La sottrazione di acqua, luce e nutrimento grava sempre sulle colture agrarie, specialmente se la competizione delle malerbe è cospicua e precoce. Ogni coltura patisce in modo differente della presenza delle infestanti e la barbabietola da zucchero è una fra le più sensibili. Lo sviluppo veloce e ottimale della parte epigea, infatti, è la condizione necessaria perché poi siano traslocate le sostanze nutritive alle radici. Ogni minimo ritardo nello sviluppo, od ogni carenza idrica o nutrizionale, si ripercuote quindi sulle tonnellate finali raccolte e, soprattutto, sulle rese in saccarosio.
Per tali ragioni, su questa coltura ancor più che in altre risultano fondamentali gli interventi di pre-emergenza, i quali non devono essere solo efficaci, ma anche selettivi ai massimi livelli. L’eventuale fitotossicità verso la coltura risulta infatti molto dannosa, perché ritarda lo sviluppo della coltura dirottando sostanze nutritive al ripristino dei tessuti danneggiati. Tempestività e  selettività dell’intervento sono quindi le due variabili tecniche irrinunciabili per l’ottenimento di raccolti di piena soddisfazione.
 

Complessità ambientale e flora infestante

 
Il momento ottimale per la semina della barbabietola da zucchero cade sul finire dell’inverno, tra metà febbraio e marzo. Ciò implica confidare alla germinazione su condizioni del terreno particolarmente favorevoli, ottenibili solo con adeguate e tempestive pratiche di preparazione dei letti di semina.
Un altro punto critico deriva dall’elevata complessità delle associazioni floristiche, in special modo le microterme, le quali possono svilupparsi anche a basse temperature. Sono infestanti come le crucifere, ma anche Veronica spp., F. convolvulus, P. aviculare, Fumaria officinalis, Stellaria spp. e tra le graminacee dei generi Lolium spp., Alopecurus spp., Poa spp., Avena spp.
A queste seguiranno poi le mesoterme: queste emergeranno quando ancora la coltura non è riuscita a chiudere le fila e quindi rappresentano un pericolo consistente. Trattasi di Chenopodiace, Ombrellifere, Amarantacee, Solanacee, Abutilon e, tra le Graminacee, Echinochloa spp., Setaria spp. e Sorghum halepense, sia da rizoma, sia da seme.
Tanto più la coltura sarà veloce nello svilupparsi, quindi, tanto più anticipata sarà la chiusura delle fila e la conseguente soppressione di eventuali germinazioni delle infestanti. Ancora una volta, all’efficacia delle miscele erbicide dovrà sommarsi la perfetta selettività verso la coltura, la quale potrà così approfondire al meglio del fittone durante la fase primaverile, aspetto che risulterà vincente nel periodo siccitoso estivo. Per tali ragioni, la mossa vincente è impiegare preventivamente i prodotti più selettivi, dosando attentamente le molecole impiegate in funzione della tessitura e del contenuto in sostanza organica dei terreni.
 

Gli strumenti disponibili

 
Nel segmento dei diserbi di pre-emergenza le possibili soluzioni appaiono limitate nel numero. Pilastro storico dei programmi di difesa appare cloridazon, oggi commercializzato in esclusiva italiana da Sipcam Italia con il formulato Better 400, contenente cloridazon in ragione di 413 g/L. Cloridazon agisce prevalentemente per assorbimento radicale, e solo in parte fogliare, su numerose specie. Si caratterizza per la sua elevata attività nei confronti di crucifere, F. convolvulus, P. persicaria e P. lapathifolium, Veronica spp., Stellaria spp., Chenopodium spp., Papaver spp. e Matricaria spp..
Altra freccia tecnica nella faretra dei bieticoltori è metamitron. Attualmente è l’erbicida più impiegato nel diserbo della barbabietola da zucchero grazie alle sue doti di selettività, persistenza e spettro d’azione. Viene anch’esso assorbito prevalentemente per via radicale, sebbene mostri un certo assorbimento fogliare seguito da traslocazione acropeta. Attivo su numerose specie dicotiledoni e graminacee, metamitron risulta fondamentale nel contenimento in pre-emergenza di Amaranthus spp., Chenopodium spp., Solanum spp., Stellaria spp., Ammi majus e Poligonacee in genere, ad eccezione di Fallopia convolvulus. Tra le graminacee mediamente sensibili si annoverano Alopecurus spp., Lolium spp. e, in minor misura, Avena spp.
Infine lenacil, sostanza attiva anch’essa residuale ad assorbimento prevalentemente radicale, da impiegarsi preferibilmente nei terreni argillosi e organici. Lenacil integra l’attività di metamitron su Chenopodium spp., Papaver spp., Poligonacee, Anagallis spp., Sinapis spp. ed altre crucifere. Tra le graminacee mediamente sensibili figurano Alopecurus spp. e Lolium spp.
 

Le strategie Sipcam nel pre-emergenza

 
Al fine di ottenere il migliore effetto erbicida si tende a impiegare miscele complesse ed equilibrate di molecole, le quali vanno calibrate in funzione della flora infestante prevalente e della tessitura del terreno. Inoltre, è possibile innalzare ulteriormente la selettività e lo spettro d‘azione adottando la tecnica delle dosi ridotte. Queste hanno una prevalente attività pre-condizionante delle infestanti, le quali saranno quindi più facilmente controllabili dalle applicazioni di post-emergenza.
In tale segmento tecnico Sipcam propone Volcan Combi SC, una miscela pronta di cloridazon e metamitron che permette di controllare la maggior parte delle situazioni di campo.
Volcan Combi SC va impiegato a dosi differenti in funzione della tipologia del terreno: si applicherà a 2,5-3 L/ha in presenza di terreni sciolti o limo sabbiosi, salendo con la dose a 3-3,5 L/ha su suoli di medio impasto, per concludere a 4 L/ha su terreni argillosi. Escludendo i terreni sciolti, per motivi di selettività verso la coltura, a Volcan Combi SC possono essere abbinati formulati a base di lenacil, il quale amplia lo spettro d’azione sulle poligonacee.
L’uso di Volcan Combi SC, da solo o in miscela con lenacil, consente di eliminare la competizione delle malerbe sul nascere, assicurando al contempo la massima selettività verso la coltura.
 
 

Non solo “pre”

 
Oltre agli usi in pre-emergenza, Volcan Combi SC può essere impiegato anche in strategie di post-emergenza, sia seguendo la tecnica del “frazionato”, sia quella delle “micro dosi”. Nel primo caso Volcan Combi SC si applica a 1,5 L/ha a partire dallo stadio di 2-4 foglie vere della coltura. Nel secondo caso si adottano invece dosi da 0,8 a 1 L/ha, mirando il primo intervento allo stadio cotiledonare delle infestanti. In entrambe le strategie, Volcan Combi SC deve essere necessariamente applicato in miscela con prodotti di post-emergenza ad azione tipicamente fogliare.

Efficacia e selettività di Volcan Combi SC su barbabietola da zucchero