Il progetto, al quale hanno partecipato l’Università di Udine, quella di Padova e le Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto, è stato inserito dall’Unione europea fra i 17 migliori, fra i 51 conclusi nel 2012, del programma “Life Ambiente". Grazie a CarboMark in Friuli Venezia Giulia e Veneto sono stati attivati due mercati locali dei crediti di carbonio ai quali hanno già aderito 21 aziende private (di cui 10 del Friuli Venezia Giulia) in qualità di acquirenti, e 22 proprietari forestali, pubblici e privati (di cui due del Friuli Venezia Giulia), come venditori. Le attività che possono generare crediti di carbonio attraverso il metodo di conteggio sviluppato dal progetto sono la gestione forestale e quella del verde urbano, i prodotti legnosi, oltre all’uso del carbone vegetale (biochar) in agricoltura che, al momento, è solo a livello sperimentale.
"Altre regioni e province – sottolinea il professor Alessandro Peressotti, coordinatore del gruppo di ricerca del dipartimento di Scienze agrarie e ambientali dell’Ateneo friulano –, in particolare il Piemonte e le provincie di Roma e di Trento, stanno istituendo mercati volontari analoghi". Il mercato volontario può coinvolgere anche i piccoli e medi emettitori di gas ad effetto serra dando origine a un ulteriore risparmio di emissioni di anidride carbonica (Co2) rispetto ai vincoli previsti dai trattati internazionali. Il mercato volontario locale è caratterizzato dalla vicinanza fisica tra chi acquista e chi vende le quote di Co2; questo produce benefici ambientali a vantaggio dei territori di riferimento dei soggetti che aderiscono allo scambio, aumentando la credibilità del meccanismo di compravendita delle quote di carbonio.
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