Qual è la principale malattia crittogama del melo? La ticchiolatura causata dall'ascomicete Venturia inaequalis. Essa è capace di causare danni agronomici ed economici rilevanti se non vengono attuate adeguate misure di prevenzione e di controllo.
E come fare per combatterla? Al momento la difesa chimica resta lo strumento principale. La prevenzione è sicuramente il modo migliore per agire, rispetto ad un'attività curativa, intervenendo prima di 'bagnature infettanti' (piogge, rugiada, nebbie, etc) o in prossimità di elevata presenza di spore. Queste ultime sono misurabili attraverso un captaspore volumetrico che misura la quantità di spore presenti nell'aria.

Questo comporta un uso importante di agrofarmaci, sia che si tratti di difesa integrata che biologica. E quanti trattamenti possono essere fatti? Anche una trentina, ma diciamo che normalmente sono necessari almeno 15-18 trattamenti all'anno. E non dimentichiamo che nell'arco degli anni si è constatata una certa diminuzione della sensibilità del fungo all'uso degli agrofarmaci, strobilurine specialmente (Brunelli et al., 2005).

E proprio per evitare questi numerosi interventi la ricerca si è da tempo attivata per ottenere varietà resistenti. Cioè varietà che abbiano nel proprio Dna la capacità di resistere naturalmente a questa avversità grazie al miglioramento genetico tradizionale (incrocio e la selezione con reincrocio).
 
Aschi e ascospore di Venturia inaequalis
(Fonte foto: © Regione Emilia Romagna)

Quali varietà oggi sul mercato?
Le informazioni di seguito rappresentano le principali varietà oggi in commercio in Italia. La scelta ed il giudizio derivano dal gruppo di lavoro di orientamento varietale di melo del Mipaaf-Crea all'interno del progetto Liste varietali 2016 portate ad Interpoma 2016. Il progetto, nato nel 1994, ha raggiunto la sua cessazione nel 2016 per mancanza di risorse.

Varietà estive
Giudicate positivamente

Gemini*: si raccoglie qualche giorno dopo le Gala tradizionali. Dal sovraccolore rosso intenso, attraente, esteso e brillante, con polpa succosa e di sapore equilibrato.

In osservazione
Lumaga* Galant®: sovraccolore rosso-rosa brillante esteso su quasi tutta la superficie. Polpa croccante con buone caratteristiche organolettiche.

Varietà autunnali
Giudicate positivamente

Civ323* Isaaq®: pianta molto produttiva con frutti di dimensioni medio-piccole, molto attraenti, commercializzabili come mele snack.
Civg198* Modì®: pianta di media vigoria, molto produttiva e di facile gestione agronomica. I frutti sono rosso intenso, ben esteso anche in pianura. La polpa è molto consistente e di buone caratteristiche organolettiche.
Civren* Renè®: frutti dall'aspetto distinguibile grazie alla velata rugginosità della buccia. Il sapore è eccellente, dolce ed aromatico.
Coop 39* Crimson Crisp®: vigore medio-basso, buona e costante produttività favorita dalla capacità dei fiori di autoradicare. I frutti sono di colore rosso brillante esteso su tutta la superficie. I frutti sono serbevoli, equilibrati e di ottime caratteristiche gustative.
 
Sintomi di ticchiolatura su foglia
(Fonte foto: © Regione Emilia Romagna)

Dalinette* Choupette®: elevata produttività, frutti di colorazione rosso vinosa, attraente, di buon sapore acidulo.
Inored* Story®: frutti di aspetto sferoidale molto attraenti. I frutti hanno un peduncolo lungo e sovraccolore rosso brillante su tutta la superficie. Il sapore è buono.
Topaz*: è consigliata solo in ambienti alpini e pedomontani. I frutti sono di stampo 'antico', con accese striature di colore rosso arancio vivo. La polpa è soda, croccante e succosa con elevata acidità, gradita dai consumatori del biologico del Nord Europa.
UEB32642* Opal®: Golden-simile, figlia di Topaz* da cui ha ereditato il sapore acidulo e la buona produttività. I frutti hanno polpa soda, croccante ed un ottimo sapore. Non è adatta ad ambienti centro-meridionali.

