Con il nome Corteva, che associa le parole Cor (cuore) e Teva (natura), verranno commercializzati gli agrofarmaci che oggi riportano sulle etichette i marchi di Dow e DuPont. Mentre le sementi di Pioneer continueranno ad essere commercializzate con lo storico marchio nato negli Stati Uniti nel 1926. Oltre a sementi e agrofarmaci la nuova compagnia ha una terza anima, quella digitale, rappresentata dalla controllata Granular.
Ma perché due società storiche, come Dow e DuPont hanno deciso di convolare a nozze? Le ragioni sono differenti. Prima di tutto perché unendo le forze in un'unica entità si aspettano sinergie consistenti, stimate in 1,2 miliardi di dollari di risparmi entro il 2021. In secondo luogo perché insieme i due colossi dell'agrochimica potranno incrementare gli investimenti in ricerca e sviluppo, accelerando il lancio di nuove molecole e sementi innovative.
La quotazione in Borsa di Corteva
I turisti che il 3 giugno scorso hanno passeggiato lungo Wall Street, a Manhattan, hanno potuto vedere l'enorme bandiera di Corteva campeggiare dalle colonne del New York Stock Exchange. All'interno dello storico palazzo, alle 9:30 in punto, il board dell'azienda ha suonato la campana che ha dato il via alle contrattazioni delle azioni Corteva alla Borsa di New York."Corteva è una azienda focalizzata esclusivamente sullo sviluppo di prodotti e servizi per l'agricoltura", ha dichiarato l'amministratore delegato dell'azienda Jim Collins, accogliendo a Wall Street giornalisti provenienti da tutto il mondo.
"Abbiamo oltre 20mila dipendenti che sviluppano prodotti nuovi e aiutano gli agricoltori a fare meglio il proprio lavoro. Possiamo contare su 140 siti di ricerca, su 65 sostanze attive e su una pipeline di nuovi prodotti. Come compagnia investiamo oltre un miliardo di dollari in R&D e questo ci permette di offrire alle aziende agricole soluzioni sempre innovative".
Un momento della quotazione in Borsa di Corteva
(Fonte foto: AgroNotizie)
Corteva: agrofarmaci, sementi, digitale
Corteva è una azienda unica che tuttavia opera in tre distinti settori di business: agrofarmaci, sementi e digital farming. Per quanto riguarda il primo comparto l'azienda può contare sulle sostanze attive ereditate da Dow e DuPont oltre ad una pipeline che, fanno sapere dalla società, ha in serbo novità interessanti per gli agricoltori.Qualcosa si è già visto in Italia con il lancio di Zorvec, un antiperonosporico con un nuovo meccanismo di azione che promette di facilitare la vita dei viticoltori nostrani. Oppure Rinskor (contenente florpyrauxifen-benzyl), un erbicida selettivo per il riso dal profilo tossicologico favorevole che ha ottenuto l'autorizzazione in deroga per situazioni di emergenza fitosanitaria. O ancora Inatreq, un fungicida di origine naturale (ottenuto grazie all'aiuto di batteri) pensato per combattere alcune tipologie di funghi, come il Fusarium o la ruggine, in cerealicoltura.
Il centro di ricerca principale di Corteva nel campo della chimica è ad Indianapolis, in Indiana (Usa), ma il Gruppo ha laboratori e siti di test in tutto il mondo. "Il nostro impegno è quello di sviluppare agrofarmaci efficaci e sostenibili, che aiutino gli agricoltori nel difficile compito di sfamare una popolazione mondiale in crescita", ha spiegato Neal Gutterson, chief technology officer di Corteva. "Sempre più attenzione verrà data ai prodotti di origine biologica, intesi come quegli agrofarmaci ispirati dalla natura che sfruttano le potenzialità dei microrganismi nella difesa delle piante".
Sementi, la forza della genetica
Nel centro di ricerca di Johnston, Iowa, ogni anno passano mezzo milione di piante di mais. Esemplari unici, frutto del miglioramento genetico portato avanti da Corteva, che ha ereditato il settore sementi di Pioneer. Nuovi ibridi, ottenuti grazie ad incroci tradizionali, ma anche facendo ricorso alle New breeding techniques, che vengono fatti crescere all'interno di due ettari di serre completamente automatizzate.Mais, ma non solo. In Iowa i ricercatori di Corteva lavorano anche su riso, girasole, colza, soia e tante altre sementi. Si lavora per migliorare le colture e mantenerle costantemente competitive in uno scenario in continua evoluzione. I cambiamenti climatici richiedono piante maggiormente resistenti agli stress abiotici, come la carenza di acqua, ma anche tolleranti a malattie e insetti, nonché efficienti nell'utilizzo degli input produttivi.
