Dove va Bruxelles

"Sono molto preoccupato per l'inflazione, per l'Europa che sembra volersi sbarazzare dell'agricoltura ed è orientata solo al politicamente ed ecologicamente corretto, per la condizione delle nostre imprese agricole che sono in serissima difficoltà".
Esordisce così il sottosegretario all'Agricoltura Gian Marco Centinaio, nell'intervista raccolta da Carlo Cambi per le pagine de La Verità in edicola il 21 febbraio.
Fra gli argomenti toccati c'è anche il vino, e dopo aver scongiurato l'ipotesi che le bevande alcoliche vengano etichettate come pericolose per la salute, l'articolo ricorda che fra qualche settimana l'Organizzazione Mondiale della Sanità tornerà alla carica proponendo etichette antialcol.

Ma a proposito di etichette, la battaglia più importante si combatte nella lotta al Nutriscore, l'etichetta a semaforo che potrebbe arrecare molti danni ad alcuni prodotti tipici del made in Italy.
L'intervista si sposta poi sui temi del Green Deal e del Farm to Fork, sui quali Centinaio si esprime in modo assai critico, affermando che l'Europa parla molto di ambiente e per nulla di agricoltura.
Non poteva mancare un accenno alle proteste degli allevatori e al caso del latte, alle prese con un vertiginoso aumento dei costi di produzione.
Si interverrà con i fondi per le filiere, ma il nodo di fondo è quello del prezzo al consumo.
Se non si paga di più il latte, le stalle chiudono e il danno sarebbe enorme.
L'intervista prosegue parlando del grano, per il quale Centinaio ritiene non accettabile che l'Italia importi il 60% del proprio fabbisogno.
Occorre pertanto allargare la produzione e far crescere le imprese, indirizzando le semine verso la qualità che serve all'industria di trasformazione.


Le risposte alla crisi

È un'intervista al ministro per le Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, quella raccolta da Giorgio dell'Orefice per Il Sole 24 Ore in edicola il 22 febbraio.
Parlando dell'impennata dei costi energetici, il ministro ricorda l'opportunità di accelerare sulle agroenergie.
A questo proposito conferma che prima del 31 marzo dovrebbe essere pubblicato il bando per gli investimenti sul parco agrisolare, per il quale è previsto un budget di 1,5 miliardi di euro.
Se già questi investimenti fossero stati attuati, le aziende non avrebbero percepito l'aumento dei costi energetici.

Altri investimenti sono poi previsti per i contratti di filiera e per i distretti del cibo che possono già contare su una dotazione di 120 milioni previsti dalla Legge di Bilancio.
Sulla crisi del latte e sulle critiche rivolte al tavolo di filiera convocato dal Ministero, Patuanelli punta il dito sui nodi strutturali e sull'eccesso di offerta.
Problema, quello della produzione di latte in eccesso, al quale si propone come soluzione quella di investire sugli impianti di trasformazione di latte in polvere.
Pochi gli impianti di polverizzazione esistenti in Italia, utili però a evitare che i surplus produttivi siano motivo di caduta dei prezzi.


I risultati dell'export

A vincere la sfida sono i salumi, l'ortofrutta e la pasta, tutti i prodotti che tra il 2019 e il 2021 hanno aumentato le esportazioni in misura significativa.
Nel complesso, tutto il settore agroalimentare ha messo a segno in questo periodo una crescita vicina al 15%, che ha portato le esportazioni a superare i 50 miliardi di euro.
E' quanto emerge dalle analisi diffuse da Agrifood monitor di Nomisma, citati da Micaela Cappellini su Il Sole 24 Ore del 23 febbraio.
Le destinazioni più importanti dell'agroalimentare italiano sono gli Stati Uniti e il Canada, dove si registrano aumenti intorno al 20%.
Gli aumenti percentualmente più importanti sono per la Corea del sud (+60%) e Cina (+46%).
Oltre metà dell'export agroalimentare è destinato al mercato europeo che da solo assorbe il 58%. 
L'articolo si conclude con la graduatoria dei cibi italiani più conosciuti all'estero e si apprende che a Londra il primo posto in quanto a notorietà è conquistato dal Prosecco, seguito dal Parmigiano Reggiano e dal Prosciutto di Parma. Il Parmigiano Reggiano conquista invece il primo posto come prodotto più conosciuto sui mercati dell'Australia.


Agricoltura, campionessa in sostenibilità

Sono molti i punti di eccellenza che l'agricoltura italiana può vantare in tema di sostenibilità.
Li elenca QN del 24 febbraio, ricordando anzitutto la leadership a livello europeo nel biologico e il primato in tema di prodotti a denominazione di origine.
Ottimali poi i numeri che la nostra agricoltura può vantare sul tema ambientale.
In quanto a emissioni di gas serra prodotte a livello nazionale, l'agricoltura pesa appena per il 7,2%, contro il 44,7% dell'industria e il 24,5% nei trasporti.

Tradotti in volumi, questi valori indicano che le emissioni di anidride carbonica sono pari a 30 milioni di tonnellate, meno della metà di quelle prodotte dalla Francia (76 milioni di tonnellate) e assai meno dei 66 milioni della Germania.

