Oggi 5 e domani 6 settembre a Cork, in Irlanda, la Commissione europea organizzerà – a 20 anni di distanza dal primo appuntamento – una conferenza sullo sviluppo rurale. Cork 2.0 è il claim, a significare che lo sguardo è rivolto al futuro.

I temi sotto la lente riguarderanno alcune sfide calde per l’agricoltura: lavoro e crescita nella filiera agroalimentare, ambiente rurale, clima e acqua, innovazioni per le necessità degli agricoltori, infrastrutture e tecnologie di comunicazione nelle aree rurali.

Fra gli interventi in programma, oltre al commissario europeo Phil Hogan, padrone di casa nella “sua” Irlanda, sono previsti quelli del ministro irlandese all’Agricoltura Michael Creed, del presidente della Commissione Agricoltura al Parlamento europeo Czeslaw Adam Siekierski, del ministro dell’Agricoltura della Slovacchia Gabriela Matecnà, dal momento che il semestre europeo è presieduto dalla Repubblica Slovacca.
Al termine dei due giorni verrà presentata da Heino von Meyer, presidente dell’Oecd, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, una dichiarazione finale di natura prolitico-programmatica.

In vista dell’appuntamento europeo, venerdì il Copa-Cogeca ha illustrato i punti chiave per alimentare il dibattito e riflettere sulle nuove sfide del settore nel 21° secolo.
Parlando a Bruxelles, il segretario generale, Pekka Pesonen, ha dichiarato che “gli agricoltori stanno attualmente affrontando una situazione di mercato molto difficile; sarà di vitale importanza che la politica evolva per garantire un settore competitivo ed economicamente sostenibile in futuro. Ciò è particolarmente importante se si considera il ruolo cruciale della comunità agricola europea per migliorare le economie rurali, la biodiversità, la mitigazione del cambiamento climatico e la sostenibilità delle zone rurali”.
Secondo Pesonen “serve maggiore sostegno per il ricambio generazionale, per sostenere i giovani agricoltori in un lavoro impegnativo e per migliorare l’imprenditorialità, al fine di creare legami più forti tra le imprese rurali e con le aree urbane”.

 La presidente del gruppo di lavoro sullo Sviluppo rurale, Sofia Bjornsson, ha sottolineato che per massimizzare il nostro potenziale, la Politica agricola comune deve attuare gli strumenti giusti per consentire agli agricoltori di fornire beni e servizi alla società, garantendo un reddito equo per loro: "La politica di sviluppo rurale deve continuare a concentrarsi per rendere vitali i produttori, in quanto sono la spina dorsale delle economie rurali”.
Investire in agricoltura è fondamentale, secondo Bjornsson, per “aiutare gli agricoltori a migliorare le loro prestazioni economiche e ambientali, per sostenere l’ammodernamento delle aziende agricole e per accompagnare il settore agricolo nell’attuare tecnologie intelligenti che contribuiscono ad un uso efficiente delle risorse”.

Anche la politica deve essere semplificata. “Servizi di consulenza e di formazione e attività delle reti rurali devono essere una priorità nella nostra prossima politica – ha puntualizzato Bjornsson - per consentire agli agricoltori di rispondere meglio alle nuove sfide. Gli strumenti finanziari devono essere flessibili e adeguati alle necessità degli agricoltori, per stimolare gli investimenti sostenibili nelle aree rurali. Inoltre, è necessario individuare strumenti idonei per proteggere gli agricoltori contro il rischio”.

Le cooperative giocheranno un ruolo di rilievo, perché “consentono agli agricoltori di unire le forze e rispondere meglio ai mercati e contrastare una volatilità crescente – ha proseguito Bjornsson -. La cooperazione dovrebbe essere incoraggiata di più in alcuni Stati membri”.