Se ti occupi di agricoltura avrai sentito sicuramente parlare della Pac, acronimo di Politica Agricola Comune.
L'argomento è piuttosto conosciuto e gettonato, soprattutto negli ultimi anni, perché rappresenta un effettivo pilastro per tutto il settore primario europeo.
Questa serie di norme è stata introdotta nei paesi Ue per la prima volta nel 1962 e il suo scopo è quello di creare un legame più stretto tra agricoltori e società civile, lavorando per un'effettiva sicurezza alimentare.
Col tempo, la Pac è cambiata, adeguandosi alle nuove esigenze e alle nuove tecnologie e, proprio nel 2023, è iniziata una nuova fase di programmazione che durerà fino al 2027.
L'obiettivo di questo quadriennio? Modernizzare l'intero settore attraverso l'erogazione di contributi specifici per chi gioca secondo le regole.
Vediamo di cosa si tratta.
Contributi Pac: come funzionano e quali sono gli obiettivi
La domanda che può sorgere spontanea quando si parla di contributi Pac è: da dove arrivano i soldi che poi vengono erogati ai professionisti del settore?
Ecco, per rispondere brevemente, i fondi principali sono due:
- il Fondo europeo agricolo di garanzia (Feaga);
- il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr).
Il primo, il Feaga, fornisce sostegno diretto e finanzia misure di sostegno del mercato, mentre il Feasr si occupa esclusivamente dello sviluppo rurale.
Per quanto riguarda l'erogazione effettiva dei fondi, sebbene i contributi arrivino dall'Ue, i pagamenti verranno gestiti dai governi nazionali e ogni paese dovrà assicurare la massima trasparenza.
Nel caso dell'Italia, per esempio, l'attuazione della Pac passerà attraverso il Psn, ovvero il Piano Strategico Nazionale.
Nei prossimi quattro anni, ovvero dal 2023 al 2027, la Pac si è prefissata degli obiettivi piuttosto ambiziosi che coprono vari aspetti dell'agricoltura che non possono più essere ignorati, ovvero quelli economici, ambientali e sociali.
Gli obiettivi dichiarati, invece, sono 10, interconnessi tra loro e sono i seguenti:
- sostenere un reddito agricolo sufficiente per un'implementazione della sicurezza alimentare, la diversità e la sostenibilità economica della produzione agricola;
- lavorare sull'orientamento al mercato e aumentare la competitività delle aziende agricole attraverso una maggiore attenzione alla ricerca, alla tecnologia e alla digitalizzazione;
- migliorare la posizione degli agricoltori nella filiera e garantire una maggiore cooperazione tra gli attori che la compongono;
- contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici riducendo le emissioni e promuovendo l'energia sostenibile;
- promuovere lo sviluppo sostenibile e un'efficiente gestione delle risorse naturali, riducendo la dipendenza dalle sostanze chimiche;
- contribuire ad arrestare e invertire il processo di perdita della biodiversità, migliorare i servizi ecosistemici e preservare gli habitat e i paesaggi;
- attirare e sostenere i giovani agricoltori, attrarre nuovi agricoltori e facilitare lo sviluppo imprenditoriale sostenibile nelle zone rurali;
- promuovere l'occupazione, la crescita, la parità di genere e la partecipazione delle donne all'agricoltura e lo sviluppo locale nelle zone rurali, con pratiche di bioeconomia circolare e selvicoltura sostenibile;
- migliorare la risposta dell'agricoltura dell'Unione alle esigenze della società in materia di alimentazione e salute, ridurre gli sprechi alimentari, migliorare il benessere degli animali e contrastare le resistenze antimicrobiche.
Attribuzione dei contributi con la nuova Pac
Oltre all'introduzione di obiettivi più mirati al sociale, la Pac 2023-2027 presenta un'altra novità importante, che riguarda la modalità di erogazione e distribuzione dei contributi.
A differenza degli altri anni, infatti, questi non saranno più legati alla produzione, ma verranno valutati e quantificati sulla base dei comportamenti sostenibili attuati dall'azienda.
In Italia, entro il 2027 ogni agricoltore dovrà percepire aiuti non inferiori all'80% della media nazionale e, perché questo succeda, si dovrà procedere con una ridistribuzione delle somme: per intenderci, la Lombardia ha una media di 600 euro di contributi per ettaro, mentre la Sardegna solo 120.
Cosa vuol dire tutto questo in termini pratici?
Fino al 2022, i contributi diretti prevedevano un pagamento di base fisso calcolato sulla base di:
- titoli personali;
- una componente ambientale;
- greening (uguale per tutti).
Con la nuova Pac, per accedere ai contributi di base sarà necessario rispettare delle condizioni minime di sostenibilità.
La parte di greening, invece, è stata sostituita dagli ecoschemi, ovvero una serie di impegni ambientali di cui gli agricoltori dovranno farsi carico: solo chi dimostra di rispettarli, potrà ricevere i contributi.
Pac: l'importanza della consulenza aziendale e le nuove opportunità
Come abbiamo visto dagli obiettivi sopra menzionati nella nuova programmazione e dai nuovi requisiti per l'accesso ai fondi, gli stati membri dovranno sviluppare strategie di sviluppo dei sistemi della conoscenza e dell'innovazione secondo il modello Akis (Agricoltural Knowledge and Innovation Systems).
Questo non solo rappresenta una sfida enorme per tutto il comparto, ma diventa una grande opportunità per tantissime figure tecniche che popolano la filiera, come tecnici, agronomi e consulenti.
Le attività di consulenza svolgeranno un ruolo chiave nell'integrazione tra gestione aziendale e territoriale e saranno il pilastro portante di tutto il processo di transizione ecologica e tecnologica delle aziende agricole italiane ed europee.
Il compito di queste figure più tecniche, infatti, sarà quello di aiutare le aziende a coprire i requisiti obbligatori, le condizioni degli interventi e degli impegni di gestione, nonché fornire informazioni sugli strumenti finanziari e sui piani aziendali.
Per esempio, con la nuova normativa Pac, il fascicolo agricolo deve essere redatto in maniera digitale per poter accedere ai contributi.
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Fonte: AgroNotizie