L'articolo ricorda poi quanto sia importante il ruolo degli allevamenti, con la produzione di letame e liquami indispensabile per la fertilità dei terreni e per la produzione di energie rinnovabili, come il biogas.
A questo proposito si citano gli scarti delle coltivazioni e degli allevamenti, che si possono utilizzare per la produzione di biometano, utilizzabile anche per l'autotrazione.


Effetti collaterali

Quali le conseguenze per l'economia italiana del conflitto che vede contrapposte Russia e Ucraina?
Tenta una risposta a questo interrogativo Andrea Ducci nell'articolo pubblicato su il Corriere della Sera del 25 febbraio.
Per quanto riguarda l'agricoltura già ora si assiste a un forte aumento delle quotazioni di grano tenero, mais, soia.
Le tensioni sul prezzo del grano sono presto spiegate dal fatto che la Russia è il principale esportatore mondiale di questo cereale, mentre l'Ucraina è al terzo posto.
Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, esprime forti preoccupazioni per le possibili conseguenze su vino, pasta e florovivaistica di un'eventuale stretta da parte di Mosca delle importazioni di prodotti made in Italy.
Da Pistoia, area che vanta una forte densità di vivai, come accade peraltro in Liguria e Sicilia, Coldiretti paventa forti danni per il mancato export di piante verso Russia e Ucraina.

L'articolo prosegue affidando ad Allegra Antinori, vicepresidente dell'omonimo gruppo, il compito di immaginare le conseguenze sul mondo del vino.
E qui le principali preoccupazioni riguardano i vini di fascia alta, che hanno trovato interessanti sbocchi sui mercati della Russia.
Le conseguenze di questa difficile situazione si faranno comunque sentire in tutti i settori dell'economia che hanno interessi nell'export.


Contoterzismo, i nodi da sciogliere

È un quadro dettagliato sul contoterzismo italiano quello che propone Giorgio dell'Orefice nell'articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore del 26 febbraio.
Due i pilastri che compongono questo settore, quello delle imprese agromeccaniche professionali, al quale si affianca il contoterzismo effettuato dalle aziende agricole come attività connessa.
Il primo, quello professionale, conta circa 18mila aziende per un giro di affari di 4,5 miliardi di euro, mentre il secondo registra un fatturato di circa 3,2 miliardi.
Entrambi svolgono un ruolo fondamentale nel fornire alle piccole e medie imprese agricole le lavorazioni necessarie utilizzando mezzi meccanici appropriati.

Il ruolo del contoterzismo, afferma Gianni Dalla Bernardina, presidente della Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani, è destinato ad essere rafforzato dall'innovazione tecnologica, che altrimenti non sarebbe alla portata di aziende di piccole dimensioni.
Sebbene le prospettive del settore siano buone, non mancano i nodi da sciogliere.
Fra questi, lo squilibrio fra imprese professionali e aziende agricole che operano in regime di attività connessa e dunque con alcuni vantaggi di carattere fiscale.

A questo, aggiunge Aproniano Tassinari nella sua veste di presidente dell'Unione Nazionale Contoterzisti, si sovrappongono le complicazioni delle norme sulle modalità per la revisione dei mezzi agricoli, che di fatto hanno dilatato i tempi previsti, rimandandoli al 31 dicembre di quest'anno.
Accade così che una fetta rilevante del lavoro svolto in conto terzi dalle aziende agricole è effettuato con un parco macchine obsoleto.
L'articolo si conclude ricordando la difficoltà per l'accesso alle fonti di finanziamento da parte dei contoterzisti professionali, che non essendo equiparati agli imprenditori agricoli sono esclusi dai sostegni previsti nei piani di sviluppo rurale.


Fotovoltaico, che passione

È atteso per la fine di marzo il bando per accedere ai finanziamenti previsti nella "misura parco agrisolare" che rientra nell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
A disposizione di questo progetto, scrive Michele Di Branco sulle pagine de Il Messaggero del 27 febbraio, ci sono 1,5 miliardi di euro. L'obiettivo è quello di sostenere investimenti per la realizzazione di impianti fotovoltaici in ambito agricolo, escludendo il consumo di suolo.

Si calcola che le aziende potenzialmente interessate potrebbero mettere a disposizione una superficie complessiva di oltre 4 milioni di metri quadrati.
Attuatore della linea di intervento sarà il ministero per le Politiche agricole, che affiderà il compito al Gestore del servizio elettrico.
Le aziende che vedranno accettate le proprie domande potranno incassare un contributo a fondo perduto fino al 50% degli investimenti realizzati.
Si tratta di un'opportunità, sottolinea il presidente Coldiretti, Ettore Prandini, che potrà essere colta dalle imprese agricole e zootecniche per contenere i costi energetici e per rispondere alla necessità di sviluppare fonti energetiche rinnovabili.


"Di cosa parlano i giornali quando scrivono di agricoltura?"
Ogni lunedì uno sguardo agli argomenti affrontati da quotidiani e periodici sui temi dell'agroalimentare e dell'agricoltura, letti e commentati nell'Edicola di AgroNotizie.

Nel rispetto del Diritto d'Autore, a partire dal 23 novembre 2020 non è più presente il link all'articolo recensito.

Questo articolo fa parte delle collezioni: