Solenopsis invicta, la formica di fuoco, è arrivata in Italia. 

 

La notizia del suo ritrovamento in Sicilia è rimbalzata in questi giorni su tutti i canali di comunicazione, dopo la pubblicazione di un articolo sulla rivista scientifica Current Biology, che attestava per la prima volta la presenza di questa specie aliena sul suolo europeo.

 

Una scoperta che ha fatto scattare l'allarme per la pericolosità di questo insetto, nome scientifico Solenopsis invicta Buren, che può arrecare dolorose punture e provocare danni ai nostri ecosistemi oltre che ad infrastrutture elettriche e all'agricoltura.

 

E proprio per andare a conoscere meglio quali siano i pericoli per il nostro settore agricolo, abbiamo intervistato Enrico Schifani, che è stato uno degli autori dell'ormai famoso articolo su Current Biology e che sta portando avanti il suo dottorato di ricerca presso il laboratorio di etologia, ecologia e sociobiologia degli insetti dell'Università di Parma, guidato dal professor Donato Grasso, uno dei maggiori esperti internazionali di formiche.

 

Dottor Schifani, perché la formica di fuoco è così pericolosa?

"Si tratta purtroppo di una delle specie aliene invasive più conosciute nel mondo per i danni che arreca agli ecosistemi (eliminando un sacco di specie animali native) e alle attività umane (colpendo sia l'agricoltura che alcune infrastrutture elettriche), e secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature risulta la quinta specie invasiva più costosa al mondo in termini economici.

 

È molto brava a diffondersi diventando rapidamente estremamente abbondante, ed è molto aggressiva. Sono poi famose le sue punture, dolorose anche per l'uomo e facili da procurarsi in gran numero, cui si deve proprio il nome formica di fuoco. Queste causano spesso la formazione di pustole sulla pelle che perdurano per giorni e possono favorire lo sviluppo di allergie e causare delle serie complicazioni ai soggetti più sensibili".

 

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Il dottor Schifani dell'Università di Parma

(Fonte: Università di Parma)

 

Quali sono i danni che può causare all'agricoltura?
"I danni possono essere molteplici per via di meccanismi diversi. In certi casi, queste formiche danneggiano seriamente i germogli o gli apparati radicali di alcune piante, portandole alla morte. In altre circostanze, danni significativi si devono alla particolare efficienza con cui riescono a favorire il proliferare di certi afidi o cocciniglie con cui si associano.

 

Allo stesso tempo, in alcuni casi queste formiche sono particolarmente efficaci nell'eliminare però insetti dannosi in quanto predatrici, ed in questo modo possono rivelarsi persino utili in certi contesti. Alcuni di questi caratteri (dall'associazione con alcuni parassiti produttori di melata, alla predazione di altri fitofagi e altri effetti benefici) li troviamo in misura diversa già in molte specie di formiche native, ma la formica di fuoco si distingue per un effetto complessivo di forte riduzione della biodiversità, impoverendo gli ecosistemi agrari della loro naturale ricchezza, compresi tanti altri insetti utili all'agricoltura e al controllo delle specie dannose.

 

Vanno poi tenuti ben presenti non soltanto i danni alle piante e alla produzione agricola, ma anche i costi legati alle complicazioni causate a chi lavora nelle aree agricole e deve proteggersi dalle punture, e quelli legati al possibile danneggiamento di attrezzature come impianti di irrigazione o sistemi che possono suscitare la loro attrazione per l'elettricità".

 

In particolare quali sono le piante che sono risultate più danneggiate?

"Solenopsis invicta è una specie molto generalista e adattabile e che non si nutre strettamente di parti vegetali normalmente, quindi si rivela dannosa in relazione a tanti fattori, compresi quelli microclimatici e agli altri insetti presenti, ma non necessariamente al tipo di coltura in cui le formiche si trovano.

 

Ad ogni modo, le colture impattate possono essere davvero varie, negli Stati Uniti vanno dalla soia, al mais, alle patate, agli agrumi, ma i meccanismi possono essere molto diversi. Per esempio, parte dei danni registrati sulla soia è dovuta alla costruzione dei nidi di terra fuori dal suolo che complicano le operazioni di raccolta, mentre possono incidere giovani piante di agrumi alla ricerca di linfa, portandole anche alla morte".

 

Può causare problemi anche agli allevamenti?

