Parla la scienza, ascoltiamola

E' un articolo destinato a suscitare un ampio dibattito quello a firma di Elena Cattaneo, senatrice a vita e docente alla Statale di Milano, pubblicato su "Il Messaggero" del 24 agosto.
I temi sono controversi: si parla del glifosate, delle produzioni biologiche, della sicurezza dei prodotti agroalimentari.
Circa venti organismi nazionali e sovranazionali preposti alla valutazione del rischio, si spiega nell'articolo, sono concordi nell'indicare che il glifosate non è certamente cancerogeno. "Alcuni prodotti bio - afferma Cattaneo - presentano pericoli nettamente superiori per la salute umana e/o l'ambiente".
Continuando la lettura, Cattaneo ricorda che "Da anni, grazie al supporto di esperti del settore e al continuo studio delle evidenze scientifiche via via disponibili, mi sono avvicinata alla complessità e alle necessità dell'agricoltura e tento di stimolare una discussione costruttiva su questo tema in pubblico e in Parlamento, partendo da prove e dati verificati e accessibili. Da anni, però, mi scontro con un approccio ideologico che, costruito come una 'bella favola' da raccontare, fatica a trovare riscontro concreto nella scienza e nella pratica quotidiana di chi  in quei campi lavora e studia".
Non c'è altro da aggiungere. Merita una lettura e molta attenzione, tenendo i pregiudizi a debita distanza.


Il lavoro che non emerge

I conti sono quelli di Osservatorio Domina (associazione dei datori di lavoro domestico) e tirano le somme sui risultati ottenuti dalla regolarizzazione del lavoro in nero e del caporalato, voluta dalla ministra per le Politiche agricole, Teresa Bellanova.
I dati sono riassunti su "Il Sole 24 Ore" del 24 agosto, dai quali emerge che delle oltre 207mila domande presentate, l'85% riguarda colf e badanti, mentre non arrivano a 31mila le richieste di regolarizzazione di rapporti di lavoro subordinato, quasi tutte in agricoltura e circa 200 nel settore della pesca.
Dall'operazione, conclude il rapporto Domina, deriva un beneficio economico per lo Stato di oltre 30 milioni di euro.
Soddisfazione per i risultati raggiunti nel campo del lavoro domestico, sebbene gran parte resti tuttora "invisibile". Come pure restano irrisolti i problemi di manodopera reclamati dal mondo agricolo, dei quali il report Domina ovviamente non si occupa, non essendo questo il suo settore di  competenza.


Arriva il "Mutuo soccorso"

Qualcosa di buono la cimice asiatica sembra averla fatta, sebbene non ne abbia alcun merito. Dopo aver provocato nel 2019 danni alle piante da frutto per oltre 600 milioni e di fronte agli appena 80 milioni messi a disposizione dal Governo, gli agricoltori hanno deciso che era necessario trovare una soluzione.
Con l'aiuto dell'Unione europea, le cooperative dei produttori hanno allora imboccato la strada del "Mutuo soccorso". Ha preso così il via il fondo mutualistico Cmc 2020, uno dei primi strumenti di questo tipo in Europa, la cui finalità è offrire sostegno finanziario ai frutticoltori che hanno subìto danni per l'infestazione da cimice asiatica.
L'iniziativa, si legge su "Il Sole 24 Ore" del 25 agosto, è opera di Apo Conerpo, l'organizzazione di produttori di ortofrutta fresca italiana che conta oltre 6mila associati fra imprese singole e cooperative.
Il fondo non potrà da solo coprire gli enormi danni provocati dalla cimice asiatica, ma sarà un supporto a sostegno dei maggiori costi per la difesa contro questo insetto.
L'articolo si conclude con l'amaro sfogo del presidente di Apo Conerpo, Davide Bernocchi, che lamenta come l'ortofrutta italiana sia stata dimenticata, mentre il Governo interveniva in favore dei settori agricoli più disparati, dal vino ai cereali. "Nemmeno la decontribuzione - afferma Vernocchi - ci hanno concesso".
 

Acqua, grandine e vento

Per quanto si sia trattato di un evento locale e circoscritto, la tempesta di acqua e grandine che ha colpito il veronese racchiude in sé i caratteri della eccezionalità e merita di essere raccontata in dettaglio come ha fatto il "Corriere di Verona" del 25 agosto. Una cronaca puntuale sui vigneti ripiegati su se stessi come salici piangenti, spogli come se fosse gennaio.
Circa 400 ettari dove si produce il 5% del Valpolicella Doc, con perdite irrecuperabili e ci saranno aziende che non potranno produrre per i prossimi due anni.
Un episodio, si legge nelle interviste raccolte in questo articolo, che ripropone la necessità di porre maggiore attenzione ai fondi mutualistici, che si delineano sempre più come strumento importante di ristoro dei danni dovuti a cause imprevedibili.
 

Agricoltura, il nostro "petrolio"

L'importanza del settore agricolo per l'economia italiana è il tema al centro della lunga intervista che il settimanale "Panorama" in edicola il 26 agosto ha raccolto con Luigi Scordamaglia, ai vertici di Inalca-Cremonini e consigliere delegato di Filiera Italia.
Dei molti argomenti affrontati segnalo la dura critica al commissario europeo Frans Timmermans, al quale è attribuita la dichiarazione che "arriverà un giorno in cui per produrre latte e carne non avremo più bisogno delle stalle".
Se ciò accadesse, afferma Scordamaglia, vorrebbe dire togliere agli agricoltori il compito di sfamare il mondo per affidarlo alle mani di poche multinazionali.
Poi la conclusione dell'intervista: "Il futuro dell'Italia è la produzione di qualità. Il futuro del pianeta è produrre in maniera sostenibile. Chi riesce in questa impresa diventa padrone del mondo".
L'agricoltura italiana, con le sue eccellenze, sembra essere sulla buona strada.  Ma bisognerà impegnarsi.


