroni? E che fanno? Per farcelo spiegare lo abbiamo chiesto alla professoressa Rita Cervo dell'Università di Firenze, una tra i referenti regionali della rete StopVelutina e del progetto Aliem del Programma marittimo Italia-Francia 2014-2020.
Professoressa, innanzi tutto quali sono le caratteristiche dei maschi di Vespa velutina e come si riconoscono?
"I maschi della Vespa velutina, come quelli del nostro calabrone nativo Vespa crabro, sono molto simili alle femmine della propria specie ma sono distinguibili da queste per le antenne più lunghe e per l'addome che termina in modo meno appuntito rispetto a quello delle femmine.
Comunque, i maschi come le femmine della Vespa velutina nigritorax si riconoscono per una colorazione diffusamente nera (da qui il nome nigritorax della sottospecie) con un'ampia banda gialla/aranciata sulla parte terminale dell'addome e una stretta linea gialla sul primo segmento addominale (vicino al vitino di vespa) e per le zampe di colore nero con la parte terminale gialla. Quest'ultima caratteristica è responsabile del nome di calabrone dalle zampe gialle con cui viene comunemente chiamata questa specie.
Al contrario, i maschi e le femmine di Vespa crabro presentano l'addome diffusamente giallo con bande nere e le zampe interamente scure/marroni.
Una volta imparati questi caratteri distintivi, riconoscere individui delle due specie risulta assai semplice".
(Foto: Rita Cervo - Università di Firenze)
Quanti sono in genere i maschi in una colonia di Vespa velutina?
"In una colonia, al massimo del suo sviluppo (tra metà settembre e fine novembre), ci possono essere in media fino a 900 maschi contro le 350 regine, che insieme rappresentano solo una frazione della popolazione totale della colonia che è costituita principalmente da operaie. E' stato stimato che una colonia può produrre, dalla primavera all'autunno, in media intorno ai 6mila individui con massimi registrati che si aggirano intorno a 12mila individui".
Sono presenti sempre durante tutta la stagione attiva, o la loro popolazione ha un picco in un determinato momento?
"No, i maschi cominciano ad essere prodotti alla fine dell'estate e raggiungono il picco della numerosità in autunno quando avvengono gli accoppiamenti con le regine vergini, anch'esse da poco sfarfallate.
All'inizio della primavera la colonia è fondata da una singola regina fecondata e le prime generazioni di larve che verranno allevate nella colonia saranno operaie, ovvero femmine che non si riproducono e svolgono varie mansioni tra cui la cura della prole, la costruzione del nido, la difesa della colonia. Quindi la società della Vespa velutina per quasi tutta l'estate è una società al femminile, mentre i maschi compaiono solo più tardi anche se, talvolta, sono stati registrati maschi sulle colonie anche precocemente".
E cosa fanno?
"I maschi fanno davvero poco se confrontiamo la loro attività con quella delle laboriose operaie. La loro attività all'interno della vita coloniale è assai limitata; non lavorano e non collaborano minimamente all'andamento della colonia e si fanno addirittura nutrire dalle operaie. Il ruolo dei maschi è legato alla riproduzione. Infatti, in autunno, dopo aver fecondato le future regine, i maschi muoiono. Al contrario le regine fecondate sverneranno e, alla primavera successiva, fonderanno un nuovo nido".
Anche i maschi possono cacciare prede, magari api?
"No, i maschi, come le femmine adulte di questa specie (come pure di altre vespe e calabroni), si nutrono principalmente di carboidrati che possono essere forniti, a seconda dell'ambiente e dalla stagione, da diverse fonti vegetali come ad esempio il nettare dei fiori o la frutta matura. Non è difficile vedere maschi di Vespa velutina in autunno nutrirsi sulle fioriture di edera o sui grappoli di uva matura.
La caccia delle prede è, invece, prerogativa delle operaie che vanno in cerca di cibo proteico necessario per nutrire le larve all'interno del nido. Sono infatti le operaie di Vespa velutina che sono tristemente famose come voraci cacciatrici di api all'ingresso degli alveari; una volta catturata l'ape, l'operaia di Vespa velutina la uccide e, dopo averla resa una poltiglia, torna alla colonia per darla in pasto alle inermi larve all'interno delle cellette".
I maschi dei calabroni, come i fuchi nelle api, sono aploidi, cioè nascono da uova non fecondate. Ma in Vespa velutina si trovano spesso maschi diploidi, nati cioè da uova fecondate. Come avviene questo fenomeno? E questi maschi fanno cose diverse da quelli aploidi?
"Sì, nella popolazione invasiva di Vespa velutina sono stati ritrovati maschi diploidi oltre ai normali maschi aploidi. Questi maschi diploidi rappresentano un costo per la colonia dato che consumano risorse e non forniscono un contributo in termini di produttività della colonia stessa in quanto sono individui funzionalmente sterili. E' stato ipotizzato che questo fenomeno possa avvenire perché gli individui appartenenti a popolazioni invasive, all'inizio della loro colonizzazione, avendo scarso accesso a partner non imparentati accettino più facilmente di accoppiarsi con parenti. Addirittura, si pensa che gli accoppiamenti nella popolazione invasiva di Vespa velutina avvengano all'interno della colonia a differenza di quanto avviene nelle popolazioni native dove è noto che gli accoppiamenti avvengono al di fuori del nido".