Si è tenuto il 14 luglio 2022 a Manta (Cn), presso il Centro Ricerche per la Frutticoltura di Agrion, il consueto incontro tecnico riservato agli operatori del settore per presentare le novità della sperimentazione varietale su ciliegio e albicocco e parlare dei principali fitofagi di queste due specie frutticole.
La situazione climatica del 2022
Prima di illustrare le novità della sperimentazione varietale su ciliegio e albicocco, Davide Nari, agronomo e ricercatore presso la Fondazione Agrion, ha introdotto la sua relazione facendo il punto sull'andamento climatico del 2022.
Le temperature registrate da inizio anno evidenziano valori di 1,2°C superiori rispetto alla media storica della stazione di Manta (2005-2021). In particolare, si è registrato un aumento di +2,2°C nei mesi invernali di gennaio e febbraio e di +2,5°C nei mesi maggio e giugno. Fa eccezione il solo mese di aprile in cui le temperature sono state più basse rispetto la media di circa 1,5°C.
Le precipitazioni sono state molto scarse - circa 240 millimetri inferiori rispetto alla serie storica - attestandosi ben al di sotto del 50% del totale complessivo medio delle precedenti annate.
Le novità della sperimentazione varietale
Luca Nari, ricercatore e consulente tecnico presso Agrion, insieme alla collega agronoma Valentina Roera ha presentato le novità varietali della sperimentazione piemontese su ciliegio e albicocco.
Ciliegio
Attualmente in Italia sono circa 28.700 gli ettari coltivati, con una tendenza leggermente negativa se raffrontata con le ultime due annate (-2mila ettari). In Piemonte la superficie resta ancora piuttosto limitata con 390 ettari, ma con un incremento significativo delle superfici rispetto agli ultimi anni.
Dal punto di vista fenologico l'annata in corso ha visto delle fioriture posticipate di 4-5 giorni rispetto al 2021, mentre le maturazioni sono state tendenzialmente in linea.
La qualità delle produzioni è stata elevata con valori di grado zuccherino superiore e acidità inferiore al 2021, anche se con durezza della polpa non sempre soddisfacente.
Il livello produttivo è stato molto alto, in particolare per le cultivar autofertili, a scapito, in alcuni casi, del calibro medio dei frutti che non è stato sempre soddisfacente.
Tra le cultivar più interessanti presentate vi sono:
• Areko*. L'albero è di medio elevato vigore con frutti ben distribuiti sulle branche fruttifere e caratterizzati da lungo peduncolo. La pezzatura è grossa. La polpa è di elevata consistenza e buon sapore dolce e aromatico. Media sensibilità al cracking. Matura in epoca Kordia.
• Sweet Saretta® PA5UniBo*. Matura qualche giorno dopo Areko*. Cultivar autofertile che garantisce una produttività molto elevata e costante. Il frutto è di grossa pezzatura e aspetto attraente con colorazione della buccia rosso brillante. Sapore buono dolce e aromatico. Molto consistente la polpa. Media la sensibilità al cracking.
• Royal Helen*. Prima produzione della cultivar, di pari epoca di Sweet Saretta® PA5UniBo*. L'albero è di buon vigore e di rapida entrata in produzione. La pezzatura potenziale è grossa (30-32 millimetri). L'aspetto è molto attraente con colorazione rosso brillante. Elevata consistenza della polpa, di ottimo sapore dolce e aromatico. Il peduncolo è di media lunghezza. I frutti sono distribuiti principalmente su mazzetti di maggio. La sensibilità al cracking è medio-elevata.
• Cerasina® Final 12.1. Matura in epoca extra tardiva, circa una decina di giorni dopo la cultivar di riferimento Regina. Varietà autofertile con albero poco vigoroso e molto produttivo. Il frutto è cuoriforme, regolare e di grossa pezzatura. La polpa è di medio-elevata consistenza e buon sapore, dolce. Scarsa la sensibilità al cracking.
Albicocco
A livello nazionale la situazione degli ultimi dieci anni è rimasta tendenzialmente costante. Attualmente in Italia sono coltivati 18.600 ettari di albicocco, mentre a livello piemontese, negli ultimi dieci anni, la superfice è passata da circa 1.000 ettari a poco più di 600 ettari. Inoltre, sul territorio regionale si sta assistendo a una sempre più marcata meridionalizzazione della specie.
Tra le criticità emerse risulta evidente come questa specie abbia sempre più difficoltà di adattamento pedoclimatico nel nostro areale. I cambiamenti climatici influiscono negativamente sulla qualità delle produzioni che in molte annate, in particolare per le cultivar precoci, risulta bassa. Le sempre più frequenti primavere fredde impediscono infatti di raggiungere gradazioni zuccherine sufficienti, fattore a cui segue l'amplificazione di alcune problematiche di tipo fitosanitario, tra cui vi è la batteriosi da Pseudomonas spp. che quest'anno è stata molto importante.
