Tutte queste informazioni, preziosissime per il viticoltore che deve decidere come rinnovare i propri filari, sono contenute nel Servizio nazionale di certificazione della vite.
"Tutti i vivaisti hanno l'obbligo di denunciare il materiale che producono", spiega ad AgroNotizie Diego Tomasi, direttore del Centro di ricerca per la viticoltura di Conegliano del Crea, ente che cura il registro.
"Entro il 15 giugno devono comunicare gli innesti effettuati ed entro il 10 ottobre le rese effettive. Devono darci i numeri su varietà, cloni e porta-innesto utilizzati. Potendo avere questi numeri è possibile avere un quadro preciso di come si sta muovendo il Vigneto Italia".
Non basta andare a guardare i livelli di produzione di uva nelle varie regioni, vitigno per vitigno?
"Sapere quali barbatelle sono state prodotte nei vivai ci permette di essere in anticipo sui dati di produzione di almeno tre-quattro anni, il tempo cioè che intercorre tra la produzione della barbatella e l'entrata in produzione della vite".
Perché è importante sapere come si evolverà il Vigneto Italia?
"Prima di tutto questi dati hanno un valore statistico per chi si occupa di analisi nel settore vitivinicolo. In secondo luogo ci dicono quali sono le tendenze future".
Ci può fare un esempio?
"Se fossi un viticoltore friulano non impianterei Merlot, ma Ribolla, che sta avendo una forte espansione nell'area. Se fossi in Toscana punterei sul Syrah. Queste sono alcune tendenze locali, ce ne sono poi anche nazionali".
Ad esempio?
"Nel Nord-Est c'è una forte diffusione della Glera, da cui poi si ottiene il prosecco, un vino che sta avendo un boom dei consumi in Italia e all'estero. Sta aumentando le superfici anche il Pinot grigio, usato come complementare al prosecco o venduto con il nome del vitigno. Si consolida invece il Sangiovese, il primo a livello nazionale".
L'Italia è un paese a bacca bianca o rossa?
"Ci stiamo sempre più spostando verso i bianchi, che ormai sono coltivati in maniera prevalente rispetto ai rossi. Anche in questo caso pesano le ottime performance di prosecco e spumante".
I viticoltori possono consultare liberamente i dati contenuti nel Servizio nazionale di certificazione della vite?
"Certamente, in questo modo possono capire dove va il mercato. Basta andare sul sito del Mipaaf, a questo indirizzo".
Nel Servizio nazionale di certificazione della vite sono registrati anche i vitigni resistenti?
"Assolutamente sì. E' un trend ancora embrionale, ma in crescita. Nel Veneto sono autorizzate 18 di queste varietà. In Italia vengono usate prevalentemente come buffer-zone vicino alle scuole, alle strade o alle case, come barriera alla deriva dei trattamenti fitosanitari. Non potendo essere usate per fare doc e non essendo conosciute dai consumatori, la loro diffusione è ancora limitata, mentre all'estero hanno ormai preso piede".
Per leggere i dati principali del Servizio nazionale di certificazione della vite (2016-2017) clicca qui.