A poco più di un anno dalle prime righe scritte nero su bianco, il Piano nazionale del settore cerealicolo è pronto per essere discusso al tavolo della filiera, convocato al ministero per le Politiche agricole per le prossime settimane.
Il Piano, alla cui stesura hanno collaborato le numerose associazioni a vario titolo legate al settore cerealicolo, è ora in discussione al Mipaaf e prima della sua approvazione intende recepire tutti i consigli e i suggerimenti che potranno migliorarlo per farne un documento che nei prossimi tre anni traccerà le linee guida da seguire, al fine di garantire una maggiore redditività sulla base di accordi interprofessionali condivisi.
Intanto i prezzi dei cereali, rispetto a un anno fa, stanno scendendo.
La crisi degli ultimi tre anni con i conseguenti forti aumenti registrati – ha spiegato Fabio Del Bravo dell’Ismea ha origini strutturali e congiunturali, riconducibili a una riduzione dell’offerta, delle rese medie, degli stock, delle superfici investite e a una crescita della domanda in arrivo dai Paesi in via di sviluppo. A tutto questo bisogna aggiungere la forte oscillazione del prezzo del petrolio, l’andamento climatico, le politiche disincentivanti di alcuni paesi esportatori, la svalutazione del dollaro. Tutti motivi che hanno investito dapprima l’ambito internazionale, per poi ripercuotersi inevitabilmente anche a livello nazionale. In Italia, infatti, nella campagna 2007/08 il frumento duro ha registrato un’impennata di +127% sull’anno precedente, mentre quello tenero si è fermato a un meno traumatico +56%. Le proiezioni Ocse da qui al 2017/2018 – ha continuato Del Bravo – parlano di un’offerta che dovrebbe aumentare del 14%, al pari della domanda che si dovrebbe aggirare intorno a un +11% e agli stock, previsti in crescita del 14%. Allo stesso tempo i prezzi della granella dovrebbero scendere del 28%, pur rimanendo fermi a un 37% in più rispetto ai valori medi delle ultime cinque campagne”.
Le nostre previsioni – ha sottolineato W.H. Meyers del Fapri Università del Missouri indicano che nel periodo 2009-2018 i prezzi saranno destinati a ridursi ulteriormente, anche se l’aumento della produzione di cereali, a svantaggio di molti terreni attualmente destinati alla coltivazione del cotone, non è un aspetto da sottovalutare, così come non è possibile ipotizzare forti diminuzioni dei prezzi perché esiste una consistente domanda che arriva dai Paesi in via di sviluppo, insieme a una maggiore richiesta di mangimi e biocombustibili”.
Quali sono quindi le prospettive per le aziende agricole italiane alla luce di uno scenario le cui oscillazioni dipendono da moltissimi fattori correlati tra loro? L’intera filiera agricola si riunirà a Cremona in occasione di Vegetalia dal 30 gennaio al 2 febbraio 2009 proprio per evidenziare criticità e opportunità del settore, in modo tale da preparare le imprese nazionali ad affrontare al meglio i mercati internazionali.