Il centro di ricerca Corteva a Johnston. Dura quindici anni il processo di selezione e lancio sul mercato di una nuova semente
(Fonte foto: AgroNotizie)
Se la selezione di nuovi ibridi è sempre stata un'attività fiore all'occhiello di Pioneer (e quindi Corteva) oggi l'utilizzo delle Nbt, come il Crispr-Cas9, permetterebbe di accelerare la messa a punto di nuove sementi altamente performanti e completamente 'naturali'. Eppure, come abbiamo scritto in questo articolo, in Europa la sentenza della Corte di giustizia Ue ha messo un freno all'utilizzo di queste tecnologie. Ci troviamo di fatto in una situazione di stallo che rischia di penalizzare l'Europa rispetto agli altri paesi e soprattutto il made in Italy.
Benvenuto digitale
Nel 2017 DowDuPont ha acquisito Granular, una azienda californiana che ha sviluppato una piattaforma per l'agricoltura di precisione. Piattaforma che oggi è disponibile per gli agricoltori di Stati Uniti, Brasile e Australia e che nel 2020, fanno sapere dall'azienda, dovrebbe arrivare anche in Europa, Italia compresa.Granular offre un sistema di supporto alle decisioni che tramite l'analisi di dati provenienti da più fonti (satelliti, droni, centraline meteo, etc...) è in grado di assistere l'agricoltore nella scelta dei migliori prodotti per difendere le colture. Ma affianca l'operatore anche nella prevenzione degli stress idrici o nella definizione di una ricetta di fertilizzazione efficiente.
Granular permette la gestione di mappe di produzione, vigore e prescrizione
(Fonte foto: AgroNotizie)
Un business, quello dell'agricoltura digitale, per ora marginale, ma che nei prossimi anni dovrebbe crescere a ritmi sostenuti. Sembra che Granular verrà offerto in versione gratuita nella sua versione base, mentre per i servizi premium sarà necessario sottoscrivere un abbonamento.
"Gli strumenti di agricoltura digitale devono essere semplici da utilizzare e devono generare un ritorno economico per l'agricoltore", ha spiegato ai giornalisti in visita al centro di sperimentazione di Johnston John Arbuckle, global leader predictive agriculture di Corteva. "Oggi nelle nostre aziende agricole ci sono moli enormi di dati, il nostro compito è quello di trasformarle in informazioni utili".
Dialogo con il consumatore
Rick Kimberley e sua moglie Martha sono due agricoltori dell'Iowa. Ogni anno seminano circa 2mila ettari di mais in una regione vocata a questa coltura. Il loro è un lavoro duro e anche se le estensioni coltivate e le tecniche agronomiche impiegate sono molto distanti dalla realtà italiana, i problemi sono gli stessi: fare reddito, ripagare i debiti con le banche, lottare contro la burocrazia e un clima sempre più imprevedibile.Rick Kimberley gestisce una fattoria in Iowa
(Fonte foto: AgroNotizie)
L'impegno di Corteva, sottolineato più volte dai suoi dirigenti, è quello di dialogare costantemente con gli agricoltori come Rick, sviluppando soluzioni che gli rendano la vita un po' più facile. Ma non solo. In un fase storica in cui parte dell'opinione pubblica è scettica nei confronti della chimica e delle biotecnologie, Corteva intende aprire un confronto per mostrare quanto l'innovazione sia essenziale per assicurare cibo sufficiente a sfamare una popolazione in crescita.
"E' importante coinvolgere agricoltori e consumatori in un dialogo sul futuro dell'agricoltura", ha sottolineato Igor Teslenko, presidente di Corteva Europa. "Un dialogo necessario a sviluppare soluzioni su misura per le imprese europee che fanno un eccellente lavoro nel produrre cibo sicuro e di qualità. Cibo che deve essere raccontato all'opinione pubblica, che deve sapere quanto l'innovazione nel settore della chimica e della genetica sia alla base della sostenibilità dell'agricoltura".