Oltre ad essere un sito di particolare interesse paesaggistico e ambientale, da più di dieci anni, infatti, i soci della cooperativa sociale Cantina Toblino stanno portando avanti un'esperienza condivisa di agricoltura integrata e biologica di montagna.
Novecento ettari di vigneto si sviluppano tra i 100 e gli 880 metri sul livello del mare e sono rappresentati da 690 soci, tutte le pratiche di viticoltura sono manuali e volte allo sviluppo della coltura biologica (230 ettari sono già certificati bio) al fine di tutelare la naturalità dell'habitat.
Oltre alla produzione di vini di qualità, la cantina si propone anche un ruolo cooperativo e sociale strettamente legato al territorio della Valle dei Laghi. "Vogliamo diffondere una cultura e un modo di pensare sociale e in valle. Vogliamo far capire ai nostri soci e agli abitanti della valle che l'agricoltura può essere uno strumento veramente importante nello sviluppo di un territorio", dice Carlo De Biasi, direttore della Cantina Toblino.
È così che per la cantina diventa fondamentale creare connessioni con scuole, università e cooperative sociali del territorio. Proprio quest'anno è nato un nuovo progetto che vede protagonisti la cooperativa sociale Progetto 92 e l'iniziativa Beelieve. Con i loro prodotti di falegnameria come cassette nido per uccelli, arnie per api e bombi, hoter per insetti, ecc., si impegnano ad offrire una nuova opportunità a giovani in condizioni di vulnerabilità. "Ogni anno cerchiamo di aggiungere un tassello in più al nostro percorso" spiega Carlo De Biasi.
I ragazzi del Progetto 92 hanno contribuito alla lavorazione, all'assemblaggio e all'installazione delle strutture ecologiche
(Fonte foto: Cantina Toblino)
Tra teoria e pratica
"Nel 2018 è partito uno studio sull'agro biodiversità all'interno della zona limitrofa alla cantina”, fa sapere il direttore, al fine di preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all'agricoltura e alla silvicoltura. Il progetto si è svolto sotto la supervisone del tecnico viticolo Giuliano Cattoni, responsabile dell'azienda agricola Toblino Srl.In particolare, lo studio è stato suddiviso in tre fasi:
- valutazione a livello territoriale;
- analisi dell'uso del suolo (ponendo particolare attenzione alle strutture che determinano elementi di biodiversità come siepi, alberi isolati, boschetti, reticolo idrografico, fossi, ecc.);
- rilevamento delle singole componenti dell'agrobiodiversità.
È qui che entra in gioco il progetto, con l'installazione di nidi per uccelli e pipistrelli che nello specifico contribuiscono ad incrementare la diffusione della fauna selvatica e a migliorare la fruizione dei biotopi dove questa trova rifugio all'interno dei vigneti di Cantina Toblino.
In particolare, queste strutture ecologiche sono realizzate con legname certificato Pefc proveniente dalla Val di Fiemme schiantato nell'ottobre 2018 a causa della tempesta Vaia. Queste strutture in legno di larice ed abete rosso sono state realizzate ed installate da ragazzi coinvolti dalla cooperativa Progetto 92 sotto la supervisione di un educatore.
Un totale di ottanta nidi suddivisi in trenta nidi artificiali per pettirossi e pigliamosche, trenta nidi artificiali per cincie, cinque nidi artificiali per rondini, cinque nidi artificiali per balestrucci e dieci nidi per pipistrelli. De Biasi ci spiega che i nidi sono diversi tra loro nella forma e nelle dimensioni, studiati diversamente in funzione della tipologia di uccello che li dovrebbe abitare.
Installazione dei nidi per contribuire ad incrementare la diffusione della fauna selvatica e a migliorare la fruizione dei biotopi dove questa trova rifugio all'interno dei vigneti
(Fonte foto: Cantina Toblino)
L'iniziativa Beelieve ha coinvolto i ragazzi del Progetto 92 in tutte le fasi del processo, dalla lavorazione in falegnameria fino all'assemblaggio e all'installazione delle strutture. L'obiettivo di Beelieve e Progetto 92 è proprio quello di rinforzare le capacità personali, potenziare le risorse e le abilità sociali di questi ragazzi, sviluppando un corretto modo di porsi rispetto al contesto lavorativo per trovare uno spazio concreto all'interno del mondo occupazionale.
Il progetto è inserito all'interno del Programma di sviluppo rurale (Psr) e riceve il contributo cofinanziato da Ue Feasr, dallo Stato italiano e in parte dalla Pat. La parte restante è coperta dalla Rete di riserve Basso Sarca che fa capo al Bim Sarca Mincio Garda. Il progetto definitivo, grazie al quale si è ottenuto il finanziamento, è stato redatto dallo studio LandEco di Mirco Baldo, mentre la direzione lavori e la contabilità finale sono state curate da Roberto Leonard.
Il percorso di sviluppo e diffusione della viticoltura biologica di Cantina Toblino vanta il riconoscimento assegnato dalla Commissione Umwelt ambiente Euregio attestato di prestigio, ottenuto dopo l'analisi di quasi un centinaio di progetti presentati alla commissione varata dalle Comunità alpine di Tirolo, Alto Adige e Trentino con il coinvolgimento di Transkom e che hanno valutato il progetto mirato a sensibilizzare e motivare ad una maggior tutela dell'ambiente, incentivando innovazione e valorizzazione territoriale. Il riconoscimento è stato ritirato da Nicola Caveden, tecnico viticolo responsabile dell'ufficio soci di Cantina Toblino, nei mesi scorsi ad Innsbruck.
Un futuro sociale
Quali sono i vantaggi nel creare un legame tra agricoltura e cooperative sociali? "Un aspetto è legato al fatto che la Valle dei Laghi si sta popolando, l'ambiente è più accogliente e si vive nel verde. L'obiettivo è quello di creare un ambiente e una valle che possano permettere alle persone di vivere e trovare gratificazione economica per cui rimanere in valle".De Biasi ricorda i vantaggi indotti: "Crediamo molto nel ruolo strategico svolto dal turismo enogastronomico in Valle dei Laghi. I vini ed i prodotti agricoli locali vengo valorizzati attraverso l'offerta di Hosteria Toblino dove Franco Zanella, sommelier di esperienza, coadiuvato dallo Chef Sebastian Sartorellisanno, propongono con maestria i frutti di questa terra. Accogliere i clienti all'interno del vigneto biologico della Toblino ci permette di spiegare il nostro modo di interpretare la viticoltura ed i sovesci piuttosto che le casette che rendono testimonianza di questo percorso. Ci permettono di dare l'idea a chi viene di essere in un territorio tutelato".
La cantina non solo per la produzione di vini di qualità ma anche "laboratorio di innovazione" allo scopo di sperimentare e diffondere a tutti i soci le nuove conoscenze e le giuste pratiche agronomiche.
"Questo non vuole essere un progetto fine a se stesso ma un progetto di diffusione di un modo di operare all'interno di tutto il nostro contesto agricolo. In questi anni abbiamo lavorato anche con i sovesci. Abbiamo sempre utilizzato specie mellifere per cui abbiamo i vigneti che sono pieni di api. È una bellissima cosa. Ciò che ci mancava era relativo alla fauna e allo studio sull'agro biodiversità".
In futuro la cantina punta a proseguire con determinazione questo percorso con l'obiettivo di garantire la tutela e la salvaguardia della biodiversità nel produrre uve e vini, espressione fedele di questo territorio unico.