La potatura dell'olivo è una pratica colturale fondamentale per garantire un buon livello di produttività degli impianti, in quanto necessaria a rinnovare la chioma e a stimolare la fioritura e quindi la successiva allegagione.
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La regola vuole che le piante di olivo siano potate nel momento di riposo vegetativo, che tradizionalmente coincide con il periodo invernale. In questa fase infatti la pianta rallenta il proprio metabolismo e quindi possono essere effettuati i tagli senza che ci siano ripercussioni sulla salute dell'organismo vegetale. Al contempo però la pianta potata risente delle gelate e dunque la finestra temporale si deve spostare sul finire della stagione fredda, quando i rischi legati al gelo sono minori.
Negli ultimi anni però i cambiamenti climatici stanno rendendo la vita dei potatori meno facile. Gli autunni particolarmente caldi, gli inverni corti e i ritorni tardivi di freddo possono infatti mettere in pericolo la produttività degli impianti.
Quando potare l'olivo
Il periodo di potatura dell'olivo cambia molto da regione a regione. In Salento, come in Sicilia, la potatura viene fatta contestualmente alla raccolta delle olive, in quanto il rischio di gelate è scarso, se non nullo. Nel resto d'Italia invece si effettua tra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera, comunque alcune settimane prima che inizi la fioritura.
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Più ci si sposta verso Nord più il periodo della potatura deve essere ritardato, in quanto il rischio di gelate è maggiore. L'olivo (Olea europaea) è infatti una pianta che, seppure sopporti abbastanza bene il freddo invernale, risente grandemente delle gelate nel caso in cui sia stata potata. Temperature sotto lo zero possono infatti creare serissimi danni alle piante appena potate.
Potatura dell'olivo e clima che cambia
Le cose si sono fatte più complesse con i cambiamenti climatici. Gli autunni particolarmente caldi hanno protratto il periodo di attività dell'olivo fino a dicembre inoltrato. Al contempo le primavere sono sempre più precoci e per le piante si è dunque compresso il periodo di "riposo". Al contempo sono però sempre più frequenti i ritorni di freddo, con temperature sotto lo zero anche a primavera inoltrata.
Se guardiamo ad esempio alle temperature registrate a Bari nel mese di febbraio, dal 2019 ad oggi, vediamo come le temperature non siano mai scese sotto lo zero termico. Anzi, in media si hanno cinque giorni sopra i 18°C. Nel mese di marzo invece si sono registrate delle gelate nel 2020 e nel 2022, il primo anno con la colonnina di mercurio che è scesa a -2°C, mentre nel 2022 ci sono stati ben tre giorni di freddo intenso con la temperatura sotto lo zero.
E se si sale verso Nord la situazione non è migliore. A Firenze, ad esempio, si sono registrate gelate sia nel marzo del 2020, che nel 2021 e nel 2022. In quest'ultimo anno i giorni di gelo sono stati ben quattro con temperature che sono arrivate a -4°C. Ma a fare i danni sono state soprattutto le gelate tardive, che si sono registrate ad esempio nell'aprile 2020 e 2021, quando l'attività vegetativa era ormai ripresa abbondantemente.
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Potatura dell'olivo e gelate, come correre ai ripari
I ritorni di freddo, deleteri per tutta l'agricoltura, lo sono anche per l'olivicoltura. Gelate primaverili, anche leggere, compromettono infatti la fioritura, come accaduto quest'anno, con la frutticoltura che ha sofferto dal Friuli alla Puglia.
Ma gelate particolarmente intense possono anche nuocere alla salute delle piante appena potate. Come correre ai ripari allora? Sfortunatamente una soluzione non c'è. L'olivicoltore potrebbe spingersi più in là nella stagione con la potatura, per evitare che gelate severe compromettano le piante. Ma potature tardive rischiano di nuocere alla buona ripresa vegetativa.
Bisogna quindi trovare un punto di equilibrio tra le esigenze organizzative aziendali, la necessità di potare le piante per regolare la produzione e le bizze del meteo che, purtroppo, sono sempre più frequenti.