Gli ultimi focolai di influenza aviaria risalgono al 26 novembre, dove la presenza del virus è stata confermata in allevamenti di tacchini del Veneto e della Lombardia.
Ma già a inizio ottobre, come riferisce il centro di referenza nazionale per questa patologia, presso l'Istituto Zooprofilattico delle Venezie, il virus era tornato a colpire in Friuli Venezia Giulia.
Sale così l'allarme per il diffondersi di questa malattia infettiva che sulle ali degli uccelli selvatici si sta presentando in molti Paesi europei.
Avicoltura sotto scacco
Una diffusione che sta mettendo a rischio l'avicoltura europea e che potrebbe avere ripercussioni anche sulla salute delle persone.
Un'elevata circolazione del virus, come già anticipato da AgroNotizie®, potrebbe favorire fenomeni di adattamento su altre specie sensibili, come avvenuto negli Usa con gli episodi di influenza aviaria nei bovini e anche nell'uomo.
Da inizio settembre sino alla metà di novembre sono stati segnalati in Europa quasi 1.500 focolai che hanno coinvolto ben 26 Paesi europei.
Nuovo appello
Per questo Efsa, l'Ente Europeo per la Sicurezza Alimentare, ha lanciato un nuovo appello affinché siano messe in campo tutte le risorse atte ad arginare la crescita e la diffusione di questa malattia.
Numerosi i suggerimenti lanciati da Efsa. Fra questi il confinamento delle specie avicole nelle aree dove il virus si è presentato. In altre parole, niente allevamenti all'aperto.
Poi forte attenzione sui volatili selvatici, in particolare nelle zone umide, per diagnosi precoci della malattia.
Anche la caccia nel mirino delle autorità sanitarie, potendo essere motivo di allontanamento dei selvatici, favorendo così la diffusione del virus.
Agli allevatori l'ennesima raccomandazione di attuare in ogni fase rigide misure di biosicurezza.
Via libera ai vaccini
Raccomandazioni preziose, ma forse insufficienti se si tiene conto che questo virus riesce a "bucare" le difese anche degli allevamenti più strutturati e meglio protetti.
Bene dunque la biosicurezza, l'attenzione maniacale nelle misure di igiene e nel proibire ingressi a estranei. Ma può non bastare.
Per questo si pensa con sempre maggiore insistenza all'arma "definitiva", la vaccinazione. Efficace, ma non priva di complicazioni.
Già dalla primavera del prossimo anno potrebbe essere introdotta per gli allevamenti di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna.
Un "Tavolo" per l'avicoltura
Una scelta, questa della vaccinazione, discussa in occasione del Tavolo sulla Filiera Avicola istituito dal Ministero dell'Agricoltura, in accordo con quello della Salute che vede in prima linea Giovanni Filippini, che già conosciamo come commissario alla peste suina africana, oltre che direttore generale della Salute Animale.
Non ci sarà solo vaccinazione nella lotta all'influenza aviaria.
Il nostro sistema avicolo, pur estremamente efficiente, presenta alcune criticità come l'eccessiva concentrazione di allevamenti in aree relativamente ristrette.
Per questo anche su AgroNotizie® da tempo si suggerisce una riorganizzazione che elimini questo fattore di rischio.
Intanto dal Tavolo il sottosegretario all'Agricoltura Patrizio La Pietra ha lanciato una proposta innovativa: ridurre gli "accasamenti" nelle aree più a rischio. In altre parole meno animali.
Per il mancato reddito che ne consegue, gli allevatori verrebbero rimborsati.
Parola d'ordine, prevenzione
Questo progetto, ha dichiarato La Pietra, vede il coinvolgimento e l'approvazione di tutta la filiera avicola, come pure delle associazioni di settore e delle amministrazioni regionali.
Vedremo se saranno di stimolo a un ripensamento del sistema avicolo, favorendo una diffusione più parcellizzata degli allevamenti professionali.
Per molti operatori un sacrificio importante, ma certo meno penalizzante rispetto ai danni che si verificano quando il virus entra in un allevamento.
L'obiettivo è quello di cambiare paradigma nell'affrontare questa patologia, passando da un'azione incentrata sui ristori agli allevatori che hanno subìto danni a un'azione di forte prevenzione.
Non resta che aspettare la prossima riunione del "Tavolo", che sarà convocato entro fine anno, per conoscere altri dettagli.





























