Rispetto alle tecniche utilizzate negli anni Ottanta e Novanta, le New breeding techniques sono estremamente precise e veloci nel modificare il patrimonio genetico di un organismo, senza tuttavia dare vita ad Ogm transgenici.
Nessun passaggio di geni tra una specie e l'altra dunque, una caratteristica che ha portato l'avvocato generale della Corte di giustizia Ue a ritenere che gli organismi ottenuti con il genome editing e la cisgenesi, le due Nbt più promettenti, non debbano ricadere nella normativa europea sugli Ogm. Normativa che prevede una serie di adempimenti burocratici talmente gravosi da mettere fuori mercato la stragrande maggioranza delle imprese.
Ma che cosa sono il genome editing (di cui la tecnica più famosa è il Crispr-Cas9) e la cisgenesi? "Il genome editing è una tecnica che consente di modificare la sequenza di un gene in maniera estremamente precisa e veloce. Si va tuttavia a modificare il gene proprio della pianta, senza apportare materiale genetico esterno", spiega ad AgroNotizie Pierdomenico Perata, rettore della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. "In questo modo ottengo una varietà nuova, ma non un organismo transgenico, perché frutto di una semplice mutazione".
Mutazione, una parola che deve spaventare?
"Le mutazioni avvengono continuamente in ogni essere vivente e sono alla base dell'evoluzione. Il genome editing non fa altro che rendere la mutazione precisa, eliminando il fattore caso, che domina la natura e i suoi tempi estremamente lunghi".
Ci può spiegare in maniera semplice come funziona?
"Il genome editing permette di individuare e 'tagliare' specifiche sequenze di dna di un organismo vivente, causando una mutazione. In questo modo si può ad esempio silenziare un gene indesiderato o correggere un gene che aveva subito una mutazione spontanea con effetti negativi".
Ci può fare un esempio di miglioramento genetico tramite genome editing?
"Alcune viti selvatiche, le cui uve non sono vinificabili, hanno dei geni di resistenza alle più comuni malattie fungine che affliggono le varietà commerciali. Oggi noi possiamo mettere a confronto la genetica delle due piante, identificare le minuscole differenze che causano la vulnerabilità, e intervenire dove necessario per reintrodurre la resistenza nella varietà coltivata".
Che cos'è invece la cisgenesi?
"E' una tecnica che prevede il trasferimento di porzioni ben precise di Dna tra due piante della stessa specie. Anche in questo caso non ottengo un organismo transgenico, perché non inserisco materiale genetico proveniente da una specie non sessualmente compatibile".
Qual è la differenza con il genome editing?
"Le differenze sono molte. Tuttavia semplificando possiamo dire che con la cisgenesi arricchisco con materiale esterno un patrimonio genetico. Mentre con il genome editing ne 'riscrivo' delle porzioni".
Ci può fare un esempio di miglioramento genetico tramite cisgenesi?
"Tornando alle nostre viti, è possibile prendere uno o più geni di resistenza da una varietà di vite selvatica e inserirli nel patrimonio genetico di una commerciale. Si aggiunge un gene che però sarebbe potuto entrare nel patrimonio genetico anche in maniera casuale attraverso un incrocio naturale".
I detrattori delle Nbt affermano che sono 'Ogm mascherati'. E' così?
"Assolutamente no, perché gli organismi frutto di genome editing potrebbero nascere in natura, mentre gli Ogm transgenici no. Sono due cose completamente differenti".
Ci sono piante modificate con il genome editing che sono attualmente coltivate?
"Negli Usa c'è una varietà di fungo destinata al consumo umano che è stata modificata con il genome editing. Una varietà che ha avuto il via libera dalla Food and Drug Administration molto velocemente visto che negli Usa la regolamentazione sugli Ogm non è competente in materia di Nbt".
Ci sono pericoli legati a queste tecniche?
"Assolutamente no, come d'altronde venti e passa anni di coltivazioni di piante Ogm transgeniche non hanno mostrato problemi".
I sostenitori di queste Nbt affermano che sono democratiche, come mai?
"Se l'Unione europea dovesse decidere di non applicare la gravosa normativa sugli Ogm alle Nbt questo permetterebbe anche ai piccoli laboratori di fare miglioramento genetico. Mentre oggi solo le grandi multinazionali possono lavorare sugli Ogm a causa degli elevati costi di approvazione".
Alcune associazioni affermano che le Nbt minacciano la biodiversità. E' così?
"L'uomo ha sempre sostituito varietà peggiori con migliori. Lo stesso vale per le varietà ottenute con le Nbt. D'altronde se vogliamo sfamare una popolazione in crescita dobbiamo produrre cibo in maniera più efficiente".
Che impatto avrebbero queste tecnologie sul made in Italy?
"Positivo. Oggi molte varietà italiane non sono coltivate perché non competitive. Penso ad esempio al pomodoro che in Campania è spessissimo di origine israeliana o statunitense. Il genome editing permette di migliorare le nostre varietà della tradizione, rendendole più produttive, resistenti alle malattie o agli stress. Le Nbt non sono una minaccia, ma una opportunità che non ci possiamo fare sfuggire".