“Mozzarella di bufala campana: non si fabbrica, si fa.” Si ricollega all'indovinato slogan coniato per il Parmigiano Reggiano il progetto che punta a verificare se con il ritorno al tradizionale metodo di nutrizione delle bufale si riuscirà a determinare un miglioramento delle caratteristiche qualitative della mozzarella. Si tratta di un progetto interdisciplinare messo a punto per accedere al finanziamento del ministero per le Politiche agricole alimentari e forestali e che vede come partner l’azienda Dell’Aventino Mangimi, nota realtà abruzzese leader nel Centro-Sud nel settore dell’alimentazione zootecnica. Il progetto, presentato dalla facoltà di Medicina Veterinaria dell’università Federico II di Napoli, dall’Azienda agraria sperimentale Cerino di Battipaglia e dall’istituto Zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno, avrà una durata prevista di 24 mesi e le ricerche si concentreranno sull'alimentazione delle bufale.
 

La ricerca

Nello specifico, verranno formati due gruppi sperimentali: uno di essi adotterà un sistema di alimentazione classico. L’altro mirerà ad alimentare le bufale secondo un disciplinare molto simile a quello che regola la produzione del Parmigiano Reggiano. Il coordinamento della ricerca è affidato al professore Luigi Zicarelli, preside della citata Facoltà e punto di riferimento nel mondo per quanto riguarda l’alimentazione bufalina. Preceduto da una conferenza stampa a Salerno, il progetto è stato recentemente illustrato nella splendida location del Teatro San Carlo di Napoli, e per l’occasione è andata in scena la rappresentazione dal titolo “La Bufaliera”, per la regia di Egidio Carbone.

 

Zootecnia sostenibile

Da anni abbiamo abbracciato una filosofia di lavoro che ci porta a fare impresa in modo sostenibile e in armonia con l’ambiente e a non essere solo concentrati sui requisiti del nostro mangime - sottolinea Nereo Dell’Aventino, amministratore unico dell’azienda che ha sede a Fossacesia, in provincia di Chieti. Il nostro percorso è ormai particolarmente attento e proiettato ai risultati finali del nostro lavoro quotidiano che si traduce in alimenti (latte, mozzarella, formaggio, uova, carne) che sono sempre sulle nostre tavole e che spesso sono fortemente legati all’espressione e all’identità di un determinato territorio. Entrare in sinergia con le Università e con le organizzazioni del comparto presenti sul territorio è estremamente importante per l’imprenditoria privata ma soprattutto per la zootecnia in generale - precisa Nereo Dell’Aventino. La mozzarella di bufala è un prodotto primario del nostro panorama enogastronomico e dell’economia italiana. Mi auguro vivamente che progetti come questo che ci onoriamo di supportare, possano portare un contributo fattivo allo sviluppo ed alla valorizzazione delle produzioni tipiche”. Dunque, ancora un segnale di dinamismo e volontà di crescita da parte di un’azienda, la Dell’Aventino Mangimi, da sempre sensibile ai temi della ricerca e dell’innovazione.