In aiuto del pomodoro

Il pomodoro da industria, in particolare nelle aree del Nord, paga lo scotto di una stagione climatica avversa e dai campi, in particolare quelli dell'Emilia Romagna, dove questa coltura ha una rilevante importanza, è partito un forte grido di allarme.
Temperature elevate e la piovosità intensa e persistente ha portato alla maturazione contemporanea di ingenti quantità di prodotto, più deperibile. E gli impianti hanno faticato ad assorbire questa mole di pomodori, concentrata in pochi giorni.
Soluzione: sospendere la raccolta, come previsto peraltro in alcuni regolamenti comunitari e nazionali. A fronte però di una indennità per i produttori, indennità che ora è stata decisa da una circolare dipartimentale del Mipaaf.
Ne dà conferma Ermanno Comegna dalle pagine di "Italia Oggi" del 27 agosto, puntualizzando che i sostegni sono indirizzati ai coltivatori di pomodoro aderenti alle Organizzazioni di produttori (Op).
"Ora - si legge nell'articolo - per la concreta attivazione del regime di aiuto è necessario che le Op provvedano a richiedere la modifica dei loro programmi operativi per il 2020, inserendo la volontà di dare avvio alla misura della mancata raccolta".
I limiti del sostegno sono fissati a 4.458 euro per ettaro, che potranno essere erogati dopo che gli organismi pagatori avranno stabilito le modalità di attuazione, insieme alle procedure di controllo.


Il vino "tiene"

In Veneto il Valpolicella, in Emilia Romagna il Lambrusco. Sono i vitigni che più di altri hanno subìto in questa settimana le violenze di temporali, vento e grandine.
I danni ci sono e importanti. In qualche caso la vendemmia è compromessa. Ma l'Italia resta in corsa per salire sul podio come maggior produttore mondiale.
Stando alle previsioni riportate da "Avvenire" del 28 agosto, la campagna vitivinicola si chiuderà attorno ai 45 milioni di ettolitri, con una modesta flessione del 5%.
Il comparto, ricorda l'articolo, vale oltre 11 miliardi di fatturato solo per la vendita di vino e dà lavoro a 1,3 milioni di persone.
A decidere il destino del settore sono però le esportazioni, quest'anno in calo del 4%, cosa che segna una preoccupante inversione di tendenza, difficile da recuperare. Molto dipenderà dall'evoluzione dell'emergenza sanitaria e dalla ripresa dei mercati internazionali.


Pere sotto attacco

In Emilia Romagna si coltiva circa il 70% delle pere italiane, in particolare della varietà settembrina Abate Fetel. Se in questa regione il raccolto va male le ripercussioni sono importanti a livello nazionale. E le preoccupazioni per il raccolto 2020 sono molte.
Dopo le gelate della scorsa primavera e i danni provocati dal colpo di fuoco batterico (Erwinia amylovora) e dalla cimice asiatica, si aggiungono ora le conseguenze di una temibile malattia fungina che porta il frutto a marcire dall'interno: la maculatura bruna.
Il grido di allarme dei produttori è stato raccolto da "Il Resto del Carlino" del 29 agosto, che riporta le dichiarazioni dell'assessore all'Agricoltura dell'Emilia Romagna, Alessio Mammi, disposto a "sostenere in tutti i modi gli agricoltori colpiti, trovando al più presto le soluzioni al problema e investendo sulla ricerca".
Importante sarà anche difendere in sede europea la possibilità di utilizzare le molecole utili a contenere la malattia. Un obiettivo, conclude l'articolo, per il quale è necessario che istituzioni regionali e nazionali lavorino in sinergia.


Luppolo "in rosa"

Crescono e si diffondono i birrifici artigianali e cresce di conseguenza la richiesta di luppolo, che della birra è uno degli indispensabili ingredienti.
Sino alla fine dell'800 questa pianta, che appartiene alla famiglia delle Cannabaceae, era coltivata anche in Italia, ma venne progressivamente abbandonata. E oggi dobbiamo ricorrere per il 98% al prodotto di importazione.
Coltivare luppolo rappresenta così un'interessante opportunità per diversificare la produzione, specie in periodi "difficili" per le colture classiche, come cereali e foraggere. E' quello che devono aver pensato alcune aziende agricole che hanno deciso di investire nella coltivazione del luppolo, dando vita alla "Cooperativa Luppoli italiani".
La notizia arriva da "Il Resto del Carlino" del 30 agosto e colpisce non solo per la scelta produttiva di questa cooperativa, ma anche per l'essere guidata in prevalenza da donne.
La superficie investita a luppolo è di poco superiore ai 5 ettari, dunque ancora una produzione di "nicchia", pur rappresentando in questo settore una delle realtà più importanti per la produzione di luppolo. "Vogliamo diventare - ha dichiarato la presidente della cooperativa, Michela Nati - un punto di riferimento nella produzione, lavorazione e distribuzione di diverse varietà di luppoli coltivati in Romagna, puntando sulla qualità e sulla sostenibilità del processo di coltivazione e lavorazione".
Non resta che augurare buon lavoro al "luppolo in rosa".
"Di cosa parlano i giornali quando scrivono di agricoltura?"
Ogni lunedì uno sguardo agli argomenti affrontati da quotidiani e periodici sui temi dell'agroalimentare e dell'agricoltura, letti e commentati nell'Edicola di AgroNotizie.


 

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