"Sì, possono esserci spesso danni anche rilevanti ad alcuni tipi di allevamenti nei casi in cui le formiche diventino molto abbondanti e pungano animali a terra o\e giovani poco mobili. Per esempio, a volte negli allevamenti di polli possono essere attratte dalle uova rotte e le punture sui polli possono incidere negativamente sulla produzione. Ancora una volta l'altra faccia della medaglia è legata al loro ruolo di predatori, visto che è stato dimostrato come in certi casi possano ridurre significativamente la presenza di parassiti degli animali come le zecche".

 

In che modo può causare danni agli impianti ?

"Anche alcune formiche nostrane possono essere attratte da strutture in cui passa la corrente elettrica, ma a differenza loro, Solenopsis invicta causa frequentemente dei seri danni anche in questo caso. Quando un'operaia viene stimolata dall'elettricità, disorientata reagisce attaccando e richiamando le compagne, e questo può in breve portare all'aggregazione di grandi numeri di formiche che con le loro mandibole possono ad esempio scavare guaine e materiali isolanti".

 

In Sicilia sono stati trovati 88 nidi, quindi con tutta probabilità questa specie era presente già da qualche tempo, ma come può essere arrivata e da dove?
"La nostra scoperta è avvenuta per circostanze casuali a partire da una fotografia sospetta che abbiamo ricevuto. Attorno al punto dove era stata scattata, abbiamo potuto individuare un’area invasa di già quasi 5 ettari, ed i locali ci hanno riferito di fastidiosissime punture di formiche da 3-4 anni.

 

Si tratta di una specie sudamericana, arrivata da noi probabilmente dagli Stati Uniti (dove ormai è presente su una vastissima estensione ed è arrivata per la prima volta negli anni '30) o dalla Cina (dove si è diffusa a partire dai primi anni 2000), ma ha invaso anche tante altre regioni dell'Asia e parte dell'Australia. È molto abile a farsi trasportare viaggiando da un continente all'altro con le merci come ad esempio legname o piante, e una volta insediatasi è in grado anche di sfruttare simili meccanismi per accelerare la sua invasione sfruttando il trasporto su gomma o rotaie.

 

Come la maggior parte delle formiche poi produce regine alate che possono percorrere diversi chilometri in volo per fondare nuove colonie. In Europa questa specie era stata intercettata in scali merci in passato in almeno 3 occasioni, in Spagna e Scandinavia, mentre in questo caso ci troviamo di fronte ad una popolazione ben insediata che produce riproduttori".

 

Come si può controllare questa formica?
"Per adesso soltanto la Nuova Zelanda è riuscita ad eradicare questa specie grazie anche ad una ottima capacità di individuare molto velocemente la sua presenza, quando si trattava di nuclei ancora piccoli. In questo caso la Regione Sicilia è l'ente preposto a gestire il problema e intervenire.

 

Come per altre specie di formiche invasive, lo strumento più diffuso per eliminarla è quello delle esche per formiche, mentre metodi non selettivi possono addirittura favorire questa specie. Un motivo in più per prestare attenzione è che eliminare per errore le specie di formiche native può favorire una colonizzazione molto più rapida da parte delle formiche di fuoco, come è stato studiato negli Stati Uniti".

 

Come si riconosce da altre specie di formiche?
"Per chi non è abituato a studiare il riconoscimento delle formiche purtroppo è facilissimo sbagliarsi, basti pensare che l'Italia vanta una fauna di circa 270 formiche (comprese molte uniche al mondo), e che una grandissima parte di queste è di colore rossastro e dimensioni simili alla formica di fuoco. Alcune formiche italiane possono poi persino pungere, e quantomeno molte possono pizzicare mordendo con le mandibole, tutte cose che soprattutto per coloro che non conoscono la puntura delle formiche di fuoco possono creare dei sospetti infondati.


Nonostante questo, può essere davvero fondamentale il contributo dei non specialisti per riuscire tracciare la diffusione di questa specie. Il nostro modello predittivo enfatizza come aree frequentate dall'uomo e terreni privati, dalle aree urbane costiere a quelle aree agricole sono le più facilmente colonizzabili. Per fortuna, foto scattate con uno smartphone sono già sufficienti a mettere in allerta gli esperti: il nostro appello è quello di caricarle sulla piattaforma di Citizen Science iNaturalist.org dove potranno ricevere velocemente un'identificazione e i dati saranno pubblicamente accessibili".