Nipote della cultivar Senatore Cappelli (Triticum turgidum subspecie durum) e genitore degli attuali frumenti, la varietà Creso è uno dei frumenti duri più caratteristici sia per le sue performance agronomiche sia perché è stato un esempio di innovazione tecnologica nel settore agroalimentare.

 

Non è però successo tutto insieme: il frumento duro ha avuto diversi step storici in cui il suo background genetico è stato modificato e migliorato. Tali step hanno consentito di raggiungere interessanti obiettivi, fra cui la diminuzione della taglia della pianta, l'anticipazione della maturazione, l'abbassamento del rapporto fra paglia e granella che ne hanno consentito la coltivazione intensiva.

 

Del resto, il frumento essendo una coltura da reddito è stato sottoposto al cosiddetto "fenomeno varietale", ovvero la costituzione di nuove varietà che richiedono innovativi metodi di coltivazione e quest'ultimi a loro volta hanno bisogno di piante coltivate più performanti. Un ciclo quindi che fa avanzare il progresso agricolo e di cui il Creso ha fatto ampiamente parte, facendo da ponte fra frumenti antichi locali e innovazione.

 

La continua evoluzione di un cereale

Vediamo alcuni degli step storici più rilevanti per il miglioramento genetico del frumento e in che modo si è arrivati alla costituzione della varietà Creso.

 

Abbandono dei grani locali e nascita del Senatore Cappelli

In Italia le popolazioni locali di frumento, dette landraces, che fino agli anni '20 rappresentavano l'unica fonte di germoplasma disponibile, vennero lentamente sostituite dalle linee pure perché possedevano elevate performance agronomiche.

 

Le linee pure, infatti, erano caratterizzate da una maggiore precocità, un maggiore accestimento e una minore lunghezza delle reste che consentivano guadagni maggiori ai cerealicoltori e un aumento delle superfici dedicate al frumento duro.

 

Nel 1915 venne costituita da Nazareno Strampelli una delle cultivar più importanti: il Senatore Cappelli.

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Questa varietà divenne la più coltivata in quegli anni, e fu anche ampiamente utilizzata nei programmi di incrocio per ottenere ibridi altrettanto produttivi.

 

Utilizzo dell'ibridazione e della mutagenesi

Facendo un salto temporale, a partire dagli anni '60 circa alcuni centri di ricerca cominciarono ad avviare lavori pionieristici con l'ibridazione interspecifica/intraspecifica e la mutagenesi. Gli obiettivi erano di creare nuova variabilità genetica, ottenere culmi più corti e robusti, ottenere un maggior numero di spighette fertili per pianta.

 

È doveroso però fare un passo indietro e spiegare che cos'è l'ibridazione: è un incrocio fra individui geneticamente diversi che ha lo scopo di modificare e fare emergere nuovi caratteri di interesse e renderli stabili nelle generazioni successive. E può essere, come scritto in precedenza, interspecifica o intraspecifica.

 

Per ibridazione interspecifica si intende l'unione tra specie diverse appartenenti allo stesso genere: per esempio il Triticale è un ibrido ottenuto dall'incrocio fra frumento tenero (Triticum turgidum subspecie aestivum) e segale (Secale cereale).

 

Invece per ibridazione intraspecifica si intende l'unione fra sottospecie diverse all'interno di una stessa specie.

 

Con l'uso dell'ibridazione vennero registrate nuove cultivar molto famose, come Capeiti 8 e Apullo, strettamente imparentate con Senatore Cappelli.

 

Con l'uso della mutagenesi, cioè l'utilizzo di un agente mutageno fisico o chimico per indurre mutazioni nel corredo genetico di un individuo, invece si costituirono le cultivar della serie 'Castel-'. Queste erano linee mutate di Senatore Cappelli che differivano dal genitore per pochi geni ma con caratteristiche agronomiche superiori.

 

L'inizio di un nuovo panorama cerealicolo

In quello che viene considerato l'ultimo step storico del miglioramento genetico del frumento (dagli anni '60 fino agli anni '90 circa) vennero individuati i cosiddetti "geni nanizzanti" o Reduced Heigth (Rht), responsabili appunto della riduzione in altezza del culmo della pianta.

 

È proprio in questo periodo che da studi condotti dall'Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l'Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile (Enea) venne costituita la varietà Creso. Questo ibrido consentì di raggiungere una produttività mai vista nei frumenti precedentemente commercializzati, grazie ad alcuni caratteri agronomici peculiari di cui parleremo più avanti.

 

Lo studio dei geni Rht fu svolto in contemporanea con la produzione su larga scala dei fertilizzanti chimici che in campo però creavano grossi problemi di allettamento in frumenti con altezza di 120-150 centimetri.