Dal punto di vista del miglioramento genetico, negli ultimi anni è sicuramente aumentato il livello estetico, che però non ha sempre seguito di pari passo quelle che sono le qualità organolettiche dei frutti.
Ultima criticità, sicuramente non meno importante, è l'andamento dei mercati che in questi ultimi anni non è stato positivo.
Analizzando la fenologia, invece, si può osservare che le fioriture di questa annata hanno anticipato di circa nove giorni l'annata precedente. Anche le maturazioni sono state anticipate rispetto allo scorso anno di 4-5 giorni. Il carico produttivo è risultato elevato, così come la qualità dei frutti, registrando in particolare valori di Residuo Secco Rifrattometrico (Rsr) maggiori di 1-2° e un'acidità inferiore di 3-4 millilitri su 100 millilitri.
Tra le varietà più interessanti sono emerse:
• Apribang* Regalcot®. Cultivar che matura in epoca Laycot. Autofertile. L'albero è di elevata vigoria con portamento aperto e buona attitudine al rivestimento di rami misti. Elevata e costante la produttività. Il frutto è tondeggiante e regolare. Buono il potenziale di pezzatura. Molto attraente l'aspetto: colore di fondo aranciato con sovraccolore rosso intenso esteso sul 25% della buccia, tipicamente "vellutata". Buono il sapore, dolce e aromatico.
• Apridelice* Regalcot®. Interessanti le prime produzioni della cultivar. Matura una settimana dopo Laycot. L'albero è di media vigoria ed elevata produttività. La forma del frutto è ovata, regolare. Pezzatura media. Aspetto attraente con colore di fondo aranciato e sovraccolore rosso sul 20-30% della buccia. Polpa di buona consistenza e buon sapore dolce e molto aromatico.
• Farbela*. Si conferma in epoca tardiva. Matura pochi giorni dopo Faralia. Cultivar autofertile caratterizzata da albero di media vigoria e facile gestione. Frutto di grossa pezzatura, di forma ellittica, mediamente regolare. L'aspetto è attraente con fondo aranciato e sovraccolore rosso vivo esteso sul 15% della buccia. La polpa è di buona consistenza e sapore dolce.
Emergenze fitosanitarie: aggiornamenti su Forficula e Drosophila suzukii
La Forficula per l'albicocco e la Drosophila suzukii per il ciliegio sono due problematiche determinanti e il loro contenimento è fondamentale nel garantire la necessaria sostenibilità economica alle aziende.
Ne hanno parlato durante l'incontro i ricercatori di Agrion Luca Nari e Francesca Pettiti, i quali hanno affermato che la presenza della Forficula sul territorio è in continua crescita.
Alla luce dei dati, infatti, il fitofago ha rappresentato la prima causa di danno su albicocco nel corso della campagna 2021, colpendo nel 2022 anche il ciliegio. Ora la popolazione dell'insetto sta raggiungendo livelli mai registrati prima e si teme altresì per la produzione di pesco e melo.
A favorire la sopravvivenza della Forficula quest'anno ha contribuito l'inverno mite e asciutto, ma un'ulteriore criticità è rappresentata dalla mancanza di strumenti efficaci per il suo controllo.
Proprio per portare all'attenzione la gravità della situazione, a inizio giugno i settori fitosanitari di Piemonte, Veneto e Emilia Romagna hanno presentato al Settore Fitosanitario Nazionale la segnalazione di emergenza danni da Forficula auricularia su drupacee.
Intanto, la sperimentazione di Agrion sta lavorando a tecniche alternative con lo scopo di ridurre la popolazione presente in campo, realizzando parallelamente prove di laboratorio per comprendere l'efficacia collaterale dei principali insetticidi impiegati contro altri target.
La Drosophila suzukii, conosciuta anche come moscerino dei piccoli frutti, rappresenta invece il primo problema per la produzione di ciliegio.
Con l'obiettivo di monitorare l'espansione di questo insetto e comprendere i periodi di maggiore rischio, negli ultimi anni Agrion ha realizzato, in collaborazione con i tecnici del coordinamento frutticolo, un monitoraggio territoriale e costante.
Quest'anno si sono registrate catture più elevate e la strategia di contenimento consigliata e le reti antinsetto impiegate nella maggior parte dei terreni coltivati a ciliegi hanno consentito di limitare al minimo i danni.
I prossimi passi riguarderanno il piano di lotta biologica nazionale che si sta attuando insieme al Settore Fitosanitario Regionale e l'Università di Torino, attraverso l'introduzione del limitatore naturale Ganaspis brasiliensis il parassitoide in grado di contrastare la Drosophila, per un controllo più sostenibile delle popolazioni del fitofago.
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Fonte: Agrion