In osservazione
Smeralda*: frutto simile alle Granny Smith, ma con caratteristiche organolettiche differenti. La polpa è soda, croccante, succosa e di buon sapore acidulo.
Bonita*: frutto dalla colorazione rosso-rosata brillante e dal sapore mediamente intenso, leggermente acidulo con note profumate.
BO B47G047: pianta produttiva con frutti dal sapore equilibrato. E' anche resistente all'afide grigio.
BO B47G086: con frutti di bell'aspetto e di colore rosso intenso anche in pianura, croccanti e succosi. E' anche resistente all'afide grigio.

Varietà invernali
Giudicate positivamente

Fujion*: i frutti ricordano molto le Fuji più tradizionali, con una colorazione attraente, evidenti striature, polpa croccante, dolce, succosa e di buon sapore.
Coop 38* GoldRush®: frutti di colore grigio-verde-giallo, polpa molto consistente, ottime caratteristiche organolettiche ed elevata conservabilità.

In osservazione
BO B48F054: pianta di vigoria ridotta, produttiva, con frutti simili a Golden, di ottima pezzatura e privi di rugginosità.
BO B47G082: pianta di ridotta vigoria, produttiva, a raccolta molto tardiva, con frutti di bell'aspetto rosa-rossa molto grandi e simile a Cripps Pink*. Il sapore è buono ed equilibrato. E' resistente anche ad afide grigio.
 
Sintomi di ticchiolatura su frutticini
(Fonte foto: © Regione Emilia Romagna)

Vecchi e nuovi ceppi del gene della resistenza
Nel melo i meccanismi di contrasto alla ticchiolatura sono riconducibili a due tipologie: monogenica o verticale e poligenica o orizzontale.
Nel primo caso il fattore di resistenza è codificato da uno o pochi geni coinvolti nel riconoscimento di elicitori specifici, prodotti da una o poche razze del patogeno, che assicurano l'immunità alla malattia.
Questa situazione è meno durevole nel tempo visto che può essere più facilmente aggirata dalla sola comparsa di un nuovo ceppo.

Nel secondo caso ci si basa sull'induzione nell'ospite di una serie di manifestazioni fenotipiche che rendono più difficoltosa la presenza del patogeno. Essa è più difficilmente superabile visto che è attiva su tutti i ceppi del patogeno. Anche se di contro è meno efficace nell'immediato rispetto alla monogenetica perchè più influenzabile dalle condizioni ambientali e dalla quantità dell'inoculo.

Oggi quasi tutte le varietà finora introdotte in Italia presentano il gene Vf che ne assicura la resistenza. E' stato individuato per la prima volta nella linea 821 del Malus floribunda negli Usa nei primi decenni del '900. Per circa cinquant'anni il lavoro vivaistico e di ricerca è stato impostato su queste basi. Ora però sono comparse nuove razze di Venturia che sono riuscite a rompere la barriera genetica della resistenza, una vera spada di Damocle.
Questo cosa significa a livello pratico? Che le varietà che oggi coltiviamo potrebbero non essere più resistenti alla ticchiolatura, con conseguenti gravi danni economici. A livello bibliografo sono già stati accertati alcuni casi: nel 1984 in Germania, nel 1993 in Inghilterra, nel 1995 in Normandia e nel 2000 in Francia, nella Valle della Loira.

Guarda la videointervista a Maurizio Sgobbi, tecnico di Cico

Facciamo un po' di storia 
I primi programmi di breeding su meli resistenti a ticchiolatura risalgono al 1946 in Usa. Alla fine degli anni '70 le prime varietà in commercio. Tra tutte ricordiamo Florina Querina®. A metà degli anni '90 si assiste ad una nuova ondata di varietà ma con valore agronomico ed organolettico inferiore alle varietà più tradizionali.
Per questo motivo non si sono veramente mai affermate a livello commerciale. Forse un'eccezione può essere fatta per Topaz* che si è consolidata nel mercato biologico tedesco, austriaco e svizzero.

Negli ultimi anni stiamo affrontando una terza generazione di varietà decisamente migliorative per aspetti agronomici ed organolettici. Un vero boom che cresce di pari passo con le discussioni attinenti alla deriva ed ai residui dei fitofarmaci, alla crescente consapevolezza ambientale del consumatore ed alla riduzione dell'uso del rame.
Già diverse di esse sono coltivate con ottimi risultati: come ad esempio Modì® Civg198*, UEB32642* Opal®, Ariane* Les Naturalies®.