Il 10 dicembre alla sede di Bruxelles del Parlamento Europeo si è tenuto l'evento "Biocontrol in organic farming: Managing plant health with complementary practices" organizzato da Ifoam, Fibl e Ibma e ospitato dalla parlamentare Majouline Sbai (Verdi/Efa).
I relatori hanno discusso delle sfide normative e sull'urgente necessità di innovazione per le soluzioni di biocontrollo nell'agricoltura europea. Il programma dell'evento ha guidato i partecipanti attraverso il contesto politico, gli esempi pratici sul campo e le prospettive di ricerca e sviluppo.
Struttura e contesto iniziale
Dopo i saluti di benvenuto del deputato ospitante, Stefano Torriani (Fibl) ha introdotto la "cura della salute delle piante e il biocontrollo nell'agricoltura biologica", definendo il quadro per le discussioni successive.
Domenico Deserio (DG Sante) ha poi presentato la proposta della Commissione, illustrando l'impegno a ridurre del 50% l'uso di fitofarmaci chimici e ad espandere del 25% l'agricoltura biologica.
Ha sottolineato che per raggiungere tali obiettivi è indispensabile un quadro normativo più adeguato per i prodotti biologici, che sono fondamentalmente diversi dalle sostanze chimiche e non si accumulano (o non si dovrebbero accumulare, aggiungiamo noi) nell'ambiente.
La proposta, già trapelata nella filiera (anche noi l'abbiamo visionata), consiste nella modifica dei regolamenti di settore 1107/2009 (immissione in commercio dei prodotti fitosanitari) e 396/2005 (residui sulle derrate alimentari) per accelerare la messa sul mercato dei prodotti per il biocontrollo per competere con le realtà brasiliana e statunitense, che hanno tempistiche decisamente più ridotte.
Il pacchetto Omnibus (così si chiama) mira ad accelerare l'accesso al mercato per le sostanze attive e i prodotti di biocontrollo attraverso la loro chiara definizione e la prioritizzazione delle procedure di approvazione. Le misure chiave prevedono anche la possibilità per l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) di assumere il ruolo o di aiutare lo Stato membro relatore per la valutazione iniziale delle sostanze attive, e l'introduzione dell'autorizzazione provvisoria per i nuovi prodotti di biocontrollo.
Ai fini dell'autorizzazione e del mutuo riconoscimento, tutti gli Stati membri sono considerati un'unica zona per questo tipo di i prodotti, con autorizzazione concessa per silenzio assenso in caso di mancata decisione. Infine, viene eliminato l'obbligo per gli agricoltori di tenere registri sull'uso di prodotti che contengono esclusivamente sostanze attive per il biocontrollo, al fine di ridurre l'onere amministrativo.
Posizioni politiche e industriali
La sezione dedicata alla dichiarazione politica ha visto gli interventi di Eric Gall (Ifoam Organics Europe) e Jennifer Lewis (Ibma).
Jennifer Lewis (Ibma) ha espresso la forte preoccupazione dell'Associazione Internazionale dei Produttori di Biocontrollo per la possibilità che la pressione politica possa portare all'abbandono della riforma normativa. Tale scenario ritarderebbe l'innovazione di un decennio o più, negando agli agricoltori europei l'accesso a soluzioni già disponibili in altri mercati globali (come Stati Uniti, Brasile e India). L'Ibma ha ribadito che i requisiti normativi devono essere adattati alle sostanze naturali e non basarsi sui parametri stabiliti per le sostanze chimiche.
Esempi pratici sul campo
La sessione intitolata "Gestione della salute delle piante in agricoltura biologica: esempi sul campo" ha offerto casi di studio specifici.
Paul Verbeke (BioForum) ha presentato il progetto di cooperazione transfrontaliera (Belgio, Paesi Bassi, Francia e Germania) sulla patata, concentrandosi sul controllo della peronospora (Phytophthora infestans), un fungo il cui problema è stato amplificato da anni caldi e umidi. Le strategie principali includono l'igiene, l'evitare patate residue nel campo e, soprattutto, l'uso di circa 38 varietà resistenti. Il successo di questo approccio richiede il sostegno dell'intera filiera (dalla produzione alla vendita al dettaglio). È stato menzionato anche l'uso del rame in agricoltura biologica, ma con riserve sulla sua tossicità.
Evelyne Alcázar (Ecovalia) ha descritto la situazione nella produzione biologica di agrumi in Spagna, sotto la pressione del cambiamento climatico e dell'arrivo di nuovi parassiti dall'Africa e dall'Asia. L'approccio si basa sulla biodiversità, sulla salute del suolo e sull'Ipm (Gestione Integrata dei Parassiti). Le tecniche includono la potatura mirata, la selezione di varietà robuste, l'inter-cropping e l'incremento dei nemici naturali (attraverso l'allevamento cooperativo o barriere naturali).
È stata ribadita l'esigenza di accelerare l'introduzione di nuovi composti naturali, poiché il tempo di attesa regolatorio decennale è ulteriormente allungato dal processo di accettazione nella normativa biologica, che spesso non può essere effettuato parallelamente all'approvazione come prodotti fitosanitari.
Dalla ricerca al mercato: prospettive su nuove soluzioni
La sezione "Dalla ricerca al mercato: prospettiva sulle nuove soluzioni per gestire la salute delle piante" ha messo in luce le strozzature nel percorso di innovazione.
Lucius Tamm (Agroscope – Progetto Scale-it) ha parlato di un progetto focalizzato sulla dimostrazione e valutazione (65 prove in tutta Europa) di alternative economicamente efficienti a input controversi (rame, oli minerali, Spinosad). Il progetto impiega ambasciatori locali per facilitare l'adozione, seguendo il principio che "vedere per credere" è più efficace della sola documentazione. Tamm ha criticato aspramente la sequenzialità del processo normativo (approvazione della sostanza, approvazione del prodotto, inclusione nella regolamentazione biologica, adozione locale) che ritarda l'inizio delle prove in azienda per anni, chiedendo un quadro che permetta le prove dimostrative in fase precoce.
Il rappresentante di Amoeba (Jean-Luc Souche) ha fornito un "esempio di vita reale" riguardo allo sviluppo di un biofungicida a base di un ceppo di un'ameba ambientale (non patogena). Il prodotto agisce sia come stimolatore delle difese della pianta sia con un'azione fungicida diretta. La sperimentazione sui pomodori ha dimostrato che la combinazione del prodotto biologico con una dose drasticamente ridotta di rame ha raggiunto la stessa efficacia di un programma standard a base di solo rame.
Il relatore ha evidenziato il divario regolatorio: l'approvazione è avvenuta in due anni negli Stati Uniti, ma richiederà 8-10 anni in Europa, con costi di registrazione stimati a 2 milioni di euro nell'Ue, contro 1,5 milioni negli Stati Uniti. Ha chiesto un adattamento dei requisiti normativi per le sostanze naturali e l'introduzione dell'autorizzazione provvisoria.
Conclusioni
Le conclusioni finali hanno messo in luce che l'accelerazione dell'immissione sul mercato del biocontrollo è un'urgenza ambientale e di innovazione. L'agricoltura biologica è stata definita un partner e un banco di prova fondamentale per l'industria del biocontrollo, poiché la domanda di nuove soluzioni da parte degli agricoltori biologici, che dispongono di meno strumenti, è il motore per l'innovazione che può poi estendersi ad altri sistemi agricoli. L'evento si è concluso con la speranza che la Commissione presenti presto una proposta normativa rapida e ambiziosa.
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