 

Il successo dell'introduzione di questi geni nelle linee di frumento duro si realizzò a seguito di una selezione di piante che riuscivano a traslocare gli zuccheri in eccesso nella spiga. In questo modo si ottenne un maggior numero di cariossidi a parità di numero di spighette per singola pianta.

 

Creso: taglia bassa, grandi benefici

L'ibrido fu ottenuto incrociando inizialmente un frumento tenero giapponese a taglia bassa, ovvero la varietà Norin 10, con genotipi americani come Yuma, portatori di diverse resistenze e/o tolleranze agli stress. Da questi incroci si ottenne una linea che venne successivamente ibridata con un mutante di Senatore Cappelli denominato Cpb 144; il risultato finale è stato appunto il Creso.

 

Dopo l'iscrizione al Registro Varietale la varietà si diffuse rapidamente, soprattutto nel Centro Nord Italia, grazie alla sua grande adattabilità, all'elevata resa e alla buona pastificazione.

 

Inoltre la chiave del successo di Creso è da ricercarsi all'alta resistenza all'allettamento grazie alla sua bassa taglia pari a 70-80 centimetri rispetto ai grani precedenti che avevano un'altezza del culmo di 130-150 centimetri.

 

La bassa taglia poi ha permesso di avere una risposta produttiva elevata e un maggior indice di raccolta, questo perché il culmo si è ridotto ma il numero di foglie per pianta è rimasto invariato, con un trasporto di zucchero maggiore verso la spiga.

 

Ma non solo, ha anche un'elevata resistenza contro ruggine bruna (Puccinia triticina) e oidio (Erysiphe graminis f. sp. Triticie) ereditata dai genitori tolleranti usati negli incroci.

 

Queste qualità permisero alla varietà di rimanere per molti anni fra la semente più venduta dopo la cultivar Capeiti 8. Inoltre, fu inserita in diversi programmi di breeding: cultivar come Radioso e Colosseo (costituite negli anni '90) furono ottenute da incroci fra il Creso.

 

Crisi climatica e la necessità di un nuovo frumento

Carenza idrica, salinità, erosione dei suoli ed eventi climatici estremi rischiano di mettere in pericolo la produzione di frumento duro, soprattutto nelle zone di coltivazione del Bacino del Mediterraneo. Essendo perciò il frumento una coltura di grande interesse economico gli istituti di ricerca stanno studiando e sviluppando nuove strategie di adattamento attraverso le pratiche colturali e la genetica.

 

Il frumento è stato sottoposto ad un intenso lavoro di miglioramento genetico e di selezione a partire dalle varietà locali (Foto di archivio)

Il frumento è stato sottoposto ad un intenso lavoro di miglioramento genetico e di selezione a partire dalle varietà locali (Foto di archivio)

(Fonte: ©Africa Studio - Adobe Stock)

 

I modelli di simulazione matematica potrebbero per esempio essere un valido aiuto per capire quali operazioni colturali modificare, come il periodo di semina. E per capire se queste modifiche apportano effettivamente delle differenze in termini di produttività.

 

Per esempio, uno studio ha mostrato come i cambiamenti climatici hanno degli effetti sulle rese e su come l'epoca di semina possa influenzare positivamente o negativamente la produzione in granella. In particolare, la resa sembrerebbe maggiore quando l'epoca di semina viene posticipata.

 

Attualmente poi si stanno svolgendo diversi progetti di ricerca per ampliare la variabilità genetica di questa graminacea: per esempio, con l'inserimento di nuovi geni di resistenza, incrociando varietà attualmente coltivate con specie selvatiche tolleranti agli stress ambientali. Uno studio in particolare ha costituito queste nuove linee ricombinanti (ancora in fase di osservazione) utilizzando l'ingegneria cromosomica non ogm.

 

L'ingegneria cromosomica è un insieme di metodologie che hanno lo scopo di trasferire durante l'incrocio fra genomi di specie diverse porzioni di cromosomi che contengono geni di interesse (per esempio una tolleranza). Con queste metodologie si controlla a priori il complesso processo di ricombinazione dei cromosomi, consentendo di incrociare piante di specie diverse (superando una serie di problemi e limiti genetici) ed ottenere un ibrido performante con le caratteristiche desiderate.

 

Per esempio, nello studio citato sopra con questa tecnica l'ente Enea è riuscito a incrociare delle linee mutanti di frumento duro con delle graminacee selvatiche (quindi due genomi diversi fra loro) ed ha costituito frumenti ibridi con una spiccata tolleranza alla salinità del suolo rispetto alle varietà standard coltivate.

 

Al momento si tratta di ricerche ancora in fase di sperimentazione e valutazione nelle università e nei centri di ricerca.

 

Le nuove esigenze colturali richiederanno inevitabilmente un nuovo panorama varietale per rimanere al passo con i tempi e competitivi, esattamente come Senatore Cappelli e Creso hanno favorito una svolta nella produzione cerealicola. È l'ora quindi di un nuovo frumento?